giovedì,Novembre 28 2024

Il Gal “Terre Vibonesi” alla (ri) scoperta dei prodotti di nicchia

Un team di esperti ha visitato alcune tra le aziende del territorio con lo scopo di tutelare, promuovere e valorizzare i prodotti made in Vibo Valentia

Il Gal “Terre Vibonesi” alla (ri) scoperta dei prodotti di nicchia

Tre giorni di esplorazione del territorio insieme ad alcuni esperti.
Interessante e feconda attività del Gal “Terre Vibonesi” che, nell’ambito del progetto di cooperazione regionale “Terre di Calabria”, ha guidato 3 giorni di full immersion alla riscoperta del territorio e dei prodotti di nicchia da tutelare, promuovere e valorizzare. Dopo uno studio preliminare per identificare la “materia prima”, lo staff del Gal, con l’apporto di 2 consulenti esterni, ha attraversato in lungo e in largo la provincia per incontrare (in rappresentanza di tutte) alcune tra le realtà produttive dei settori caratterizzati: fagioli autoctoni (“sujaca” di Caria e “zicca janca” di Arena); peperoncino (“tri pizzi” di Spilinga); vitigni perduti, o quasi, (“ulivella” di Drapia e zibibbo Pizzo); miele (San Costantino); mostacciuolo (Soriano Calabro); grano “rosia” (Maierato).

Lo scopo: comprendere “potenzialità” ed eventuali “deficit” nella produzione e commercializzazione per elaborare un disciplinare in grado di intervenire ove serva. Non solo. La volontà è “trasformare” ogni azienda in una “bandierina” che, da fornitrice di servizi (produzione e degustazione), insieme a tante altre faccia parte di una “cartina” di itinerari i quali (attraverso la via del grano, del miele, del vino e di ogni prodotto che caratterizza il territorio) colleghino le varie realtà produttive tra esse e alle bellezze materiali e immateriali delle “Terre Vibonesi”: arte, cultura, paesaggio, natura, enogastronomia, artigianato, storia, “pietas” religiosa. “Colori” di un unico quadro di cui, come visto in questi giorni, fanno parte anche l’ospitalità, la condivisione, la ricerca, la voglia di mettersi in gioco e di innovare nella tradizione. L’estro e la visionarietà di produttori visti “coccolare” le loro “creature” con la musica classica. Preservare il proprio “tesoro” protocollandone ufficialmente la semenza “bio”. Portare avanti un’idea predisponendo i relativi disciplinari. Una genetica che il Gal, da sua missione, vuole custodire e proteggere. Come evidenzia il presidente, Vitaliano Papillo, secondo cui «durante la 3 giorni abbiamo avuto contezza e consapevolezza di ciò che le “Terre Vibonesi” possono offrire, in termini di potenzialità, prodotti, socialità e relazioni umane».

Esperti alla scoperta delle eccellenze del vibonese

Stessa impressione da parte degli esperti lombardi, Nicola Gallinaro e Giulia Lazzarini, secondo cui: «questi primi 3 giorni di lavoro offrono una panoramica, per ora parziale, sulle potenzialità e i valori del territorio. Sapori, cultura, tradizioni e tenace imprenditorialità: fulcro di un programma di rilancio che, attraverso un approccio innovativo, intersettoriale e di sistema, annuncia la costruzione di reti locali e l’integrazione tra produzioni di nicchia e itinerari turistici. Una sfida per lo sviluppo del territorio in cui il Gal svolge un importante ruolo di catalizzatore e coordinatore». Il loro contributo di studio sugli input acquisiti porterà a elaborare dei disciplinari che, successivamente, il Gal discuterà con i diretti interessati per meglio tutelare produzioni che sarebbero andate perse.

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