L’INTERVENTO | “Lotteremo con i denti per difendere l’ospedale”
A Tropea si allarga la protesta contro il ridimensionamento del presidio. Più di mille le presenze all’assemblea pubblica e oltre 5700 firme raccolte in tutto il comprensorio in soli 5 giorni.
Dall’assemblea pubblica tenutasi il 13 marzo nella biblioteca comunale, circostanza che ha risvegliato un forte senso civico di gran parte della cittadinanza di Tropea e del suo comprensorio noi, membri del comitato cittadino “Riprendiamoci la dignità” e “No allo smantellamento dell’ospedale”, ci siamo sentiti maggiormente coinvolti e investiti da una forte motivazione a seguire e partecipare ogni singola attività, assemblea, manifestazione o anche semplice “voce” volta alla difesa del nostro presidio ospedaliero che è situato sì, nel distretto di Vibo Valentia ma riteniamo e sosteniamo debba esser nominato, descritto, pensato, programmato con il nome di ospedale di Tropea.
Gli incontri sono stati diversi e vari dagli esiti quando prolifici e costruttivi e quando fini a se stessi, di certo abbiamo dedotto che la sanità vibonese conta di un ottimo dirigente generale che sembra caldeggiare e ricordare spesso la “situazione Tropea” ma che fondamentalmente, nella fattispecie della situazione, nulla può se non prima avviene un cambiamento netto e un conseguente annullamento del famigerato decreto Scura.
Abbiamo registrato a nostro (momentaneo, discutibile e sicuramente poco edificante) favore, la cristalizzazione (blocco alla situazione attuale) del nostro presidio ospedaliero per un tempo determinato e che comunque, sia chiaro per tutti, alla fine dello stessa porterà ad una chiusura del nostro nosocomio, abbiamo seguito e sostenuto il sostegno di un Vescovo attento alle nostre problematiche e molto abile nell’usare l’ironia per sottolineare le mancanze e i ritardi di una classe politica molte volte miope alle reali esigenze della gente, abbiamo registrato un’unita di intenti con il nostro primo esponente e rappresentate cittadino che, nella figura di sindaco, si è impegnato tramite la conferenza dei sindaci a impugnare un decreto ingiusto e iniquo nei numeri, nella sostanza e nella semplice analisi delle reali esigenze dei cittadini che mai accetteranno di esser classificati in cittadini A o B.
Attendiamo a breve la convocazione di tale conferenza e attendiamo anche che il decreto venga impugnato, tramite ricorso al Tar, anche dal Presidente della Regione Calabria, come da più parti e persone ci è stato garantito; attendiamo a breve di esser sentiti dalla dirigente generale del nostra Asp, come lei stessa ci ha garantito per formulare e caratterizzare la nostra proposta, che ci sembra consona, molto reale e poco discutibile visto che è atta a tutelare il diritto della nostra salute, difendere la nostra dignità, ma soprattutto è calata in un contesto che è il fulcro di tutto il turismo calabrese, di un nome che potrebbe esser un brand da vendere ad ottimo prezzo come quello della nostra Tropea.
Non chiediamo ospedali fantascientifici, non chiediamo poli d’eccellenza ma un semplice ospedale con un Pronto Soccorso medico/chirurgico che funzioni e con tutti i “servizi” ad esso legati, un ospedale con i reparti oggi esistenti e l’aggiunta di quei pochi “posti” mancanti volti a scongiurare una chiusura che significherebbe la fine del buon senso e della civiltà di un paese troppe volte bistrattato, quasi sempre scippato anche dell’essenziale, ma un paese vivo e speranzoso, un paese che conosce bene le sue potenzialità, un paese che in pochi giorni ha risposto con mille presenze in un’assemblea pubblica e un adesione a dir poco totalitaria con la raccolta di oltre 5700 firme in tutto il comprensorio in soli 5 giorni. Noi siamo vivi e non rinunciamo a niente, non ci pieghiamo davanti a nessuno e siamo pronti a difendere anche con i denti i nostri diritti principali.
*Promotore del comitato “Riprendiamoci la dignità” e “No allo smantellamento dell’ospedale”