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Tentato omicidio di Domenic Signoretta a Ionadi: arrestato il latitante Antonio Campisi

Il figlio del broker della cocaina Domenico, a sua volta ucciso, è stato scovato dalla Guardia di finanza e dalla polizia in provincia di Reggio Calabria

Tentato omicidio di Domenic Signoretta a Ionadi: arrestato il latitante Antonio Campisi
Nei riquadri da sinistra: Domenic Signoretta, Antonio Campisi e Rocco Molè
Antonio Campisi

Un blitz della Squadra Mobile di Vibo Valentia, unitamente al Gico ed allo Scico della Guardia di Finanza, ha portato nella notte alla cattura ad Ardore Marina – nel Reggino – del latitante Antonio Campisi, 30 anni, di Nicotera, figlio del broker della cocaina Domenico Campisi, ucciso nel 2011 e legato al clan Mancuso.
Antonio Campisi è destinatario di un fermo di indiziato di delitto da parte dei pm della Dda di Catanzaro, Antonio De Bernardo, e Annamria Frustaci. Il fermo è collegato ad altra ordinanza di custodia cautelare nell’ambito di un’operazione scattata il 16 novembre scorso contro il clan Molè di Gioia Tauro. La polizia è riuscita a localizzare il luogo in cui Antonio Campisi si nascondeva, operando in sinergia con la Guardia di Finanza. L’area è stata quindi cinturata e nella notte è scattato il blitz della Squadra Mobile di Vibo e delle Fiamme Gialle che hanno portato alla cattura di Antonio Campisi.

Antonio Campisi è accusato del tentato omicidio ai danni di Domenic Signoretta, avvenuto a Nao di Ionadi il 19 maggio 2019. In tale missione di morte – poi fallita – è coinvolto anche Rocco Molè, 26 anni, di Gioia Tauro, il “rampollo” dell’omonimo clan attorno al quale ruota l’operazione e che avrebbe ereditato il bastone del comando dal padre Girolamo, detto Mommo, da anni detenuto per scontare condanne definitive per associazione mafiosa ed omicidi. [Continua in basso]

Rocco Molè

Rocco Molè vanterebbe un solido legame con Antonio CampisiDomenico Campisi (padre di Antonio) era invece legato da rapporti di comparaggio con Girolamo Molè, 60 anni, padre di Rocco. In particolare, Girolamo Molè avrebbe fatto da compare d’anello a Domenico Campisi. Domenic Signoretta è stato invece accusato dal collaboratore di giustizia Arcangelo Furfaro di Gioia Tauro di essere uno degli esecutori materiali dell’omicidio di Domenico Campisi. Fatto di sangue che sarebbe stato commesso su mandato del boss di Nicotera Pantaleone Mancuso, alias “l’Ingegnere”.  Un’accusa non sfociata al momento – però – in alcuna contestazione specifica nei confronti di Domenic Signoretta e di Pantaleone Mancuso. Domenico Campisi è stato ucciso sulla provinciale per Nicotera nel giugno del 2011. Avrebbe pagato con la vita l’aver tenuto nascosto a Pantaleone Mancuso (“l’Ingegnere”)ed a Domenic Signoretta alcuni traffici di cocaina.

Antonio Campisi (figlio dell’assassinato Domenico) avrebbe così inteso vendicarsi contro Domenic Signoretta programmando il suo omicidio facendosi aiutare per tale “missione” di morte da Rocco Molè.

Il sopralluogo a Nao di Ionadi per l’agguato

Domenic Signoretta

«Dalle investigazioni in atto – si legge nell’inchiesta della Dda di Reggio Calabria –  è emerso che in data 16 maggio 2019 Rocco Molè e Antonio Campisi si spostavano con una Fiat Panda nella frazione Nao del comune di Ionadi. Prima di partire da Gioia Tauro, Rocco Molè spiegava a Simone Ficarra che doveva andare con Totò, appellativo con il quale Rocco Molè chiamava Antonio Campisi». Dalle intercettazioni, gli inquirenti sono riusciti a capire che Rocco Molè «con Antonio Campisi doveva pianificare l’agguato mortale in danno di Domenic Signoretta» e i due si erano recati il 16 maggio 2019 a Nao di Ionadi «per effettuare una sorta di sopralluogo, dapprima in prossimità dell’abitazione di Domenic Signoretta e poi presso un vicino acquedotto dove verrà poi individuata la Fiat Uno incendiata con all’interno le armi impiegate per attentare alla vita di Signoretta».

CONTINUA A LEGGERE QUI: Rocco Molè e Antonio Campisi dietro l’agguato a Ionadi contro Domenic Signoretta

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