Arti marziali, Vibo “capitale” italiana del Wushu-Kung fu – Video
Al PalaValentia atleti provenienti da tutta Italia per la dodicesima edizione del torneo "Drago di Primavera". In vetrina i migliori talenti della più antica arte marziale cinese
Ventiquattro associazioni e più di quattrocento iscritti provenienti da tutta Italia per due giorni di gare. Sono i numeri della dodicesima edizione del torneo “Drago di Primavera”, una delle competizioni più attese e prestigiose tra quelle legate al Wushu – Kung fu, la più antica delle arti marziali cinesi. Un evento, organizzato dall’Accademia centrale “Wushu Catanzaro”, guidata dal maestro Massimo Scalzo, che mette in mostra i migliori talenti del Wushu – Kung fu e che ha trasformato Vibo Valentia nella capitale di questa disciplina sempre più in voga tra i ragazzi, anche piccolissimi.
Il Wushu si è sviluppato per millenni, facendo parte integrante di diverse religioni e culture cinesi, non prevedendo solamente una preparazione fisica ma trovando nel Wushu una capacità psicologica per il rafforzamento dei propri pensieri, della propria vitalità oltre che della propria salute. Per questo lungo periodo di tempo è stato adottato anche come mezzo, arte di difesa e offesa sia nei campi di battaglia che contro nemici individuali. Nella Repubblica Popolare Cinese, il wushu è materia di insegnamento nelle scuole, con gli insegnanti che si laureano all’Istituto di Educazione Fisica di Pechino – specializzazione Wushu. Il valore atletico del wushu dei nostri giorni si ritrova nell’educazione e nell’affinamento dei movimenti che devono risultare comunque fluidi, morbidi, eleganti nella loro veloce e spesso complessa successione di gesti, movimenti nei quali la centralità e l’equilibrio del corpo è fondamentale. Dopo il successo di immagine che il wushu ha avuto partecipando quale disciplina dimostrativa orientale ai Giochi Olimpici di Berlino del 1936, gradualmente si è modificato tecnicamente adattandosi alle esigenze competitive dell’occidente diventando un interessante sport internazionale, ponendo le premesse per diventare uno sport olimpico.
Gli stili nel Wushu. Lo sport del Wushu comprende due discipline chiamate: Taolu e Sanshou. Il Taolu, un insieme di movimenti di attacco e difesa, si suddivide in esercizi effettuati a mani nude, esercizi con armi, esercizi di gruppo e combattimenti prestabiliti. Gli esercizi a mani nude includono i seguenti stili: Changquan (stile del nord), Nanquan (stile del sud), Taijiquan, Xinylquan, Baguazhang, Tongbeiquan, Ditangquan. Gli esercizi con armi comprendono gli stili della sciabola, della spada, della lancia, della doppia sciabola, della frusta con nove sezioni, e del bastone. I combattimenti prestabiliti possono essere svolti da due, tre o più atleti e sono divisi in esercizi con o senza armi. Il Sanshou è una forma di combattimento a pieno contatto, che si esegue con gli arti inferiori, con gli arti superiori e con diverse tecniche di proiezione.
Le forme moderne. A livello agonistico internazionale le competizioni prevedono nella disciplina del Taolu, sia maschile che femminile dieci stili: Changquan, Nanquan, Taijiquan, Daoshu, Jianshu, Nandao, Taijian, Qiangshu, Gunshu, Nangun. Nella disciplina del Sanshou, per soli uomini, sono previste dieci categorie di peso: 48, 52, 56, 60, 65, 70, 75, 80, 85, 90, oltre 90.
Le forme olimpiche. La I.Wu:F., International Wushu Federation, ha proposto al C.I.O – Comitato Internazionale Olpimpico di inserire nei Giochi Olimpici di Pechino la disciplina del Taolu nei seguenti stili: Maschi: Changquan, Nanquan, Sciabola, Bastone. Femmine. Changquan, Taijiquan, Spada, Lancia.