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L’Asp di Vibo e quei tamponi a domicilio per i quali si resta in eterna attesa

Ecco la disavventura, fra reclami e telefonate al Dipartimento di Prevenzione raccontata alla nostra redazione da un lettore costretto alla fine a violare, pur positivo, l’autoisolamento per provvedere autonomamente

L’Asp di Vibo e quei tamponi a domicilio per i quali si resta in eterna attesa
La sede dell'Azienda sanitaria provinciale di Vibo Valentia

Asp di Vibo Valentia e gestione dell’emergenza Covid. Arrivano ancora segnalazioni da parte dei nostri lettori sulle disfunzioni del Dipartimento di Prevenzione della locale Azienda sanitaria.

Volevo segnalare – ci scrive Alessandro Marino – la totale disorganizzazione e l’assoluto brancolare nel buio dell’Asp di Vibo e relativo Dipartimento di Prevenzione. Lo scorso 27 gennaio è risultata positiva mia figlia (5 anni) mentre io, mia moglie e mio figlio (3 anni) abbiamo iniziato ad avere sintomi riconducibili al covid-19 (febbre, tosse, dolori). Come da direttive lo abbiamo subito comunicato all’Asp, nella fattispecie al Dipartimento di Prevenzione che ha fissato un tampone molecolare al drive-in per giorno 10 febbraio. Come da protocollo, essendo a stretto contatto con soggetto positivo, abbiamo contattato il Dipartimento di Prevenzione per richiedere un tampone ma ci è stato comunicato che non era possibile a causa di “nuove disposizioni interne”. Il 31 gennaio in seguito a tampone anti igienico fatto privatamente e regolarmente certificato in farmacia, risultiamo tutti positivi escluso mio figlio neonato (1 mese). Quindi avvisiamo il Dipartimento di Prevenzione che ci fissa i tamponi molecolari per giorno 9 febbraio, mentre per il piccolo ci comunica che verrà effettuato nelle successive 48 ore (giorno 3 febbraio) previa loro telefonata. Giorno 3 febbraio non telefona nè si presenta nessuno, alle ore 17:09 riprovo a contattarli e mi viene detto che “c’è tempo fino alle 20”, di attendere.

La mattina del 4 febbraio avvio il reclamo e mi viene ripetuto che “entro le 20 verrà qualcuno”; alle 15:49 dello stesso giorno richiamo e mi viene chiesto “se ho fatto il reclamo” e poi mi ripetono la stessa cosa “attenda fino alle ore 20 altrimenti domani può fare reclamo” (l’ennesimo). Altro suggerimento dato dall’operatore del Dipartimento è stato quello di provvedere privatamente e autonomamente. A questo punto mi chiedo: che senso ha avvisare l’Asp? Allo stato attuale essendo tutti positivi sintomatici (dal 31 gennaio), quindi in auto isolamento, ciò non è possibile.

Dopo due anni di pandemia globale invece di assistere ad azioni e interventi tempestivi ed evoluti (non c’è più la titubanza del 2019) ci ritroviamo davanti a un ente totalmente allo sbando, conl’operatore che rimanda a Tizio piuttosto che a Caio e viceversa. Oggi, 5 febbraio – dopo essere stato preso in giro per cinque giorni – mi trovo dunque costretto ad infrangere le regole sull’ auto isolamento e provvedere autonomamente, poiché ove mai mio figlio dovesse aggravarsi – ha sintomi – devo sapere in che direzione andare. Ove mai dovessero fermarmi le forze di polizia – e contestarmi la violazione dell’articolo 260 del testo unico della legge sanitaria 265 – risponderò con una contro-domanda allo stesso modo dell’operatrice del Dipartimento di Prevenzione dell’Asp di Vibo ossia: “E io cosa vuole che le dico?” Vergognoso, non aggiungo altro”.

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