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Rinascita Scott: il Ros di Roma, la figura di Razionale e la ‘ndrina di San Gregorio d’Ippona

Esordio in aula nel maxiprocesso per il tenente colonnello Massimiliano D’Angelantonio. Le indagini seguite dal suo reparto e le figure emerse nel corso dell’attività investigativa

Rinascita Scott: il Ros di Roma, la figura di Razionale e la ‘ndrina di San Gregorio d’Ippona
Una veduta di Roma e nel riquadro Saverio Razionale

Esordio nel maxiprocesso Rinascita Scott per il tenente colonnello, Massimiliano D’Angelantonio, alla guida dei carabinieri del Ros di Roma. Dinanzi al Tribunale collegiale di Vibo Valentia, rispondendo alle domande del pm della Dda di Catanzaro, Antonio De Bernardo, il teste dell’accusa ha ripercorso in aula alcune delle vicende sviluppate dal suo reparto e le indagini seguite su diversi imputati. [Continua in basso]

Gli investimenti di Razionale a Roma

Saverio Razionale

Uno delle figure monitorate dal Ros di Roma è stata quella di Saverio Razionale, indicato come il boss di San Gregorio d’Ippona, con interessi milionari – secondo l’accusa – anche nella capitale. E’ emerso così che a Roma Saverio Razionale dimorava in un residence sito in via Aurelia Antica e le attività investigative hanno permesso di appurare come il boss fosse impegnato nella gestione di importanti investimenti e attività imprenditoriali in forma occulta, svolgendo anche funzioni di “mediazione” per la risoluzione di vicende riguardanti il Vibonese.

E’ stato poi documentato un rilevante investimento ritenuto occulto, attuato da Saverio Razionale in un gruppo societario gestito dall’imprenditore reggino Antonino Delfino. L’investimento è stato strutturato su 15 società italiane e britanniche operanti nel settore della produzione e commercializzazione di calzature e abbigliamento. Le indagini hanno dimostrato come Razionale fosse diventato socio occulto di Delfino, fornendo liquidità per 500 mila euro circa, somma necessaria per aprire un sito di produzione e diversi negozi a Roma e in varie città italiane, tra le quali Vibo Valentia.

Tra le vicende di rilievo emerse nell’indagine seguita dal Ros di Roma, anche un tentativo di recupero crediti con modalità ritenute estorsive per 3 milioni e 200mila euro, attuato da Saverio Razionale, avvalendosi di Francesco Carnovale, 52 anni, di Vibo ma residente a Fiumicino.

Il clan di San Gregorio d’Ippona

Gregorio Gasparro

Sono stati i carabinieri del Ros di Roma, quindi, ad occuparsi della struttura del clan di San Gregorio d’Ippona, ai cui vertici vengono collocati Rosario Fiarè, Saverio Razionale e Gregorio Gasparro,  tutti accusati del reato di associazione mafiosa con un ruolo direttivo del “locale” di ‘ndrangheta di San Gregorio d’Ippona. Promotore indiscusso del clan viene indicato Rosario Fiarè, mentre Saverio Razionale sarebbe stato permanentemente deputato alla gestione economico-finanziaria della struttura mafiosa, con collegamenti a Roma, venendo sostituito temporaneamente sul territorio della provincia di Vibo da Gregorio Gasparro, alias “Ruzzu u Gattu”. Razionale e Gasparro avrebbero mantenuto un raccordo operativo con gli altri clan della ‘ndrangheta.

Sempre il Ros di Roma, quindi, si è occupato delle figure di Antonio Curello, residente a Sant’Onofrio, Nazzareno Curello, di Piscopio, e Saverio Curello. In particolare, Gregorio Gasparro, proprietario occulto, avrebbe attribuito in modo fittizio, a Nazzareno Curello, la titolarità formale dell’impresa denominata “Casa del Pulito” con sede a Vibo Valentia in via degli Artigiani, i cui locali sarebbero stati impiegati in modo sistematico – secondo i carabinieri del Ros – per incontri strategici e di natura riservata tra esponenti del clan. Gregorio Gasparro avrebbe inoltre attribuito in modo fittizio, ad Antonio Curello (firmatario) e Saverio Curello (collaboratore familiare), la titolarità formale della Croce Azzurra – Agenzia funebre Curello con sede a Vibo Valentia in via Matteotti, nei cui locali si sarebbero tenute riunioni di natura riservata. [Continua in basso]

Saverio Lacquaniti

Il teste D’Angelantonio ha poi spiegato che dalle loro indagini è emersa pure la figura di Saverio Lacquaniti, 27 anni, detto “Caramella”, che farebbe parte dell’articolazione diretta da Saverio Razionale essendo nipote dello stesso Razionale. Lacquaniti sarebbe stato altresì in contatto con importanti esponenti di altri clan come Giuseppe Accorinti di Zungri e Francesco Barbieri di Pannaconi di Cessaniti, partecipando direttamente ad attività estorsive.

Dall’attività intercettiva espletata nl 2017 dai carabinieri del Ros sarebbero poi emersi contatti fra Francesco Carnovale e Leonardo Fusca di Stefanaconi.

Gli incontri con Bonavota e il timore per Mantella

Pasquale Bonavota

Saverio Razionale avrebbe mantenuto a Roma anche contatti con Giuseppe Scriva, 62 anni, di Vibo Valentia (ex testimone di giustizia condannato in Rinascita Scott con il giudizio abbreviato a  12 anni di reclusione) ed avrebbe incontrato diverse volte anche Pasquale Bonavota, il superlatitante ritenuto a capo dell’omonima ‘ndrina di Sant’Onofrio. Unitamente a Giuseppe Scriva, Delfino e Francesco Razionale (figlio di Saverio), Pasquale Bonavota e Saverio Razionale avrebbero commentato negativamente le prime dichiarazioni di Andrea Mantella, dal maggio 206 divenuto collaboratore di giustizia.

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