Tropea, Tar conferma revoca licenza allo Chalet dei fiori
Respinto il ricorso del titolare del locale al quale nel marzo del 2015 il Comune ha imposto la chiusura dell’attività. La vicenda finita anche nella relazione di scioglimento dell’ente per infiltrazioni mafiose
E’ stato rigettato dal Tar il ricorso di Saverio Taccone finalizzato all’annullamento del provvedimento emesso dal Comune di Tropea il 24 marzo 2015 avente ad oggetto l’immediata chiusura dell’esercizio commerciale “Chalet dei fiori” e il divieto di prosecuzione dell’attività di somministrazione di alimenti e bevande e giochi leciti. La revoca delle prescritte autorizzazioni al titolare dell’esercizio commerciale, Saverio Taccone, sono state motivate con la totale abusività dell’immobile in cui è ubicato il locale. Anche per il Tar, l’ordinanza di demolizione emessa nel 2015 dal Comune di Tropea è stata adottata “per carenza di titolo edilizio del manufatto in cui è ubicato lo “Chalet dei fiori””, mentre lo sgombero è stato adottato “per assenza di concessione dell’area demaniale in cui insiste il locale”.
Per i giudici amministrativi sussiste un condizionante rapporto tra la regolarità urbanistico-edilizia di un immobile e la possibilità che esso venga destinato ad attività commerciale, mentre l’accertata abusività dei locali destinati all’esercizio commerciale comporta la revoca dell’autorizzazione, senza che residui spazio a valutazioni di interessi o al disimpegno di attività discrezionale, atteggiandosi detta revoca ad atto dovuto”. Per tali motivi il ricorso di Saverio Taccone è stato respinto. Lo “Chalet dei fiori” – struttura in muratura all’interno di un parco comunale ed adibito ad attività commerciale per la somministrazione di alimenti e bevande – avrebbe occupato abusivamente il suolo dell’area pubblica di Villa Ghirlanda, in assenza “di alcun titolo autorizzativo” e con opere abusive messe nero su bianco dalla polizia municipale. Alla vicenda dello Chalet dei fiori è dedicato un intero capitolo della relazione della Commissione di accesso agli atti che ha poi portato nel 2016 allo scioglimento degli organi elettivi dell’ente per infiltrazioni mafiose.
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