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Inchiesta sui rifiuti a Vibo: la Procura chiede tre rinvii a giudizio e stralcia altrettante posizioni

Truffa e concorso in frode nelle pubbliche forniture i reati contestati. Dinanzi al gup non compariranno l’ex sindaco D’Agostino, l’attuale assessore Scalamogna e l’ex dirigente comunale Beatino. Chiesto invece il processo per Adriana Teti e altri due indagati

Inchiesta sui rifiuti a Vibo: la Procura chiede tre rinvii a giudizio e stralcia altrettante posizioni
Palazzo Luigi Razza, sede del Comune

Concorso in frode nelle pubbliche forniture e truffa. Questi i reati per i quali la Procura di Vibo Valentia ha chiesto al gup, Francesca Del Vecchio, il rinvio a giudizio nell’ambito di un’inchiesta sull’appalto dei rifiuti in città. L’udienza preliminare è stata fissata al 10 febbraio prossimo. Rispetto all’avviso di conclusione delle indagini preliminari, la Procura ha stralciato le posizioni di: Nicola D’Agostinoex sindaco di Vibo Valentia, di 64 anni; Pasquale Scalamogna, 63 anni, indagato quale ex dirigente del Comune di Vibo (oggi assessore all’Urbanistica della giunta guidata dal sindaco Maria Limardo); Demetrio Beatino, 54 anni, di Reggio Calabria, ex dirigente del Comune di Vibo. La richiesta di rinvio a giudizio interessa quindi: Adriana Teti, dirigente comunale, 65 anni, di Vibo; Claudio Decembrini, 69 anni, di Vibo Marina, ex responsabile dell’Ufficio Tecnico del Comune di Vibo; Silvio Pellegrino, 68 anni, di Catania, rappresentante legale della ditta Eurocoop.   [Continua in basso]

Le contestazioni

Adriana Teti

I presunti comportamenti fraudolenti che vengono contestati a Silvio Pellegrino (difeso dall’avvocato Francesco Lione) fanno riferimento: al mancato raggiungimento delle percentuali di raccolta differenziata dei rifiuti in città, prevista dal capitolato d’appalto, che veniva però fatturata come avvenuta; ai centri di raccolta dei rifiuti differenziati mai avviati con l’erogazione di ingenti somme di denaro pubblico da parte del Comune di Vibo; all’impiego di mezzi inadeguati per la raccolta dei rifiuti e diversi da quelli previsti dal contratto e dai disciplinari dell’appalto.

Adriana Teti e Claudio Decembrini sono quindi indagati per concorso omissivo nelle contestazioni mosse a Silvio Pellegrino in quanto – ad avviso del pm – avrebbero omesso di effettuare i dovuti controlli e di elevare contestazioni “relative alla mancate forniture di servizi previsti dal contratto”, non provvedendo a segnalare, regolarizzare e bloccare la fornitura o revocare l’affidamento intraprendendo azioni tali “dal protrarsi la condotta criminosa”, – “nonostante fossero a conoscenza”, secondo la Procura, della “mancata realizzazione del servizio appaltato” – favorendo così le presunte condotte fraudolente della Eurocoop “dal dicembre 2008 al 5 febbraio 2020, data di emissione dell’ultimo mandato di pagamento”.

Il reato di concorso in truffa

Claudio Decembrini

Silvio Pellegrino è poi accusato di aver “falsamente attestato l’effettuazione del servizio di raccolta differenziata e la realizzazione dei centri di raccolta previsti nel capitolato speciale e di aver presentato false fatture per i predetti servizi non resi, mentre Adriana Teti e Claudio Decembrini avrebbero omesso “di effettuare i dovuti controlli e le conseguenti contestazioni relative alle mancate forniture di servizi previsti dal contratto e dal capitolato speciale, favorendo così la condotta fraudolenta della Eurocoop soc. coop a.r.l.”.

Il Comune di Vibo sarebbe stato in tal modo indotto in errore in ordine alla corretta esecuzione dei lavori, procurando ad Eurocoop un ingiusto profitto consistente nel pagamento di oltre 22 milioni di euro (22.032.230,81 euro per la precisione). Il reato di truffa copre un arco temporale che va dal dicembre 2008 al 5 febbraio 2020, data di emissione dell’ultimo mandato di pagamento per 675.690,20 euro. [Continua in basso]

La posizione dell’ex sindaco D’Agostino

Nicola D’Agostino

La richiesta di rinvio a giudizio – come detto – non è stata inoltrata dalla Procura per l’ex sindaco Nicola D’Agostino (è difeso dall’avvocato Giuseppe Di Renzo), la cui posizione è stata stralciata al pari di quella di Pasquale Scalamogna e Demetrio Beatino. Mentre però i nomi di Scalamogna e Beatino non compaiono più nella richiesta di rinvio a giudizio inoltrata dal pm Filomena Aliberti, non così per quello di Nicola D’Agostino che continua a figurare nell’imputazione a carico di Adriana Teti (difesa dall’avvocato Sonia Lampasi), Silvio Pellegrino (avvocato Francesco Lione), Claudio Decembrini (avvocato Italo Reale).

Fra le fonti di prova, oltre a diversa documentazione acquisita, vi sono alcuni esposti del Codacons, una nota del 26 novembre 2013 della Squadra Mobile di Vibo Valentia ed una nota del Nucleo di polizia tributaria della Guardia di finanza di Vibo del 17 gennaio 2018.

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