Reportage | Mileto e il carcere mai realizzato divenuto un monumento allo spreco
La struttura non è stata mai avviata, fuori norma già in fase di costruzione e inutile dopo l'abolizione delle Preture. Continua a versare da anni nel degrado più totale nonostante siano stati spesi 16 miliardi di lire
Doveva essere un carcere mandamentale capace di ospitare, a partire dal 1991, almeno ottanta detenuti. Una struttura di circa 10 mila metri quadri di terreno edificato, realizzata a partire dagli anni ‘80 dopo decenni di vicissitudini anche giudiziarie (tangenti, contenzioso con le ditte e quant’altro), che invece ancora oggi continua ad assurgere a mesto simbolo di degrado e sperpero di denaro pubblico, non essendo mai stata inaugurato e utilizzato. Addirittura, all’epoca, erano state in parte realizzate anche le vie di collegamento alle strade principali. La successiva riforma della giustizia, che ha soppresso gran parte delle Preture, ha reso inutile anche la presenza del carcere di Mileto, perché il Piano carcerario varato negli anni ’80 prevedeva la realizzazione di case mandamentali ovunque operasse una Pretura. Un “cadavere” di cemento armato mai completato è rimasto, così, negli anni, il carcere ubicato nei pressi della cattedrale di Mileto con i lavori per il suo completamento che si sono interrotti nei primi anni novanta. [Continua in basso]
Oggi, di tutto questo, rimane il marciume che ancora imperversa nell’intera zona e all’interno della stessa struttura in stato di totale abbandono. E, conseguentemente, l’amarezza per i circa 16 miliardi delle vecchie lire spesi per costruirlo e per munirlo di tutti i relativi elementi d’arredo. E pensare che il costo iniziale dell’intera opera ammontava, negli anni ottanta, sulla carta, a 3 miliardi e 600 milioni di vecchie lire, ma alla fine di miliardi ne sono stati spesi ben 16, sebbene la struttura non sia mai stata inaugurata e sia stata depredata, dai soliti vandali, di ogni arredo.
Tracce di mobilia sono, addirittura, ancora oggi visibili all’interno delle stanze, scampate miracolosamente a quanti negli anni hanno depredato e “spogliato” l’intera struttura. Nel giardino esterno, incredibilmente, a trent’anni di distanza resiste parcheggiato, come se il tempo si fosse fermato, un autentico cimelio del periodo: un’autobetoniera della ditta che provvide alla realizzazione dell’opera. Una vergogna indescrivibile, considerato anche il fatto che il carcere era già fuori norma durante la costruzione per una serie di leggi in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro che, nel frattempo, si sono succedute e che richiedevano quindi un adeguamento della struttura.
L’ex carcere mandamentale di località “Zimbarda”, nel 2016 è passato a titolo gratuito dall’Agenzia del Demanio al Comune di Mileto. Molte le proposte di riconversione avanzate, ad oggi rimaste però miseramente solo sulla carta. La più ambiziosa, quella della creazione di un Polo d’innovazione tecnologica, presentata nel 2018 in pompa magna nel corso di un incontro preparatorio svoltosi lnella sede municipale. Quel giorno, a Palazzo dei normanni si parlò di ambiti della struttura da trasformare in un grande incubatore di impresa dedicato alla ricerca tecnologica, ai processi produttivi a basso impatto, allo start-up (occupazione giovanile-tecnologie avanzate e innovative) e ad una serie di servizi dedicati alla cultura e alle imprese. [Continua in basso]
Attività poliedriche, rivolte ai circuiti dei mercati locali, nazionale ed estero, puntando all’accesso facile a reti e supporti tecnologici a basso costo e incoraggiando il dinamismo legato alla formazione giovanile e alla dimensione di scambio internazionale. Tra le possibilità, anche quella di realizzare un Polo espositivo e congressuale dove organizzare eventi, incontri e formazione, seguendo una strategia di programmazione e gestione mirata ad aprire gli orizzonti verso realtà similari, in Europa e nel mondo. A oltre tre anni di distanza, tuttavia, duole constatare che nessun progresso si è registrato in tal senso.
Nel giugno del 2020, l’attuale sindaco Salvatore Fortunato Giordano, nel tentativo di dare finalmente il via all’auspicata riconversione, aveva proposto alla Procura della Repubblica di Catanzaro di puntare proprio sull’ex Carcere mandamentale di Mileto per la realizzazione dell’aula bunker in cui celebrare il maxiprocesso Rinascita Scott, poi dirottato nell’area industriale di Lamezia Terme. Nella cittadina normanna rimane così l’imponente ecomostro in cemento armato, il degrado circostante e i tanti soldi pubblici spesi per quello che si è dimostrato solo un vero e proprio monumento allo spreco. Con la rabbia che, in questo caso, non si può parlare nemmeno di… un’incompiuta.