Nemea: chiesta l’astensione di un giudice e la perizia psichiatrica su Leone Soriano
Processo d’appello contro la consorteria di Filandari. Dodici gli imputati coinvolti nell’inchiesta della Dda di Catanzaro e dei carabinieri del Nucleo Investigativo che hanno ricostruito gli affari illeciti del clan
Richiesta di astensione del giudice Luzzo nel processo d’appello al clan Soriano nell’operazione “Nemea-Rinascita Scott” in quanto lo stesso magistrato era componente anche della Corte che ha emesso la sentenza nata dall’operazione antimafia “Ragno”, sempre contro il clan Soriano di Filandari. E’ quanto hanno chiesto gli avvocati Diego Brancia e Daniela Garisto, con quest’ultima che ha depositato l’ordinanza ammissiva delle prove dell’inchiesta Nemea nel processo Ragno perché da lì deriva il motivo di astensione.
Gli avvocati Diego Brancia e Sergio Rotundo hanno poi chiesto alla Corte di voler sottoporre a perizia psichiatrica Leone Soriano. Richiesta alla quale si è associata la Procura generale.
L’avvocato Daniela Garisto si è poi opposta alla riapertura dell’istruttoria dibattimentale limitatamente ad un capo di imputazione che riguarda Leone Soriano e Giacomo Cichello, La Procura generale ha poi chiesto l’acquisizione di alcune lettere rinvenute a casa di Giuseppe Soriano durante l’ultima perquisizione e nell’eventualità vengano acquisite l’avvocato Garisto ha quindi chiesto ai giudici di riaprire l’istruttoria dibattimentale per sentire i testi sulle modalità acquisitive della corrispondenza. La Corte si è riservata di sciogliere le riserve su tutte le richieste avanzate dai difensori.
Gli imputati in totale sono 12: Leone Soriano, di 54 anni, di Pizzinni di Filandari (condannato a 18 anni e 11 mesi di reclusione con il pm che aveva chiesto per lui 29 anni); Graziella Silipigni, 49 anni, di Pizzinni di Filandari (condannata a 12 anni, moglie del defunto Roberto Soriano. Per lei erano stati chiesti 20 anni); Giuseppe Soriano, 29 anni, di Pizzinni di Filandari (figlio della Silipigni, condannato in primo grado a 13 anni e 8 mesi. Richiesta del pm a 24 anni); Giacomo Cichello, di 33 anni, di Filandari (condannato a 5 anni, con il pm aveva chiesto per lui 18 anni); Francesco Parrotta, di 37 anni, di Filandari, ma residente a Ionadi (condannato a 13 anni. Chiesti per lui in primo grado 26 anni); Caterina Soriano, di 30 anni, di Pizzinni di Filandari (11 anni e 11 mesi la condanna, figlia di Graziella Silipigni. In primo grado chiesti per lei erano stati chiesti 20 anni); Luca Ciconte, di 28 anni, di Sorianello, di fatto domiciliato a Pizzinni di Filandari (marito di Caterina Soriano, condannato a 10 anni e 9 mesi, chiesti per lui 20 anni in primo grado); Domenico Nazionale, 34 anni, di Tropea (assolto in primo grado, chiesto un anno per lui in primo grado); Rosetta Lopreiato, di 51 anni, di Pizzinni di Filandari (moglie di Leone Soriano, assolta in primo grado. Per lei erano stati chiesti 4 anni); Giuseppe Guerrera, 25 anni, di Arzona di Filandari (assolto, chiesto per lui un anno in primo grado); Luciano Marino Artusa, 59 anni, di Arzona di Filandari (assolto, chiesti per lui 4 anni in primo grado); Alex Prestanicola, 29 anni, di Filandari (assolto, chiesti per lui 4 anni in primo grado). Le assoluzioni in primo grado di Domenico Nazionale, Rosetta Lopreiato, Giuseppe Guerrera, Luciano Marino Artusa e Alex Prestanicola sono state appellate dalla Dda di Catanzaro, mentre le condanne di Luca Ciconte, Leone Soriano, Caterina Soriano, Giuseppe Soriano, Francesco Parrotta, Graziella Silipigni e Giacomo Cichello sono state appellate anche dai difensori. [Continua in basso]
Oltre quaranta capi di imputazione, mentre le persone offese erano quattordici. L’inchiesta è stata condotta “sul campo” dai carabinieri del Nucleo Investigativo di Vibo Valentia con il coordinamento del pm della Dda di Catanzaro Anna Maria Frustaci. Successivamente sono confluiti nel processo Nemea anche – come detto – gli atti dell’inchiesta Rinascita-Scott, che vedevano coinvolti Leone e Giuseppe Soriano ed altri imputati, in modo tale da unificare con un solo processo i due procedimenti.
Nel collegio di difesa figuravano gli avvocati: Giuseppe Di Renzo (per Caterina Soriano e Luca Ciconte), Giovanni Vecchio (per Francesco Parrotta), Diego Brancia (per Leone Soriano, Rosetta Lopreiato, Graziella Silipigni, Giuseppe Soriano e Alex Prestanicola), Daniela Garisto (per Giuseppe Soriano, Luca Ciconte, Graziella Silipigni, Caterina Soriano e Giacomo Cichello), Sergio Rotundo (per Alex Prestanicola e Luciano Marino Artusa), Francesco Schimio (per Nazionale), Mario Bagnato (per Nazionale), Vincenzo Brosio (per Luciano Marino Artusa), Salvatore Staiano (per Leone Soriano e Rosetta Lopreiato), Pamela Tassone (per Giuseppe Guerrera).