Omicidio Fiorillo a Longobardi: condannato Antonio Zuliani – Video
Il delitto il 15 dicembre 2015 in una zona non lontana dalla stazione ferroviaria di Vibo-Pizzo. Nel febbraio scorso si è arrivati ad altri due arresti
E’ arrivata la condanna per Antonio Zuliani, 27 anni, di Piscopio, nel processo celebrato con rito abbreviato per l’omicidio del 45enne Francesco Fiorillo, commesso il 15 dicembre del 2015 nella frazione Longobardi. Il gup del Tribunale di Vibo Valentia, Pia Sordetti, in accoglimento della richiesta del pm Concettina Iannazzo, ha condannato l’imputato a 14 anni di reclusione. La pena tiene conto dello sconto di un terzo per via della scelta del rito abbreviato e del riconoscimento delle attenuanti generiche. [Continua dopo la pubblicità]
La ricostruzione del delitto, effettuata con tecniche 3D dal servizio di Polizia Scientifica dello Sco (Servizio centrale operativo della polizia), unitamente all’esame approfondito dei tabulati telefonici, nonchè ai riscontri forniti dall’esame del Dna ritrovato su un paio di guanti di lattice abbandonati all’interno di una busta in cellophane trovata a circa 75 metri di distanza dall’abitazione di Fiorillo, sulla via di fuga utilizzata dai killer, hanno permesso alla polizia di risalire al 27enne di Piscopio. In particolare, su uno dei guanti, che aveva il dito indice tagliato, sono state individuate anche tracce di polvere da sparo. Dallo stesso elemento è stato quindi isolato il profilo biologico di un individuo di sesso maschile. Le successive comparazioni biologiche tra il profilo isolato sul guanto e quello di Zuliani, hanno permesso di ottenere un “match” positivo. L’indagine della Squadra Mobile di Vibo non si è fermata all’arresto nel marzo 2018 di Antonio Zuliani, accusato di aver aperto il fuoco contro la vittima. Proprio la detenzione di Zuliani ha permesso agli inquirenti di arrivare agli altri due presunti complici nel delitto: Arcangelo Michele D’Angelo, 29 anni, di Piscopio, e Saverio Ramondino, 26 anni, di Vibo Valentia, arrestati nel febbraio scorso. Le parziali ammissioni di Zuliani in ordine al fatto di aver esploso colpi di pistola prima dell’omicidio, ma il tentativo di allontanare da sé stesso le responsabilità per il fatto di sangue addossandole a D’Angelo e Ramondino, hanno permesso agli investigatori di chiudere il cerchio su tutti i presunti esecutori materiali dell’omicidio per il quale si cerca ancora l’esatta individuazione del movente.
Le indagini proseguono quindi anche su altro filone. Non pochi sono infatti i contatti con altra inchiesta per prostituzione minorile nel Vibonese che ha già portato alla condanna, fra gli altri, dell’ex parroco di Zungri. La Squadra Mobile di Vibo ed il pm Concettina Iannazzo non lasciano nulla al caso al fine di avere un quadro quanto mai definito in ordine a tutti gli elementi di responsabilità ed a tutti gli aspetti di una storia che aspetta ancora – almeno per quanto attiene il movente – di essere scritta nella totale interezza. Nel frattempo è arrivata la condanna per Antonio Zuliani (cugino di Rosario Battaglia e Rosario Fiorillo, indicati quali capi del clan dei Piscopisani), mentre la difesa dell’imputato – rappresentata dall’avvocato Domenico Anania – aveva chiesto l’assoluzione. In foto dall’alto in basso: Antonio Zuliani, Francesco Fiorillo e il pm Concettina Iannazzo
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