Il Corsivo | L’amministrazione di Vibo perde pezzi importanti e si riduce ai minimi termini
La nascita del nuovo gruppo consiliare guidato dal consigliere regionale De Nisi, unitamente all’opposizione del capogruppo del Pd Luciano, fanno venire meno anche in termini numerici la solidità iniziale
Due recenti interventi sulla stampa, diversi per contenuti e provenienza, denunciano l’inadeguatezza dell’amministrazione Limardo. Nello specifico ci riferiamo al comunicato con cui il consigliere regionale De Nisi e l’ex senatore Bevilacqua hanno annunciato la nascita del gruppo consiliare di “Coraggio Italia – Cambiamo Vibo” in seno al comune capoluogo, ed a quello con cui il capogruppo del Pd Stefano Luciano ha denunciato il metodo poco ortodosso con il quale vengono gestiti i lavori del consiglio comunale. Prima di entrare nel merito delle questioni è opportuno sintetizzare le posizioni. Il nuovo gruppo consiliare, guidato da Katia Franzè, nasce sul presupposto che occorra cambiare il modus operandi dell’esecutivo: non più la politica delle chiacchiere, caratterizzata da fatui annunci di obiettivi poi puntualmente mancati, bensì quella “del fare”, che privilegia la concretezza nel risolvere i problemi, nell’ottica di anteporre a qualsiasi altra cosa gli interessi generali del territorio e dei cittadini. A tal fine il gruppo si colloca in una posizione di responsabile opposizione che lo indurrà a sostenere i provvedimenti unicamente se gli stessi rivestiranno le caratteristiche da loro menzionate. Quanto al capogruppo del Pd, la sua denuncia tende ad evidenziare come la singolare gestione dei lavori del Consiglio comunale sia funzionale all’intento del sindaco di evitare ogni discussione su tematiche scottanti, al fine di impedire ai consiglieri di opposizione ogni verifica che possa far emergere situazioni anomale.
Due facce della stessa medaglia che nel loro insieme riducono ai minimi storici sia i numeri che la credibilità politica del primo cittadino. Quanto al primo aspetto, basti rilevare come in un Consiglio comunale composto da 32 elementi la maggioranza si regga ormai sui sei consiglieri che fanno riferimento a Vito Pitaro, eletti con la lista Città Futura, e sui superstiti undici consiglieri di Forza Italia, che di fatto però si riducono a dieci, disertando ormai da tempo i lavori del consiglio l’ex capogruppo Naso. In relazione al secondo aspetto, le documentate accuse di “impostazione antidemocratica” mosse da Luciano al primo cittadino rappresentano una pietra tombale per la tanto decantata “trasparenza” che avrebbe dovuto caratterizzare l’operato dell’esecutivo Limardo. Insieme a questi dati di fatto di tutta evidenza, ne esistono altri, magari meno appariscenti ma certamente altrettanto significativi sia in relazione a dinamiche politiche che vanno oltre l’ambito comunale, sia in quanto corroborano le linee dettate dal nuovo gruppo consiliare e le accuse mosse da Luciano.
Il primo caso concerne l’evolversi dei rapporti tra i veri protagonisti/antagonisti della scena politica provinciale, il senatore Mangialavori ed il consigliere regionale De Nisi. I due politici sono agli antipodi: il primo è, a nostro avviso, ormai avulso dalle tematiche di interesse generale ed attento in via primaria alla cura dei suoi sviluppi di carriera; il secondo, anche dopo la conclusione dell’esperienza di presidente della Provincia, ha mantenuto un rapporto diretto e costante con la gente che gli ha consentito di avere una conoscenza delle problematiche territoriali. Riteniamo che per Mangialavori – abituato ad operare al Comune in una specie di regime di monopolio politico – la costituzione del gruppo consiliare che fa riferimento a De Nisi sia stato un brutto risveglio. Inoltre la circostanza che da oggi in poi il senatore sarà costretto a confrontarsi col consigliere regionale oltre che su scala provinciale, dove l’elezione del nuovo presidente non è lontana, anche per quanto concerne le sorti del Comune capoluogo – dove De Nisi gli ha eroso terreno – non sarà semplice da digerire. L’altro dato da evidenziare, per i potenziali sviluppi che potrebbe favorire, consiste nella circostanza che sia le “ linee guida” del gruppo “Coraggio Italia-Cambiamo Vibo”, sia le accuse formulate da Luciano muovono sostanzialmente dalle stesse constatazioni, che possono essere sintetizzate nei seguenti termini: l’esecutivo Limardo produce molte chiacchiere e pochi fatt, tentando di coprire tale modus operandi e la penuria di risultati apprezzabili anche grazie ad una allegra gestione del Consiglio comunale. Stando così le cose, non è difficile ipotizzare che in futuro il gruppo guidato dalla Franzè e le altre forze di opposizione possano ritrovarsi insieme a bocciare determinati provvedimenti.