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Comune di Vibo, Luciano spiega in Consiglio il suo abbandono: «Pd non più funzionale alla città»

L’ex capogruppo consiliare a Palazzo Luigi Razza e già candidato a sindaco per il centrosinistra ha aderito ad Azione di Carlo Calenda. Ma sui rapporti con i democrat tranquillizza. E in aula precisa…

Comune di Vibo, Luciano spiega in Consiglio il suo abbandono: «Pd non più funzionale alla città»
Il Comune di Vibo e Stefano Luciano
Carlo Calenda

«Voglio chiarire il mio passaggio ad Azione solo ed esclusivamente in funzione di un dovere istituzionale che sento di rispettare nei riguardi della comunità che si è espressa nel corso della competizione elettorale». Così Stefano Luciano, ex capogruppo del Partito democratico e già candidato a sindaco di Vibo Valentia per la coalizione di centrosinistra, ha esordito durante i lavori consiliari del consiglio comunale del capoluogo per spiegare ancora una volta le ragioni e i motivi che lo hanno portato ad abbandonare i democrat e aderire ad Azione, partito fondato da Carlo Calenda. Stefano Luciano ha, dunque, parlato pubblicamente in aula perché serviva, evidentemente, farlo anche nella sede istituzionale dove oggi l’interessato svolge un preciso ruolo politico. [Continua in basso]

«Rispettato il mandato elettorale»

Il consigliere di minoranza ha, quindi, spiegato di ritenere «assolutamente rispettato il mandato elettorale, cioè il mandato di tutti coloro i quali hanno premiato la colazione da me rappresentata perché ricordo di essere stato un candidato a sindaco autonomo, espressione di una lista civica, la lista di “Vibo Unica”, supportata da alcune sensibilità politiche tra cui il Partito democratico. Per cui il passaggio al Pd – ha inteso puntualizzare ancora Stefano Luciano – è stato un passaggio successivo al mandato elettorale che, ribadisco, mi è stato attribuito nella qualità di rappresentante politico di “Vibo Unica”. Ora, è chiaro che attraverso “Vibo Unica” ho tentato di rivendicare una posizione politica realmente riformista, ma soprattutto, al di là delle collocazioni politiche, si tentava, attraverso quell’esperimento, di mettere in campo una serie di azioni concrete che potessero dare un contributo allo sviluppo della comunità vibonese. Non a caso in funzione di questa logica sono stati strutturati degli accordi politici in passato anche tra forze non esattamente omogenee, ma messe insieme in funzione di quell’obiettivo».

Il passaggio ad Azione non è stato determinato da «traumi» o «litigi»

Stefano Luciano

Detto questo, Stefano Luciano ha ribadito che lavorare per la città con azioni  precise «continua ad essere la funzione principale» della sua presenza istituzionale e, quindi, ha fatto questo passaggio «non perché ci siano stati dei traumi, dei litigi o delle avversioni all’interno del Partito democratico. Ma più semplicemente faccio questo passaggio – ha precisato il consigliere di opposizione – perché ritengo che i tempi siano maturi per recuperare quell’idea iniziale, che si era introdotta attraverso il movimento di “Vibo Unica”: e cioè di dare una forma più pragmatica e più concreta al mio impegno politico. Io faccio politica né per rabbia, né per ritorsione, né per risentimenti, né per vicissitudini di natura personale, ma faccio politica solo ed esclusivamente perché mosso da una analisi delle trasformazioni in atto e da un pragmatismo e da una attività speculare agli interessi della città che hanno sempre caratterizzato il mio agire». [Continua in basso]

«I rapporti con il Pd rimangono buoni». Al momento ingresso nel gruppo Misto

Quindi, i rapporti con il Partito democratico, ha riferito in consiglio comunale sempre l’ex capogruppo dem, «rimangono assolutamente buoni anche in funzione di un passaggio, ripeto, che non è stato determinato né da una rottura, né da motivi di natura personale, ma determinato solo dal fatto che io non sono riuscito in questi due anni, cioè non ho visto nell’ambito del Partito democratico, quella componente di pragmatismo, di funzionalità rispetto alle dinamiche concrete della città che, invece, rivedo in questo partito in cui sono entrato, che è il partito di Azione. Entro, al momento, nel gruppo Misto – ha però fatto sapere l’interessato -, anche se potrei formare il gruppo di Azione perché è una formazione che esiste a livello regionale, in quanto resto in attesa di sviluppi di carattere organizzativo che attengono al partito di Azione. Faccio questo ingresso nel gruppo Misto anche per avviare un processo di decatanzione e, ovviamente, è un passaggio che faccio anche attraverso una valutazione di stima e di rispetto del consigliere comunale che è già presente nel Gruppo Misto (Giusy Colloca, ndr), a cui va naturalmente la funzione di capogruppo».  

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