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Sant’Onofrio, “Augustus Sakura” ed Ecodistretto: il sindaco spiega i suoi “no”

Antonino Pezzo: «L’obiettivo della giunta è quello di operare in un clima di massima trasparenza e collaborazione, di attuare un nuovo modello di gestione delle strutture pubbliche»

Sant’Onofrio, “Augustus Sakura” ed Ecodistretto: il sindaco spiega i suoi “no”
I locali al centro della polemica di questi ultimi giorni
Il sindaco Antonino Pezzo

«Sant’Onofrio volta pagina, a proposito di scippi, sfratti e revoche. Ciò che spinge un uomo a migliorarsi nasce dalla valutazione di nuove esigenze, portando lo stesso alla realizzazione di nuovi obiettivi. È proprio questa la motivazione principale su cui poggiano le scelte della nuova amministrazione comunale.  Preme evidenziare che ogni scelta adottata non sarà mai frutto di una valutazione politica e/o di mero interesse personalistico. Il principio cardine cui ogni amministrazione deve infatti aspirare è il bene della propria comunità, la tutela dei diritti e degli interessi dei propri cittadini». Lo afferma il sindaco di Sant’Onofrio Antonino Pezzo, il quale interviene in merito al caso dello sfratto dell’associazione di Protezione civile “Augustus Sakura”, dopo che con delibera del primo cittadino è stata revocata la concessione dei locali del Centro operativo comunale, e al suo no alla realizzazione dell’Ecodistretto.

Il sindaco, dunque, aggiunge che «proprio in questa ottica sono da inquadrare le recenti valutazioni della nuova amministrazione.  L’esigenza da cui si muove è quella di effettuare una ricognizione dei bisogni e delle necessità della nostra comunità, comprendere da vicino dove e quali sono gli spazi verso cui indirizzare interventi mirati.  Per operare – prosegue il primo cittadino – l’amministrazione deve inevitabilmente servirsi di tutte quelle realtà presenti sul territorio le quali rivestono la funzione primaria di agire, mediante un leale rapporto di collaborazione con l’organo amministrativo, a servizio e nell’interesse della cittadinanza». [Continua in basso]

L’obiettivo della giunta, puntualizza ancora il sindaco, è dunque quello «di operare in un clima di massima trasparenza e collaborazione, di attuare un nuovo modello di gestione delle strutture pubbliche presenti a Sant’Onofrio, di dare voce ed espressione a tutte le associazioni esistenti sul territorio.  E per fare ciò occorre fare un passo indietro, ripristinare la situazione ex ante e dare avvio a nuovi progetti ancora più ambiziosi rispetto a ciò che già è stato fatto.  Un avvio del procedimento di revoca non vuole significare la pretermissione dei soggetti a cui questo è diretto dalle scelte che verranno operate in futuro; queste infatti includeranno chiunque voglia aderire alle nuove proposte che certamente interesseranno più settori e più ambiti. L’unico interesse è quello di valutare nuove opportunità di intervento, agire per il bene pubblico operando e rispettando, altresì, i principi di libera concorrenza, non discriminazione, trasparenza, proporzionalità, ponendo tutti i soggetti sullo stesso piano e lavorando mediante un rapporto di collaborazione leale».

In ogni caso, sempre a giudizio del capo dell’amministrazione, serve fare una precisazione di ordine tecnico, «e dunque che la legge stessa consente e prevede che la Pubblica Amministrazione possa esercitare il proprio diritto di revoca.  La legge 7 agosto 1990 n. 241 e nello specifico l’art. 21 quinquies disciplina il potere di revoca della pubblica amministrazione, recitando espressamente “Per sopravvenuti motivi di pubblico interesse ovvero nel caso di mutamento della situazione di fatto non prevedibile al momento dell’adozione del provvedimento o, salvo che per i provvedimenti di autorizzazione o di attribuzione di vantaggi economici, di nuova valutazione dell’interesse pubblico originario, il provvedimento amministrativo ad efficacia durevole può essere revocato da parte dell’organo che lo ha emanato ovvero da altro organo previsto dalla legge. La revoca determina la inidoneità del provvedimento revocato a produrre ulteriori effetti.” In particolare, va dato atto che il citato articolo 21-quinques ha accolto una nozione ampia di revoca, prevedendo tre presupposti alternativi, che ne legittimano l’adozione: per sopravvenuti motivi di pubblico interesse; per mutamento della situazione di fatto; per nuova valutazione dell’interesse pubblico originario. La revoca di provvedimenti amministrativi è, quindi, possibile non solo in base a sopravvenienze, ma anche per una nuova valutazione dell’interesse pubblico originario (cosiddetto jus poenitendi).  Le scelte operate dunque  – conclude Antonino Pezzo – si accostano alla legge e rifacendosi a quanto sopradetto, nell’ottica di rivalutare l’interesse pubblico originario, ci impegneremo a rendere reali progetti utili ed innovativi alla portata di tutti».

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