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Elezioni Provinciali a Vibo: quando Solano e D’Amico screditavano e offendevano pesantemente De Nisi

Ecco le intercettazioni agli atti dell’inchiesta “Petrol Mafie” fra il futuro presidente della Provincia ed il cugino. Nel “mirino” Francesco De Nisi, ora consigliere regionale con “Coraggio Italia”, partito che ha presentato la sua lista per il rinnovo del Consiglio provinciale

Elezioni Provinciali a Vibo: quando Solano e D’Amico screditavano e offendevano pesantemente De Nisi
A destra nel riquadro Salvatore Solano e il cugino Giuseppe D'Amico
L'aula consiliare della Provincia di Vibo

Si voterà il 18 dicembre per il rinnovo del Consiglio provinciale di Vibo Valentia. Un rinnovo che la legge Del Rio stabilisce debba avvenire ogni due anni. Grazie all’operazione “Petrol Mafie” (nota anche come “Rinascita Scott 2”) della Dda di Catanzaro (scattata ad aprile scorso) siamo in grado di svelare diversi retroscena sulle elezioni che si sono tenute il 31 ottobre del 2018 e che, oltre al rinnovo del Consiglio provinciale, hanno portato alla presidenza Salvatore Solano. Il presidente – in base alla legge Del Rio – resta in carica quattro anni e sono eleggibili a consigliere provinciale i sindaci e i consiglieri comunali in carica. Il voto è ponderato, in ragione della popolazione complessiva della fascia demografica del comune in cui si è sindaci o consiglieri (più popoloso è il centro, maggior peso ha il singolo voto). [Continua in basso]

Giuseppe D’Amico

«Trattando dei rapporti intercorrenti tra Giuseppe D’Amico e Salvatore Solano, si ritiene significativo – ha rimarcato la Dda negli atti dell’inchiesta – riferire quanto carpito in ordine al supporto elettorale garantito dal primo al secondo in occasione delle consultazioni elettorali per le provinciali del 2018. Supporto elettorale che  portava D’Amico a procacciare voti per Solano presso gli elettori dei Comuni di Vibo Valentia, Capistrano, Filandari, Francica, San Nicola da Crissa, Tropea».

E’ il 4 ottobre 2018 quando gli investigatori intercettano una telefonata fra Giuseppe D’Amico (cugino di Salvatore Solano) e l’allora vicesindaco del Comune di Francica Antonio Mondella. «Nel corso della telefonata, D’Amico non mancava di screditare “De Nisi”, riferendosi verosimilmente a De Nisi Francesco – sottolineano gli inquirenti – ex presidente della Provincia di Vibo Valentia».

Questa l’intercettazione fra D’Amico e Mondella: A livello eeee Provincia come sei messo? Presidente della Provincia?” – chiede Giuseppe D’Amico – con Antonio Mondella che risponde: “Eee…siamo già impegnati, perché?”. Giuseppe D’Amico: “Perchè c’è mio cugino”. Antonio Mondella:Chi è tuo cugino?”, D’Amico risponde: Solano”. Mondella:“E di dov’è?”. D’Amico: “di Stefanaconi di dov’è…, il sindaco di Stefanaconi… Salvatore non sai che è mio cugino?”. Mondella: “Ah…siamo là…”. D’Amico: “Ma sicuro?”, Mondella:“Sì, si…poi ci vediamo e parliamo”. D’Amico: “Va bene…vedi che De Nisi coglioneggiatu mi devi garantire…ciao”. Mondella: “Poi ci vediamo e parliamo”. [Continua in basso]

E’ invece il 15 ottobre 2018 quando Giuseppe D’Amico veniva chiamato da Salvatore Solano «per una fornitura di gas. Durante la conversazione – rimarca la Dda – D’Amico si informava su come stesse andando la campagna elettorale, al che Solano, ridendo, rispondeva esortando D’Amico a dare il proprio contributo (lavoriamo…, stiamo lavorando nel nostro piccolo … umilmente e facciamo la parte nostra, tu fai la parte tua e non ti preoccupare”)».

