lunedì,Novembre 18 2024

Autismo e disabilità gravi, nel Vibonese Centri polivalenti per seguire giovani e adulti

Coinvolti tutti e tre gli Ambiti Territoriali della provincia (Vibo Valentia, Serra San Bruno e Spilinga). Avviso pubblico predisposto dal Comune capoluogo e rivolto ai soggetti del Terzo Settore al fine di co-progettare insieme le suddette strutture

Autismo e disabilità gravi, nel Vibonese Centri polivalenti per seguire giovani e adulti

Centri polivalenti per seguire giovani e adulti con disturbo dello spettro autistico ed altre disabilità con bisogni complessi da attivare nei Comuni degli Ambiti Territoriali sociali di Vibo Valentia, Serra San Bruno e Spilinga. Punta a questo l’Avviso pubblico predisposto dal Comune di Vibo Valentia e rivolto ai soggetti del Terzo Settore al fine di co-progettare insieme le suddette strutture. I Centri dovrebbero sorgere nei tre complessivi Ambiti Territoriali della provincia che comprendono tutti e 50 i Comuni del Vibonese. Le somme arrivano dalla Regione Calabria e sono così suddivise: all’Ambito Territoriale numero 1 di Vibo Valentia 66.627,26 euro, all’Ambito numero 2 di Serra San Bruno 26.190,95 euro e all’Ambito numero 3 di Spilinga 43.484,61 euro.  Il Comune di Vibo Valentia è stato, inoltre, individuato quale ente capofila del gruppo che comprende, appunto, tutti e tre i Distretti. Questi, poi, i Comuni della provincia suddivisi nei tre Distretti. Ambito territoriale di Vibo Valentia (ente capofila): Filadelfia, Filogaso, Francavilla Angitola, Francica, Ionadi, Maierato, Mileto, Monterosso, Pizzo, Polia, San Costantino, San Gregorio d’Ippona, Sant’Onofrio, Stefanaconi e appunto, Vibo Valentia. Ambito territoriale di Serra San Bruno (ente capofila): Acquaro, Arena, Brognaturo, Capistrano, Dasà, Dinami, Fabrizia, Gerocarne, Mongiana, Nardodipace, Pizzoni, San Nicola da Crissa, Simbario, Sorianello, Soriano Calabro, Spadola, Vallelonga,  Vazzano e Serra San Bruno. Ambito Territoriale di Spilinga (ente capofila): Briatico, Cessaniti, Drapia, Filandari, Joppolo, Limbadi, Nicotera, Parghelia, Ricadi, Rombiolo, San Calogero, Tropea, Zaccanopoli, Zambrone, Zungri e Spilinga.

I fondi disponibili saranno finalizzati ad una sperimentazione biennale, alla quale seguirà una valutazione di impatto sui territori, anche al fine di dare continuità e sostenibilità al servizio mettendo a sistema il modello. «Le attività – spiega il bando – dovranno essere programmate pertanto tenendo conto di tale indicazione, prevedendo modalità di co-finanziamento e il ricorso ad altre fonti di finanziamento che ne permettano una maggiore e diffusa incisività». La richiesta ed il progetto dovranno pervenire entro e non oltre il 31 marzo prossimo alle ore 14 direttamente all’Ufficio di Piano – Ambito Territoriale numero 1 – Comune capofila Vibo Valentia. [Continua in basso]

A chi è rivolto il bando pubblico

Il presente Avviso  – come anticipato –  è, dunque, rivolto ai soggetti del Terzo Settore che in forma singola o di raggruppamento temporaneo siano interessati ad operare nei tre Ambiti Territoriali.  La co-progettazione riguarderà la realizzazione di Centri polivalenti per giovani e adulti con disturbo autistico ed altre disabilità con bisogni complessi nel territorio dei Comuni facenti parte degli Ambiti Territoriali di Vibo Valentia, Serra San Bruno e Spilinga, in collaborazione con i rispettivi Servizi sociali territoriali e con il Sistema sanitario territoriale, ed in sinergia con la rete territoriale del Terzo Settore.  «I dati in possesso  – è scritto tuttavia nel bando – sono ancora incompleti per poter rappresentare in modo dettagliato ed integrato i bisogni da soddisfare e, pertanto, il presente progetto intende attivare servizi a sostegno della suddetta tipologia di persone costruendo un primo modello informativo di raccolta e trattamento dei dati a livello dei singoli Ambiti coinvolti e quindi provinciale».

I beneficiari dei Centri

I Centri polivalenti avranno come beneficiari «la persona in condizione di fragilità ed anche coloro che quotidianamente se ne prendono cura, i familiari e i caregiver, che dunque saranno anch’essi partecipi del processo, protagonisti di un cambiamento. I Centri  – si legge tra le pagine dell’Avviso pubblico – agiranno come facilitatori sia dell’attuazione dei progetti individuali formulati dalle competenti Unità valutative multidimensionali distrettuali (Uvmd) d’Ambito sociale, sia della messa in rete delle offerte territoriali o del Distretto socio-sanitario. Le proposte, le azioni, gli interventi, saranno caso-specifici, svilupperanno risposte diverse e quanto più innovative, in base ai profili di funzionamento, alle potenzialità dei destinatari, alle loro attitudini e desideri, in considerazione delle opportunità territoriali». [Continua in basso]

L’accesso al Centro è determinato da un processo di collaborazione tra i servizi pubblici di presa in carico e il Centro stesso. «In ogni caso – viene spiegato nel bando – la valutazione all’accesso, congiuntamente elaborata dall’ente gestore del Centro e i servizi sociali di presa in carico, terrà in considerazione: il quadro di funzionamento della persona, la fase di vita e gli elementi contestuali del caso; il sistema di presa in carico esistente, la qualità dei percorsi in essere e la soddisfazione della persona e del suo nucleo familiare».

Obiettivi da raggiungere

Queste le finalità degli interventi che si intendono raggiungere con la realizzazione dei suddetti Centri: «Favorire percorsi personalizzati di inclusione sociale, volti alla capacitazione della persona in condizione di disabilità, alla valorizzazione e sviluppo delle competenze, al potenziamento delle autonomie e delle capacità di autodeterminazione, al miglioramento della qualità della vita», nonché «promuovere e definire politiche life-long e afferenti ai diversi livelli di servizi, scolastici, sanitari, sociali, del lavoro, con il protagonismo attivo delle persone in condizione di disabilità e delle loro famiglie». Ma si intende anche sostenere, da un lato,  «attività finalizzate alla piena partecipazione alla vita sociale e di comunità, con azioni di promozione di un approccio di welfare di comunità che supporti il progetto di vita della persona e contemporaneamente attivi processi generativi della comunità di riferimento» e, dall’altro, «l’avvio di percorsi confacenti alle aspirazioni e alle attitudini soggettive, propedeutici anche all’inserimento lavorativo nel rispetto della normativa regionale e nazionale di riferimento, e favorire la sperimentazione di azioni sui contesti lavorativi, predisponendo ambienti inclusivi che sappiano rispondere al meglio alle necessità di accompagnamento».

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