giovedì,Dicembre 26 2024

Depurazione nel Vibonese, De Nisi chiama alle proprie responsabilità la Regione

In cinque anni speso solo il 5% dei fondi disponibili. Su nove interventi affidati al commissario unico ne sono stati collaudati solo due. In provincia di Vibo risorse per dieci milioni di euro che attendono ancora di essere spesi

Depurazione nel Vibonese, De Nisi chiama alle proprie responsabilità la Regione
Francesco De Nisi

Un’interrogazione sul tema della depurazione. E’ quella che il consigliere regionale Francesco De Nisi ha indirizzato al presidente della Regione Calabria Roberto Occhiuto per chiedere «se non si intenda intraprendere una forte azione nei confronti del commissario unico per la depurazione e dei competenti Ministeri al fine di far avviare in tempi celeri i lavori delle opere infrastrutturali previste per adeguare lo stato dei servizi di fognatura e di depurazione alla normativa europea allo scopo di assicurare adeguati sistemi di protezione dai rischi derivanti dalla cattiva gestione delle acque reflue per la salute dei cittadini e la tutela dell’ambiente».
De Nisi, inoltre, interroga Occhiuto per sapere «se non si intenda costituire una struttura regionale dedicata esclusivamente alla depurazione onde poter fornire supporto al commissario unico per la depurazione nazionale e per seguire l’iter per   realizzazione degli ulteriori interventi di competenza regionale già finanziati con delibera Cipe 60/ del 2012 e seguenti, oltre alle procedure di infrazione ancora in fase di definizione».

In Calabria la struttura commissariale e sub commissariale ha il compito di accelerare la progettazione e la realizzazione dei lavori di collettamento, fognatura e depurazione interessati dalle procedure di infrazione comunitaria aperte nei confronti dell’Italia. «Nella Regione ricadono in procedura di infrazione già definite nove interventi in ambito fognario e depurativo. Il totale degli investimenti finanziati con delibera Cipe 60/2012 è di oltre 87 milioni di euro» ricorda De Nisi, che sottolinea anche come «le acque reflue non adeguatamente trattate rappresentano un pericolo per la salute dei cittadini e per l’ambiente oltre ad essere una delle maggiori cause di inquinamento del mare calabrese. Ciò è particolarmente allarmante ed evidente in alcuni tratti della costa calabrese come quella vibonese dove il fenomeno dell’inquinamento marino provoca oltre a danni ambientali notevoli e incalcolabili danni economici dovuti alle ricadute negative sull’industria turistica del vibonese».

Puntando i riflettori proprio sul territorio vibonese, il consigliere regionale inquadra due interventi. Il primo riguarda il disinquinamento dell’area Angitola, per un importo di 6 milioni e 300 mila euro, che interessa i Comuni di Pizzo (capofila), Maierato, Monterosso Calabro, Polia, Filadelfia, San Nicola da Crissa, Filogaso, Francavilla Angitola e Capistrano. Il secondo invece, il disinquinamento dell’area omogenea Mesima, il cui costo è di 4 milioni e 200 mila euro, coinvolgendo i Comuni di Ionadi (capofila), San Calogero, Mileto, Rombiolo, Filandari, San Costantino Calabro, Francica, Stefanaconi e Sant’Onofrio.

«Un totale di dieci milioni di euro – conclude De Nisi – dal 2017 in mano ai commissari e di cui ne sono stati spesi zero. Ciò è inaccettabile e non più rimandabile, soprattutto alla luce del fatto che degli interventi affidati al commissario unico nel lontano 2017 soltanto due sono stati eseguiti e collaudati (depuratore Crotone, 2 milioni; raccolta reflui Montebello Jonico, 2 milioni e 300 mila  euro) per l’importo di 4.300.000,00 ovvero appena il 5% degli interventi previsti.  La Calabria non lo merita, i calabresi non lo meritano, il Vibonese non lo merita». Gli altri sistemi depurativi che attendono di essere ultimati ricadono nei comuni di Acri, Castrovillari (capofila), Civita, Frascineto, San Basile, Motta San Giovanni, Reggio Calabria e Rossano (capofila), Corigliano.

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