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Festini a luci rosse e cocaina a Vibo nel racconto del pentito Moscato

Agli incontri in casa di Davide Fortuna avrebbero partecipato diverse ragazze ed un finanziere. Il collaboratore svela i rapporti compromettenti del clan dei Piscopisani

Festini a luci rosse e cocaina a Vibo nel racconto del pentito Moscato

Festini a luci rosse con tanto di cocaina da consumare e partecipanti dai nomi insospettabili fra cui un finanziere. Rischiano di creare non poco imbarazzo anche negli ambienti della “Vibo bene”, le confessioni ai magistrati della Dda di Catanzaro di Raffaele Moscato, ex killer del clan dei Piscopisani e fra i vertici della consorteria mafiosa. Verbali scottanti agli atti dell’operazione “Rimpiazzo” che potrebbero mettere nei guai più di qualche “colletto bianco”. Raffaele Moscato spiega di aver fornito personalmente ed in più occasioni cocaina per uso personale ad un finanziere in cambio di informazioni preziose. Come quella volta che il finanziere avrebbe avvertito il futuro collaboratore di giustizia in ordine all’installazione di una telecamera dinanzi all’ingresso della casa di Raffaele Moscato ad opera della polizia. Raffale Moscato giura poi di aver visto personalmente il finanziere simulare più volte il sequestro di sostanze stupefacenti nei bagni delle discoteche No Mas e Atmosfera a Catanzaro, mostrando il tesserino a giovani sorpresi mentre assumevano cocaina per poi sequestrarla, tenerla per sé e consumarla. I giovani assuntori non sarebbero stati così denunciati, con il finanziere pronto a vantarsi ed a ripetere di averli “graziati”. Raffaele Moscato ha spiegato agli investigatori in un verbale del 2015 di aver frequentato il finanziere nel 2009-2010 e che in un’occasione lo stesso avrebbe trattenuto per sé cinquanta capi di abbigliamento sequestrati alla dogana. La conoscenza del personaggio da parte del Moscato risalirebbe tuttavia al 2006 in quanto lo stesso sarebbe stato solito accompagnarsi ad un ragazzo di Vibo Marina il cui padre avrebbe aperto un bar in Lombardia in società occulta con il boss della ’ndrangheta Antonio Mancuso. Il bar è stato poi chiuso e successivamente – a detta di Moscato – aperto un mini casinò nelle Marinate di Vibo. Questa volta, però, il boss Antonio Mancuso si sarebbe rifiutato di contribuire con un proprio prestito alla realizzazione dell’attività. 

Il ricordo dei festini a luci rosse con la consumazione di cocaina in un’abitazione di Davide Fortuna a Bivona, risale invece al 2006. Raffaele Moscato racconta che il finanziere partecipava unitamente alla persona con cui si accompagnava e ad altri personaggi di Vibo Valentia e Vibo Marina, unitamente a diverse ragazze. A procurare la cocaina, gli stessi Raffaele Moscato e Davide Fortuna, quest’ultimo poi ucciso nel luglio del 2012 sulla spiaggia di Vibo Marina da killer assoldati dal clan Patania di Stefanaconi. Moscato ricorda di non aver consumato la cocaina, ma aver provato solo un paio di volte per concludere che non faceva per lui. Gli “ospiti”, invece, non si sarebbero fatti troppi problemi, tanto che il finanziere avrebbe partecipato all’acquisto della sostanza stupefacente insieme agli altri partecipanti ai festini pur essendo ben consapevole che Rosario Battaglia, Rosario Fiorillo e Michele Fiorillo commettevano anche degli omicidi, mentre Davide Fortuna – a detta di Moscato – importava la cocaina anche dal Sud America. “Il finanziere era intimorito da Battaglia e dai Fiorillo – ricorda il collaboratore – ma comunque si avvicinava a loro”. Quanto basta per non far dormire sonni tranquilli a diversi personaggi che, negli anni, sono venuti a contatto con i giovani del clan dei Piscopisani. Una consorteria criminale e spavalda, quanto efferata, alla quale la giustizia presenta ora il conto. E non finisce qui…                               LEGGI ANCHE: ‘Ndrangheta: i boss e il summit nelle Serre per la Tangenziale Est di Vibo e l’autostrada

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