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Taglio non autorizzato di alberi di alto fusto, sequestrato un ettaro di bosco

Oltre 30 esemplari di alberi di castagno, faggio e pino sono stati tagliati in località Monte Poro di Spilinga in un terreno di proprietà del Clero nelle vicinanze del Santuario della Madonna del Carmelo.

Taglio non autorizzato di alberi di alto fusto, sequestrato un ettaro di bosco

Il personale in forza presso la sezione di Polizia giudiziaria della Procura di Vibo Valentia, aliquota Corpo Forestale dello Stato e Tutela Ambiente e Territorio, ha eseguito il sequestro preventivo di oltre 1 ettaro di terreno boscato, ricadente in località Monte Poro del comune di Spilinga, nelle adiacenze del noto Santuario della Madonna SS del Monte Carmelo.

Il provvedimento è scaturito a seguito di un controllo stradale effettuato dagli stessi militari, i quali, insospettiti dalla presenza di grossi tronchi trasportati da un autocarro lungo un’arteria provinciale, hanno effettuato delle più approfondite verifiche, risalendo all’area di provenienza del predetto legname.

Si è così constatato che all’interno di un bosco di alto fusto, di proprietà dell’Istituto per il Sostentamento del Clero della Diocesi di Mileto Nicotera Tropea, erano in corso di esecuzione lavori finalizzati al taglio di piante di alto fusto con relativa asportazione del materiale legnoso. All’atto del controllo la Polizia Giudiziaria operante ha riscontrato il taglio di oltre 30 esemplari di alberi della specie Castagno, Faggio e Pino, mentre molti altri erano già adagiati sul terreno, pronti per essere sezionati ed asportati.

Dopo aver raccolto le prime testimonianze dai soggetti interessati e considerato che l’intervento era stato eseguito in assenza di qualsiasi autorizzazione, in area sottoposta a vincolo paesaggistico ambientale, la PG procedente, d’intesa col magistrato di turno presso la Procura della Repubblica di Vibo Valentia, Filomena Aliberti, ha posto sotto sequestro giudiziario l’intero bosco, esteso per oltre un ettaro, unitamente ai tronchi che stavano per essere trasportati in una segheria della zona.

Le indagini hanno consentito l’individuazione sia dell’esecutore materiale dei lavori che del committente, entrambi indagati in stato di libertà per violazione alla normativa sulle aree sottoposte a vincolo paesaggistico ambientale, danneggiamento e distruzione o deturpamento di bellezze naturali.

Al vaglio degli inquirenti ci sono anche le posizioni dell’autotrasportatore e di altri soggetti, nei confronti dei quali, tuttavia, non è stato ancora emanato alcun provvedimento. Si attendono ora le decisioni da parte del gip che dovrà convalidare, su richiesta del sostituto procuratore titolare dell’indagine, la misura cautelare reale adottata dagli investigatori della Procura.

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