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Messa in sicurezza di Vena, la giunta licenzia il progetto di fattibilità: ecco cosa sarà fatto

Le risorse finanziarie arrivano al Comune da un Decreto predisposto congiuntamente dal Ministero dell’Interno ed da quello dell’Economia e delle Finanze

Messa in sicurezza di Vena, la giunta licenzia il progetto di fattibilità: ecco cosa sarà fatto

Passi in avanti per i lavori di messa in sicurezza della frazione di Vena Media. La giunta comunale di Vibo Valentia, presieduta dal sindaco della città Maria Limardo, ha infatti approvato in questi ultimi giorni il progetto di fattibilità tecnica ed economica dei cosiddetti “Lavori di messa in sicurezza delle aree collinari al contorno della città di Vibo Valentia, gravate da fenomeni di dissesto con frana”. L’importo complessivo degli interventi previsti è pari a complessivi 750.000 euro. 

L’idea progettuale, che è stata formalmente consegnata a Palazzo Luigi Razza lo scorso 17 febbraio, è stata messa su carta – su incarico del Comune capoluogo – da parte dell’ingegnere Bruno Rondinelli e del geologo Vincenzo Morelli, che ha curato la parte riguardante lo studio geologico preliminare. I fondi per poter avviare successivamente i lavori nella frazione del capoluogo arrivano direttamente dal decreto predisposto in maniera congiunta dal Ministero dell’Interno e dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, del 23 febbraio del 2021, che ha assegnato le risorse disponibili per l’anno 2021 e fatto soprattutto sapere i Comuni a cui spetta il contributo previsto da destinare ad investimenti relativi ad opere pubbliche di messa in sicurezza degli edifici e del territorio. [Continua in basso]

Interventi preventivi per ridurre i rischi

Il Comune di Vibo Valentia è risultato, dunque, «beneficiario di diversi interventi», per i quali aveva chiesto il contributo, tra cui quello inerente proprio i “Lavori di messa in sicurezza delle aree collinari al contorno della citta di Vibo Valentia, gravate da fenomeni di dissesto con frana” di 750.000 euro che, in coerenza con la tipologia di opere, riguarda interventi di messa in sicurezza del territorio a rischio idrogeologico. Nello specifico – si legge nella delibera licenziata di recente dall’esecutivo comunale del capoluogo – «tali lavori di messa in sicurezza riguarderanno la frazione di Vena Media e saranno di tipo preventivo, per la riduzione del rischio nelle aree che presentano attestato elevato rischio di frana e/o idraulico, e finalizzati all’aumento del livello di resilienza del territorio da tali rischi idrogeologici».

Modalità di erogazione dei fondi e obbligo di rendicontazione

Ma in che modo saranno liquidati i fondi al Comune di Vibo Valentia? Presto detto: «L’erogazione del contributo – si legge nel Decreto interministeriale – avviene per una quota pari al 20 per cento entro il 28 febbraio 2021, mentre una quota pari al 60 per cento sarà concessa previa verifica dell’avvenuto affidamento dei lavori attraverso il sistema di monitoraggio. Il restante 20 per cento sarà liquidato previa trasmissione, al Ministero dell’interno, del certificato di collaudo, ovvero del certificato di regolare esecuzione rilasciato per i lavori dal direttore dei lavori». Il Comune beneficiario del contributo è, tuttavia, tenuto ad affidare i lavori per la realizzazione delle opere pubbliche entro i termini previsti.

In caso di inosservanza del predetto termine, «il contributo già trasferito è recuperato dal Ministero dell’Interno, secondo le modalità previste, e non si procede all’erogazione della restante quota del contributo inizialmente attribuito». Infine, sempre i Comuni destinatari dei contributi, devono adempiere «all’obbligo di presentazione del rendiconto delle somme ricevute, presentando – è scritto sempre nel Decreto – al termine dell’intervento, apposita relazione nonché una scheda analitica degli ordinativi di pagamento emessi. Nel caso di risparmi derivanti da eventuali ribassi d’asta, gli stessi sono vincolati fino al collaudo, ovvero alla regolare esecuzione e, successivamente, possono essere utilizzati per ulteriori investimenti, a condizione che gli stessi vengano impegnati entro sei mesi dal collaudo, ovvero dalla regolare esecuzione; eventuali economie di spesa non impegnate desunte dal sistema di monitoraggio, sono recuperate».

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