giovedì,Novembre 28 2024

Guardia medica chiusa a Nicotera: «Disumano lasciare migliaia di cittadini senza»

Ad intervenire è la consigliera comunale di minoranza Buccafusca, che punta il dito contro l'Asp di Vibo e dice: «È ora di unirci al di là del colore politico e protestare, con l’obiettivo di chiedere interventi adeguati direttamente alla nuova Giunta regionale»

Guardia medica chiusa a Nicotera: «Disumano lasciare migliaia di cittadini senza»
L'ospedale di Nicotera, sede anche della Guardia medica
Maria Adele Buccafusca

La sospensione della Guardia medica di Nicotera – a partire da lunedì 15 novembre, per carenza di personale – ha fin da subito provocato la dura reazione dei cittadini, non solo nel comune costiero ma anche nella vicina Limbadi che non avendo un proprio servizio di continuità assistenziale faceva riferimento proprio a quello ora – temporaneamente – sospeso. Ad intervenire sula questione Maria Adele Buccafusca, consigliere comunale di minoranza del gruppo “MoviVento per Nicotera”, che parla di decisione «disumana» da parte dell’Asp di Vibo Valentia. [Continua in basso]

Il cartello affisso alla porta della Guardia medica

«Non ha alcuna importanza se la sospensione sia provvisoria o definitiva – afferma Buccafusca -, perché sappiamo che al nostro presidio sanitario di Nicotera ricorre un’utenza che va da Joppolo a Limbadi, da San Calogero a Rombiolo. Pertanto, non si può lasciare neanche per un giorno, neanche per una sola notte, migliaia e migliaia di cittadini privi di una Guardia medica, con un’ambulanza non medicalizzata, senza medico a bordo, con l’ospedale più vicino che dista 25 minuti e che possono diventare molto di più in caso di cattivo tempo. Non si può: è disumano!».

Buccafusca parla poi di «silenzio assordante delle istituzioni locali», che «così impegnate più sul fronte della facciata esterna del Palazzo da non vedere ciò che di grave sta succedendo a danno della nostra comunità, a cui viene negato il diritto di ricevere soccorso». Ma il dito è puntato soprattutto contro l’Azienda sanitaria provinciale, rea di aver «condotto» il territorio nicoterese in una «situazione disastrosa». La consigliera di opposizione ricorda la protesta del 13 settembre davanti alla sede di via Dante Alighieri a Vibo (dopo la riduzione del servizio di Guardia medica da h24 a h12) e l’incontro del 5 ottobre tra una delegazione di cittadini e il management dell’Asp. Ma non è servito a niente, dice Buccafusca. «Nulla è bastato per convincere la dottoressa Bernardi e la sua squadra, che la comunità del territorio nicoterese ha il diritto alla salute, ha il diritto al ripristino di un servizio di emergenza sanitaria». [Continua in basso]

Cosa fare ora? «In tale situazione non ci resta che augurarci di stare sempre bene». Ciò non vuol dire, però, star fermi ed aspettare: «È arrivato il momento di dire basta. È arrivato il momento di organizzarci come cittadini liberi e pacifici che, al di là del colore politico, hanno il diritto/dovere di portare avanti una battaglia di civiltà, perché la salute non appartiene alla destra o alla sinistra. La salute è di tutti e l’assistenza sanitaria non può diventare un privilegio o un miraggio, come se i cittadini del nostro territorio, e Comuni limitrofi, fossero in guerra. È ora – conclude Buccafusca – di unire le forze e di dare vita ad una protesta collettiva mirata a interloquire con la nuova Giunta regionale, informarla sulla situazione disastrosa e di-su-ma-na, in cui l’Asp di Vibo ci ha condotti, e chiedere interventi adeguati».

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