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Confisca a Giovanni Mancuso per 20 milioni di euro, si va in appello

L’operazione “Terra nostra” è stata portata a termine dalla Dda di Catanzaro e dalla Guardia di finanza. Nel mirino beni mobili e immobili, conti correnti, imprese, autoveicoli e terreni. Ecco tutti i destinatari del provvedimento

Confisca a Giovanni Mancuso per 20 milioni di euro, si va in appello
Giovanni Mancuso

La Corte d’Appello di Catanzaro (Sezione misure di prevenzione) ha fissato al 17 novembre prossimo il ricorso di Giovanni Mancuso, 80 anni, di Limbadi, avverso il decreto con il quale il Tribunale ha disposto la confisca di beni per un valore di quasi 20 milioni di euro. Nello specifico si tratta di 92 terreni, 29 fabbricati, 6 autoveicoli, un trattore agricolo, due aziende agricole, alcune ditte individuali. Beni ritenuti riconducibili a Giovanni Mancuso, ma formalmente intestati a prestanomi.
Tra gli immobili oggetto di confisca, ricadenti nei comuni di Milano, Limbadi, Nicotera, Filandari, Rombiolo, Zungri, Drapia e Vibo Valentia, spiccano capannoni industriali, terreni, immobili, una villa residenziale composta da tre piani, nonché diverse autovetture e mezzi agricoli.

La Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro con la Guardia di Finanza hanno fatto emergere che Giovanni Mancuso, unitamente ad altre 23 persone, facenti parte del medesimo nucleo familiare, controllava tutte le attività economiche del comune di residenza e dei centri vicini, ricavandone illeciti proventi e costituendo un ingente e diversificato patrimonio di beni mobili, immobili, aziende agricole, imprese commerciali e disponibilità finanziarie, detenuti sia da lui direttamente che attraverso prestanomi ai quali era stata attribuita, fittiziamente, la titolarità o la disponibilità di beni, al fine di eludere le disposizioni di legge previste dalla vigente normativa antimafia in materia di prevenzione patrimoniale. [Continua in basso]

La Corte d'Appello di Catanzaro

Giovanni Mancuso è difeso dagli avvocati Giuseppe Di Renzo e Maurizio Nucci, unitamente a Maria Giacco, moglie di Mancuso. La confisca interessa anche tutti i rapporti bancari con saldo attivo, cassette di sicurezza, titoli, libretti di risparmio, buoni fruttiferi, Bot, Cct ed ogni altra disponibilità finanziaria con saldo attivo superiore a mille euro, appartenenti a: Marco Mancuso (49 anni, figlio di Giovanni Mancuso), Giuseppe Mancuso (31 anni, figlio di Giovanni Mancuso), Rosanna Ruffa (31 anni, moglie di Giuseppe Mancuso), Rosaria Mancuso (48 anni, figlia di Giovanni Mancuso), Francesco Mercuri (51 anni, marito di Rosaria Mancuso), Cesare Limardo (28 anni, figlio del primo matrimonio di Rosaria Mancuso). A tali soggetti sono stati sequestrati anche diversi beni mobili (auto) e immobili (fra terreni e abitazioni).

Sequestrata poi l’azienda agricola “Molino Pasquale” sita a Limbadi in via Principe di Piemonte di proprietà di Pasquale Molino, 32 anni, nipote di Giovanni Mancuso, 15 terreni ed un fabbricato intestati a Gaetano Molino, 62 anni, di Limbadi (marito di Silvana Mancuso, figlia di Giovanni Mancuso), oltre all’azienda agricola di Giuseppe Mancuso. La confisca interessa anche Clementina Moschella, 57 anni, di Roma e Domenico Pata, 73 anni, di Rombiolo.
Interessati alla discussione anche gli avvocati Daniela Garisto, Antonio Maccarone e Francesco Schimio.

Giovanni Mancuso, pluripregiudicato, sorvegliato speciale di pubblica sicurezza e ritenuto esponente dell’omonimo clan, è stato condannato9 anni di reclusione per il reato di usura al termine del processo nato dall’operazione denominata “Black money”, ma assolto dall’accusa di associazione mafiosa. Nel 1975 Giovanni Mancuso è stato condannato per concorso in sequestro di persona a scopo di estorsione. La misura di prevenzione patrimoniale applicata (operazione denominata “Terra nostra”) ha preso in considerazione, sotto il profilo della pericolosità sociale, i fatti che hanno riguardato il Mancuso relativi al periodo temporale decorrente dall’anno 2004 e, in particolare, quelli che hanno formato oggetto del procedimento penale concluso, il 27 marzo 2013, con l’operazione antimafia “Black Money“.

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Sequestro patrimoniale ai danni di Giovanni Mancuso e dei familiari – Video

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