Un’inclusione possibile, al via il progetto a Pannaconi
Il Comune di Cessaniti ha ottenuto il finanziamento. I laboratori apriranno i battenti il prossimo 18 aprile
Prende vita il progetto “Quello che le persone non dicono – un’inclusione possibile”. Dopo aver ottenuto i finanziamenti, l’idea nata dalla collaborazione tra il Comune di Cessaniti e l’Unione per la difesa dei consumatori, è pronta a spiccare il volo attraverso la realizzazione di convegni, corsi di formazione, laboratori per bambini disabili e anziani. Il progetto, infatti, mira alla socializzazione e al coinvolgimento nella società delle fasce più deboli. Viene affiancato da una massiccia campagna di comunicazione: articoli, video, un sito internet dedicato, l’hashtag #NonSeiSolo, i social network, un’app dedicata. Questi alcuni degli strumenti che verranno utilizzati nel corso dei mesi dalle associazioni per raggiungere il maggior numero possibile di utenti. Frutto di un anno di lavoro, le attività prenderanno il via il prossimo 18 aprile alle ore 15, nella sala della Cultura a Pannaconi (ex scuola materna), dove si terrà l’inaugurazione del laboratorio ludico alla presenza del presidente Udicon Denis Nesci.
Ad illustrare le caratteristiche del progetto il sindaco Francesco Mazzeo: «Cessaniti è l’unico comune della provincia di Vibo Valentia ed insieme a Rossano e Laureana di Borrello, forma la terna degli enti finanziati in Calabria». Un risultato importante in una terra dove tanto spesso i diritti vengono negati: «Cercheremo di supportare le famiglie – aggiunge il primo cittadino – nel far sentire la propria voce, nella convinzione che un’inclusione è possibile». Sulla stessa scia, il commento del presidente nazionale Nesci che ha definito i laboratori «un’alternativa alla quotidianità». Saranno anche un’opportunità in più anche per i residenti nei centri limitrofi, «che potranno contare su un aiuto concreto oltre a quelli messi a disposizione dalle Istituzioni. Vogliamo rendere concreta l’inclusione – conclude – per far sì che i minori disabili non si sentano emarginati nella società in cui vivono, cosa che purtroppo spesso e volentieri accade».