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Imponimento: il clan Anello e il pentito Angotti dalle estorsioni ai voti per due politici

Il collaboratore fa i nomi in udienza dell’ex consigliere provinciale Domenico Fraone (imputato) e dell’ex presidente della Provincia di Vibo Francesco De Nisi che non è indagato. Acquisiti anche i verbali con le dichiarazioni del collaboratore. Soldi in cambio di voti?

Imponimento: il clan Anello e il pentito Angotti dalle estorsioni ai voti per due politici
L'aula bunker dove si sta celebrando il maxiprocesso e nel riquadro il pm Antonio De Bernardo con il procuratore Nicola Gratteri

Deposizione del collaboratore di giustizia, Giovanni Angotti, nell’ultima udienza del processo nato dall’operazione antimafia denominata “Imponimento” contro il clan Anello di Filadelfia in corso dinanzi al Tribunale collegiale di Lamezia Terme. Con il consenso dei difensori e su richiesta del pm, il Tribunale ha acquisito al fascicolo del dibattimento i verbali del collaboratore resi il 30 marzo 2010, il 20 luglio 2010, il 3 giugno 2011 e il 28 settembre 2018. Al tempo stesso, però, il pm della Dda Antonio De Bernardo ha chiesto ed ottenuto di poter rivolgere in aula domande al collaboratore di giustizia su specifiche vicende, dalle estorsioni alle elezioni sino alla raccolta di voti. “Si è protratta per parecchi anni – ha dichiarato il collaboratore in aula, collegato in video conferenza) – la vicenda estorsiva che ha interessato il ristorante pizzeria Nausica. Ricordo che Tommaso Anello ha anche schiaffeggiato il titolare. Per più anni ed almeno sino al 2008 è durata anche l’estorsione all’oleificio Cristiano, mentre sin dal 2002 sono iniziate le estorsioni – da maggio a settembre per parecchi anni – ai danni del lido La Riviera di Curinga e stessa cosa per il villaggio Porto Ada. Le attività turistiche ed alberghiere nel mirino degli Anello – ha aggiunto il collaboratore Angotti – erano tutti i lidi della costa da Curinga sino a Vibo. In particolare, i fratelli Fruci si occupavano dei villaggi che vanno da Curinga a Pizzo e delle aziende più grosse. Tommaso Anello l’ho conosciuto tramite Domenico Mazzotta e l’ho poi incontrato di nuovo a casa di Vittorio Sia”. Vittoria Sia, ritenuto il boss di Soverato, è stato ucciso il 22 aprile del 2010. Rispondendo alle domande dell’avvocato Rania, difensore di Tommaso Anello, il collaboratore ha affermato di non ricordare l’anno nel quale Mazzotta gli presentò Tommaso Anello e di essere stato arrestato nel 2008 per maltrattamenti alla figlia”. [Continua in basso]

Le dichiarazioni di Angotti sulle elezioni

Passando al capitolo delle elezioni e della raccolta dei voti, Giovanni Angotti – rispondendo prima alle domande del pm Antonio De Bernardo e poi dell’avvocato Rania – ha fatto in aula i nomi di due esponenti politici: l’ex consigliere provinciale di Forza Italia Domenico Fraone (nei cui confronti la Dda nel troncone con rito abbreviato ha chiesto la condanna a 12 anni di reclusione) e l’ex presidente della Provincia di Vibo, Francesco De Nisi (ex Martgherita, attuale consigliere regionale con “Coraggio Italia” e non indagato nel procedimento Imponimento). “Domenico Fraone – ha dichiarato in udienza Angotti – è un commercialista collegato agli Anello che gli giravano i voti in cambio di lavori. Gli Anello lo facevano votare anche in cambio di soldi. Lo so perchè me lo disse lo stesso Fraone che aveva tale accordo con Tommaso Anello. Lo stesso Tommaso Anello – ha aggiunto il collaboratore – mi disse di votare alla Provincia per De Nisi e di girargli i voti e così pure per Fraone e Forza Italia con la quale era candidato Fraone. Ricordo che Fraone mi chiese i voti quando era candidato alla Provincia: una volta con Forza Italia e una volta con De Nisi nel 2008”.

L'aula consiliare della Provincia di Vibo

Francesco De Nisi non è indagato ed ha sempre smentito ogni collegamento con Angotti nel cui capo di imputazione (associazione mafiosa) si legge che lo stesso dal 2008 al 2010 (prima di collaborare con la giustizia) si occupava, per conto dell’organizzazione (clan Anello) «delle richieste estorsive e del sostegno elettorale ai candidati vicini o alla consorteria, come in occasione dell’appoggio fornito a De Nisi Francesco alle elezioni provinciali del 2004 e del 2008».

Gli inquirenti sostengono che in occasione delle elezioni per il “rinnovo del Consiglio provinciale di Vibo Valentia che si sono tenute il 13 aprile 2008 – all’esito della quale veniva eletto Presidente della Provincia di Vibo Valentia Francesco De Nisi – Fraone Domenico era stato candidato con la lista “Centro è Libertàin appoggio al candidato presidente De Nisi Francesco. All’esito dei risultati elettorali, Domenico Fraone veniva eletto alla carica di consigliere provinciale, avendo ottenuto nel collegio di Filadelfia 684 voti”. Con riferimento alle elezioni provinciali del 2008, il collaboratore di giustizia Giovanni Angotti nell’interrogatorio reso il 3 gennaio 2011 riferiva che il clan degli Anello di Filadelfia aveva appoggiato Domenico Fraone ovvero che “questi aveva pagato gli Anello affinché raccogliessero voti per lui”.

Da segnalare che in precedenza, in sede cautelare, il Tribunale del Riesame di Catanzaro ha annullato l’ordinanza nei confronti di Domenico Fraone e che lo stesso nel febbraio scorso ha presentato una denuncia per calunnia nei confronti del collaboratore di giustizia Giovanni Angotti rappresentando l’impossibilità che lo stesso Angotti girasse tutti i paesi della provincia di Vibo per raccogliere voti per Fraone (per come raccontato dal collaboratore), atteso che Domenico Fraone è stato candidato alle provinciali nel solo collegio di Filadelfia. Fraone è accusato di concorso esterno in associazione mafiosa e intestazione fittizia di beni con l’aggravante mafiosa.

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