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Droga: operazione Handover, giovane di Limbadi lascia i domiciliari

Per lui il Tribunale di Palmi ha deciso per la misura cautelare dell’obbligo di dimora

Droga: operazione Handover, giovane di Limbadi lascia i domiciliari
Il Tribunale di Palmi

Lascia gli arresti domiciliari per l’obbligo di dimora nel comune di residenza, Piero Schimio, 26 anni, di Mandaradoni di Limbadi. La decisione è del Tribunale collegiale di Palmi che ha sostituito la misura in accoglimento di un’istanza presentata dall’avvocato Francesco Capria.
Schimio era stato raggiunto da un’ordinanza emessa dal gip lo scorso 20 aprile, nell’ambito dell’operazione denominata Handover-Pecunia Olet, condotta dalla Dda di Reggio Calabria che ha colpito il clan Pesce di Rosarno. Nel processo è stato condannato a 3 anni.

All’imputato veniva contestato, in concorso con Giovanni Burzì, 31 anni, di Joppolo (condannato a 3 anni e 8 mesi), di aver detenuto e trasportato un chilo di sostanza stupefacente, del tipo marijuana, acquistata dai rosarnesi Giuseppe Cacciola, 34 anni, e Antonino Pesce, 28 anni, tramite la mediazione di Salvatore Corrao. Il reato si sarebbe consumato a Rosarno il 13 gennaio 2018. Sarebbe stato Corrao, secondo l’accusa, a mettere in contatto i fornitori, Giuseppe Cacciola (cl. ’87) e Antonino Pesce (cl. ’93), con Giovanni Burzì, intenzionato ad acquistare dieci chili di marijuana, riconoscendogli una provvigione pari a 100 euro per ogni chilo comprato. Giuseppe Cacciola e Antonino Pesce, dopo aver preparato una confezione da un chilo di droga, l’avrebbero “consegnata a Giovanni Burzì e Piero Schimio, con i quali era stato organizzato un incontro tramite Salvatore Corrao”.

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