Narcotraffico: inchiesta “Stammer”, Gianluca Pititto lascia i domiciliari
Decisione del Tribunale del Riesame dopo due annullamenti con rinvio da parte della Suprema Corte
Il Tribunale del Riesame di Catanzaro ha revocato gli arresti domiciliari, sostituendoli con l’obbligo di dimora, nei confronti di Gianluca Pititto, 23 anni, di Mileto, coinvolto nell’operazione “Stammer 2 – Melina” con l’accusa di narcotraffico internazionale. Era stata la Cassazione nel marzo scorso ad ordinare un nuovo Riesame. Nel corso della prima pronuncia del Tdl, il Riesame aveva escluso le aggravanti mafiose, nel secondo caso aveva fatto venir meno alcune imputazioni confermando il reato associativo e lo spaccio su Mileto. La Cassazione aveva però annullato con rinvio anche tale verdetto ordinando un nuovo pronunciamento.
Gianluca Pititto – figlio di Salvatore Pititto, già condannato a 20 anni quale capo promotore del narcotraffico – era stato arrestato una prima volta il 24 gennaio 2017 nell’ambito della prima parte dell’inchiesta “Stammer” condotta dalla Guardia di Finanza con il coordinamento della Dda di Catanzaro. In questo caso gli veniva contestato di aver preso parte ad un’associazione a delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, concorrendo nell’importazione di diecimila chili di cocaina dal Sud America con l’aggravante delle finalità mafiose. Al termine del processo con rito abbreviato, il 24 luglio dello scorso anno, Gianluca Pititto è stato però assolto con formula piena dal gup distrettuale. Ora, quindi, la revoca degli arresti domiciliari in accoglimento del ricorso degli avvocati Giuseppe Monteleone e Gianfranco Giunta. Il 26 aprile scorso nel processo “Stammer 2” Gianluca Pititto è stato condannato a 4 anni di reclusione.
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