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Commercio al collasso a Vibo, Catania: «Spostare quei 3 milioni sul centro storico»

Il delegato dell’Asscom critica il progetto del mercato rionale di Moderata Durant: «Soldi più utili qui per rilanciare il settore», e ringrazia Console. Che però, da assessore, aveva votato a favore. E che ora replica: «Solo gli sciocchi non cambiano mai idea»

Commercio al collasso a Vibo, Catania: «Spostare quei 3 milioni sul centro storico»

Che il commercio, a Vibo Valentia, sia in coma profondo, lo hanno capito anche le basole del centro storico. Basole che, praticamente da quanto sono state posate quindici anni fa, attendono di essere calpestate da una folla che va su e giù in giro per negozi a fare compere e ad animare quel settore ormai al capolinea. Un settore sul quale è da sempre mancata una visione strategica da parte della politica, visione organica allo sviluppo della città. Ora l’argomento sta flebilmente riprendendo interesse nel dibattito cittadino, ma non come dovrebbe.

Nei giorni scorsi era stato il capogruppo di Con Vibo per Vibo, Nico Console, a lanciare l’idea di rinunciare al progetto del mercato rionale di Moderata Durant e spostare quegli oltre tre milioni di euro in un progetto di rilancio del centro storico, capace di dare una scossa al commercio. Peccato, però, che lo stesso Console, quel primo febbraio 2017, era seduto con i colleghi della giunta di Elio Costa a votare favorevole al progetto del mercato di Moderata Durant. Lo stesso Console, ora, precisa quanto segue: «Sono trascorsi ormai due anni e mezzo da quella votazione, nel frattempo altre dieci attività sono cessate sul corso Vittorio Emanuele. Credo che le impellenze siano altre, oggi, specie considerando il fatto che quel progetto, che doveva essere di rapida realizzazione, dopo tanto tempo non è stato neppure liquidato. Quanto alla mia votazione di allora, ed alla luce di queste considerazioni, dico solo che non appartengo a quella categoria di sciocchi che non cambiano mai idea… L’aggravamento della crisi in centro ha precedenza su tutto il resto».

Ora a sposare l’idea di uno spostamento di questo finanziamento è Michele Catania, delegato Asscom Vibo e Cnl, già presidente di Confcommercio, che ringrazia Console per lo spunto. Non prima, però, di avere constatato amaramente la «totale indifferenza con la quale la notizia del tracollo del settore commercio sia stata accolta dalla rappresentanza politica, culturale e sociale della nostra città». «I motivi per cui anche le grandi aziende scappano dal centro storico – rimarca Catania – sono ormai noti, non esistono servizi essenziali, non esiste pedonabilità, la gestione dei parcheggi ha perso il suo naturale compito di favorire la sosta ed è diventato paradossalmente uno strumento per far cassa, non esiste programmazione: ora devo prendere atto che, davanti ad una simile apocalisse, si tenta maldestramente di far passare il progetto del nuovo mercato rionale, voluto testardamente dal sindaco Costa, mai condiviso e soprattutto non prioritario rispetto alle emergenze della nostra città e che, tra l’altro, è esso stesso icona del fallimento progettuale dell’apparato burocratico, in quanto “venduto” come unica proposta praticabile, come un’opportunità di rilancio e di investimento in un quartiere che è ostaggio di un fallimentare sistema di urbanizzazione e che ha una vocazione diametralmente opposta a quella commerciale».

Da qui l’appello «accorato, da semplice cittadino e commerciante vibonese», al sindaco Maria Limardo, «donna capace e determinata, affinché si possa aprire un confronto sull’utilizzo dei 3 milioni di euro previsti dal progetto della Vibo Sviluppo e che oggi la Provincia, come nuovo soggetto responsabile, ed il Comune, come ente attuatore, dovrebbero avviare; impegnare quei fondi in un progetto più ampio di riqualificazione urbana del centro storico significherebbe moltiplicare gli investimenti e generare nuova ricchezza per il nostro territorio». Pertanto, l’invito esteso a tutti i consiglieri è di «ascoltare anche le istanze dei commercianti del centro storico attraverso l’istituzione di un tavolo di confronto urgente, in modo da condividere la scelta più giusta nell’interesse della categoria e della città».

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