Pd vibonese verso il congresso, Tassone ci ripensa e non si candida alla segreteria
L’ex consigliere regionale e già sindaco di Serra San Bruno non sarà della partita per la corsa alla guida della Federazione provinciale. Decisivi i colloqui con Nicola Irto
Passo indietro di Luigi Tassone in vista del congresso provinciale del Partito democratico. L’ex consigliere regionale e già sindaco di Serra San Bruno ha, infatti, deciso di non candidarsi alla guida della Federazione provinciale di Vibo Valentia. I recenti incontri e le trattative portate avanti in queste ultime ore con l’attuale segretario regionale democrat Nicola Irto hanno dato i suoi frutti e, soprattutto, hanno chiuso una partita che avrebbe certamente potuto provocare ulteriori e imprevedibili scosse all’interno del partito vibonese di Enrico Letta. Luigi Tassone, che peraltro aveva già condiviso a fatta sua invece la scelta candidare Giovanni Di Bartolo, è ritornato quindi sui suoi passi e, pertanto, è pronto a sostenere nuovamente la corsa per la segreteria democrat di quest’ultimo, a cui peraltro – lo ricordiamo – aveva fatto ritirare dai componenti del suo gruppo di riferimento le firme a sostegno proprio del giovane aspirante segretario.
I democrat vibonesi, dunque, ritrovano almeno in parte l’unità alla luce dell’assise congressuale – prevista per la fine del mese di febbraio – chiamata a scegliere il successore dell’attuale segretario Enzo Insardà. Unità, tuttavia, soltanto parziale in quanto i candidati alla guida della segreteria di via Argentaria – la cui presentazione ufficiale scade questa sera alle ore 20 – rimangono comunque due. Si tratta, come detto prima, del giovane Giovanni Di Bartolo, figura individuata dal gruppo dirigente provinciale e regionale del Partito democratico, e di Sergio Rizzo, già sindaco di Maierato, sceso in campo in netta e forte contrapposizione proprio con i massimi dirigenti dem. Una candidatura, questa dell’ex sindaco, che divide proprio perché appare in netta rottura con i vertici del partito e di totale apertura alla base democrat che, a giudizio, di Sergio Rizzo, non sarebbe stata sufficientemente coinvolta nel percorso politico che ha poi portato all’individuazione di Giovanni Di Bartolo quale candidato unitario.