Francesco De Nisi

Proseguendo la telefonata, era quindi Giuseppe D’Amico a chiedere al cugino Salvatore Solano: “Ma senti…ma De Nisi si è ritirato?” Al che Solano rispondeva: “Ma che si è ritirato…quello è un pisciaturi (sinonimo di persona inutile, annotano gli investigatori), quello non vale né per lui, né per gli altri….Di rimando D’Amico chiedeva: “Aaaa…e Bruni?”, con Solano che rispondeva riferendosi a De Nisi:No, Bruni alla fine vota pure…, eh, solo lui…il pisciaturi è lui, solo lui…, se l’è presa personalmente con me senza motivo questo piscialetto di merda…”. D’Amico: “Perché?”, con Solano che rispondeva:E che cazzo so…, prima ha fatto finta che se la prendeva con Mangialavori…poi se l’è presa con me…, lo hanno pompato là, lo hanno caricato…, ora non sa dove deve andare…ora è spaesato…che mi ha detto che solo il sindaco posso fare io…che il presidente della Provincia mi ha detto che non lo faccio di sicuro… Siccome hanno capito che è un traditore dalla nascita…, cominciano a lasciarlo solo…, sta rimanendo da solo…però lui fa le sue partite e noi faremo la nostra…poi vediamo chi più tesse…, chi ha di più da tessere…. A tali esternazioni di Solano, il cugino Giuseppe D’Amico rispondeva, riferendosi alla presidenza ed a Francesco De Nisi,:E che lo può fare lui…, lo può fare lui…, gli dici tu: è vero che lo puoi fare, che con i soldi della Provincia ti sei comprato una casa…”. E Solano di rimando rivolgendosi al cugino: “Bravo…”

Passando poi a parlare, ad avviso degli investigatori, dei voti da ottenere fra San Nicola da Crissa e Capistrano, Giuseppe D’Amico chiedeva di: “Marco…, Marco…”, con Salvatore Solano che rispondeva: “Ormai si sono acchiappati con De Nisi…, Marco mi potrebbe anche votare…ti dico la verità…tu là…ora si può lavorare con Pasquale Fera”. [Continua in basso]

Mangialavori, Solano, Santelli e Pasqua nel 2018

Com’è andata a finire è a tutti noto: Salvatore Solano, sindaco di Stefanaconi, è stato eletto presidente della Provincia di Vibo il 31 ottobre 2018. Nell’ottobre scorso, invece (anche sulla scorta di tali dialoghi intercettati e di tanti altri), è stato rinviato a giudizio con l’accusa di concorso morale nell’effettuare minacce nei confronti degli elettori al fine di costringerli a votare nei confronti dello stesso Solano candidato alla presidenza della Provincia. Accusa che Solano condivide con il cugino Giuseppe D’Amico, ritenuto invece l’esecutore materiale delle minacce agli elettori ed arrestato per una sfilza di altre ipotesi di reato fra cui associazione mafiosa e narcotraffico.
Sotto processo Salvatore Solano ci è finito anche per l’accusa di corruzione (sempre in concorso con il cugino Giuseppe D’Amico) e per turbata libertà degli incanti (in quest’ultimo caso con l’aggravante mafiosa). La Provincia di Vibo Valentia – con decreto presidenziale – in tale procedimento penale si è costituita parte civile, ma il presidente Solano non ha inteso al momento dare le dimissioni.

Salvatore Solano

Francesco De Nisi, invece, ex presidente della Provincia di Vibo Valentia con il centrosinistra, dal 5 ottobre scorso è stato eletto consigliere regionale fra le fila di “Coraggio Italia”, formazione politica di destra che fa capo a livello nazionale al presidente della Regione Liguria Giovanni Toti e che ha come coordinatore regionale in Calabria l’ex senatore di An Franco Bevilacqua. In vista delle prossime elezioni per il rinnovo del Consiglio provinciale (fissate per il 18 dicembre), proprio Francesco De Nisi ed il fratello Maurizio De Nisi (vicesindaco a Filadelfia e coordinatore provinciale di “Coraggio Italia”) hanno approntato una lista con il simbolo del partito. Sosterranno alla presidenza (i candidati e gli eventuali eletti di “Coraggio Italia”) l’azione politica del presidente Salvatore Solano, cioè la stessa persona che nel 2018 denigrava pesantemente Francesco De Nisi al telefono con il cugino Giuseppe D’Amico? A due settimane dal voto – incredibile a dirsi, ma vero – non è dato al momento sapere. Chi vivrà, vedrà.  

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