Droga: dipendente della Provincia di Vibo a giudizio insieme al figlio
La Procura gli contesta la detenzione illegale di marijuana ed hashish dopo una perquisizione domiciliare eseguita dai carabinieri. Già indagato in altra inchiesta, è fratello dello scomparso capo della ripartizione Urbanistica del Comune di Vibo che ha legato il suo nome alla variante al Prg
Tocca indirettamente anche la Provincia di Vibo Valentia, l’attività investigativa dei carabinieri della Stazione di Filandari che il 6 marzo dello scorso anno ha portato al sequestro di sostanza stupefacente al termine di una perquisizione domiciliare ed ora ad un decreto di citazione diretta a giudizio del pm della Procura di Vibo Valentia, Eugenia Belmonte. Il 10 marzo prossimo, infatti, dinanzi al Tribunale monocratico di Vibo (giudice Conforti) si aprirà il processo nei confronti di Antonio Minarchi, 60 anni, di Vibo Valentia, e del figlio Paolo Minarchi, 34 anni.
Antonio Minarchi è un geometra, impiegato dell’amministrazione provinciale (Ufficio Viabilità) assunto a tempo indeterminato dal gennaio 2003. Padre e figlio sono accusati di concorso materiale e morale nella detenzione illegale (per uso non esclusivamente personale ad avviso della Procura e dei carabinieri) di 32 grammi di marijuana e 2,05 grammi di hashish. La sostanza stupefacente è stata trovata dai militari dell’Arma della Stazione di Filandari all’interno dell’abitazione dei Minarchi, a Vena di Ionadi, al termine di una perquisizione. In particolare, marijuana e hashish sono stati rinvenuti in uno scomparto del mobile porta televisore ubicato nel soggiorno dell’abitazione e poi anche sopra un tavolino in vetro. La sostanza stupefacente era suddivisa in sei involucri dai quali – stando al capo di imputazione – era possibile ricavare un contenuto netto di principio attivo puro per un totale di 3,755 mg., ottenendo quindi numerose dosi medie singole.
I carabinieri hanno poi rinvenuto nell’abitazione anche un bilancino di precisione per il quale – stando all’annotazione di polizia giudiziaria – Antonio Minarchi «alludeva che la destinazione d’uso fosse quella di verificare il peso esatto dello stupefacente che acquistava di volta in volta». Padre e figlio spiegavano poi ai carabinieri che la sostanza rinvenuta era per uso personale pur dando versioni discordanti circa l’acquisto. In tale procedimento penale Antonio Minarchi è difeso dagli avvocati Santo Cortese e Mario Bagnato. Paolo Minarchi è assistito dall’avvocato Santo Cortese. [Continua in basso]
Antonio Minarchi indagato anche in altra inchiesta
Antonio Minarchi è attualmente indagato dalla Procura di Vibo Valentia anche in altra inchiesta, questa volta quale dipendente dell’ente e direttore dei lavori di somma urgenza per il ripristino e la messa in sicurezza della strada provinciale numero 30 Nicotera-Nicotera Marina e della provinciale numero 23 Spilinga-Nicotera a seguito degli eventi alluvionali del giugno 2018. In questo caso il reato ipotizzato è quello di concorso in abuso d’ufficio con ingiusto vantaggio patrimoniale. Insieme a lui sono indagati anche Antonio Francolino (dipendente dell’ente, in qualità di responsabile del procedimento) e Pasquale Romano (legale rappresentante dell’impresa “Romano srl”). Secondo l’accusa, in concorso tra loro, Antonio Minarchi e Antonio Francolino – rispettivamente tecnico e responsabile del settore Viabilità dell’amministrazione provinciale, ossia in qualità di pubblici ufficiali – nello svolgimento delle rispettive funzioni avrebbero abusato dei poteri del proprio ufficio violando specifiche regole di condotta espressamente previste dalla legge, e in particolare i principi di correttezza, imparzialità e buon andamento della pubblica amministrazione, oltre alla violazione della procedura per l’affidamento dei lavori di somma urgenza.
Dopo aver proceduto all’affidamento diretto in favore dell’impresa di Pasquale Romano dei lavori di somma urgenza per il ripristino e la messa in sicurezza della strada provinciale Nicotera-Nicotera Marina nel mese di giugno 2018, a seguito di eventi meteorologici a carattere alluvionale, Minarchi e Francolino «affidavano nuovamente alla medesima impresa, nel mese di agosto 2018 – si legge nella contestazione elevata dalla Procura – i lavori con la procedura di somma urgenza per il completamento delle stesse opere realizzate due mesi prima lungo il medesimo tratto di strada (S.p. num. 30 Nicotera – Nicotera Marina), nonché i lavori da eseguirsi sulla S.p. 23 Spilinga-Nicotera in località “Madonna della Scala” relativi alla costruzione di gabbioni, raccolta di acque bianche e ripristino di un canale in cemento». Il tutto, secondo l’accusa, in assenza dei requisiti previsti dalla legge «ovvero di quelle situazioni impreviste, imprevedibili e comunque non preventivamente note all’amministrazione provinciale che comportino un imminente pericolo alla pubblica e privata incolumità, così procurando intenzionalmente – conclude la Procura – a Pasquale Romano un ingiusto vantaggio patrimoniale consistito nell’importo totale dei lavori quantificato in 184.220,00 euro».
Antonio Minarchi è fratello di Elio Minarchi, sino all’anno della sua morte (1995) capo ripartizione dell’ufficio Urbanistica del Comune di Vibo Valentia. Un personaggio – lo scomparso Elio Minarchi – di cui si parla anche nell’inchiesta Rinascita Scott attraverso le dichiarazioni del testimone di giustizia Luigi Farris (LEGGI QUI: Rinascita-Scott: Farris e i legami fra i clan di Vibo e la massoneria. L’ombra della mafia sul Prg ) e dell’ex vigile urbano del Comune di Vibo Bruno Villone (LEGGI QUI: “Rinascita”: il “Sistema Vibo” nel patto fra clan, massoneria e malaffare).
Elio Minarchi ha legato il suo nome alla “variante Karrer”, strumento adottato per “aggiornare” il Piano urbanistico precedente di Vibo Valentia i cui elaborati sono stati all’epoca trovati dagli investigatori antimafia in mano a personaggi coinvolti nell’operazione denominata “Tornio”.
LEGGI ANCHE: Rinascita-Scott: Farris e i legami fra i clan di Vibo e la massoneria. L’ombra della mafia sul Prg
Lavori per l’alluvione del 2018: indagati due dipendenti della Provincia di Vibo
“Rinascita”: il “Sistema Vibo” nel patto fra clan, massoneria e malaffare