Storie e leggende dell’ammiraglio calabrese Occhialì a Palazzo Santa Chiara
L’ultimo libro del docente e scrittore Enzo Ciconte sarà presentato al Sistema bibliotecario vibonese domani, 17 aprile
Il Sistema bibliotecario vibonese ospiterà domani, 17 aprile, dalle ore 18, la presentazione de “Il grande ammiraglio. Storia e leggende del calabrese Occhialì, cristiano e rinnegato che divenne re” (Rubbettino, 2018), il nuovo lavoro che lo scrittore Enzo Ciconte (docente di Storia della criminalità organizzata all’Università di Roma Tre e di Storia delle mafie italiane all’Università di Pavia) ha dedicato alla figura di Occhialì, giovane calabrese sconosciuto e destinato a una vita difficile nel suo paese, ma che riesce a conquistare gloria e potere nella lontana Turchia. L’evento, promosso dal Sbv in collaborazione con la delegazione Fai di Vibo Valentia e Rubbettino Editore, vedrà la partecipazione di Teresa Saeli, presidente delegazione Fai Vibo Valentia, Domenico Romano Carratelli, presidente Accademia bibliofili e Stefano Mandarano , direttore de Il Vibonese.
La storia di Occhialì è intrigante ed affascinante, ed è quella di un povero giovinetto calabrese sconosciuto e destinato a una vita difficile nel suo paese, che riesce a raggiungere gloria e potere in un paese straniero dove ha avuto la stima di quattro imperatori, a conferma delle sue capacità non solo militari, universalmente riconosciute in campo amico e in campo nemico, ma anche dalla sua abilità di tessere relazioni personali, di costruire rapporti, amicizie, interessi. Il suo personaggio richiamò l’attenzione dei contemporanei e, inevitabilmente, il suo fascino è arrivato fino a noi. La sua vita si svolse tutta sulle sponde e nelle acque del mar Mediterraneo e ci racconta fatti accertati storicamente, ma è una vita che affascina perché ha molti tratti di fiaba e di favola che incantano e attraggono. La Calabria ha dimenticato questo suo figlio e la sua storia ha avuto un andamento carsico: s’inabissa per molto tempo per poi riemergere all’improvviso quando uno meno se lo aspetta. La Turchia ha di lui un ricordo più solido e duraturo perché quello che ha fatto non è stato dimenticato e la sua tomba continua ad essere visitata, meta di pellegrinaggi e di curiosi.