Italcementi, Ceravolo: «Basta ambiguità, si faccia luce sull’inquinamento»
Il presidente dell’associazione “Corrado Alvaro” raccoglie l’allarme di Patania (Slai Cobas) e chiede la bonifica e la riconversione del sito.
«Mi associo quanto denunciato da Giovanni Patania, sindacalista dello Slai-Cobas, in merito all’ambiguità, soprattutto politica, di fronte ai problemi di natura ambientale legati al sito dell’Italcementi. Succede anche questo nel nostro territorio: dopo averlo inquinato, diffondendo nell’aria malattie irreversibili, si spoglia il sito di pezzi meccanici che servono in altri siti industriali, senza dare conto a nessuno».
A riferirlo è Giuseppe Ceravolo, presidente dell’associazione “Corrado Alvaro”, il quale, facendo sue le preoccupazioni espresse da Patania, si chiede: «come si può tacere di fronte a queste situazioni e a questi soprusi nei confronti del nostro territorio e dei nostri concittadini?».
Ceravolo si riferisce soprattutto ai «dati, davvero allarmanti e allo stesso tempo inequivocabili, che riguardano le cementerie e che dimostrano l’aumento di particolato nell’aria circostante con tutti i rischi connessi per la salute delle persone. Dati accessibili a tutti – sostiene – e che, dal Registro europeo delle emissioni nocive, testimoniano come la cementeria di Vibo Marina abbia emesso nell’ambiente Pcb, sostanza altamente tossica».
Quindi, la disamina di Ceravolo si sposta su bonifica e riconversione del sito. «Mi chiedo ancora: la riconversione del sito a che punto è? Mi pare siamo ancora lontani dal prendere anche solo l’iniziativa. Noi cittadini vibonesi non ci stiamo, e faccio un appello – rincara, ricordando alcune delle tante morti per patologie tumorali ai polmoni – al sindaco Costa, a politici ed istituzioni tutte, perché si sappia la verità sui fattori inquinanti che hanno generato e che continuano a mietere vittime innocenti e che chi ha colpe, finalmente venga perseguito e paghi. Chiediamo – conclude – allo stesso modo e al più presto l’avvio della bonifica e di un’adeguata riconversione per altre e più sane attività».