Processo sulla Tangenziale Est di Vibo, scattano cinque prescrizioni
La lentezza della giustizia colpisce ancora: nulla da fare per i reati di falso, frode ed omissione. Nessuno degli imputati rinuncia al beneficio. Resta in piedi solo il reato di frana colposa
Finiscono in prescrizione i reati di falso ideologico in atti pubblici, frode nelle pubbliche forniture e omesso collocamento di segnali contestati dalla Procura di Vibo Valentia nell’ambito del processo nato dall’operazione denominata “Cassandra” relativa ai lavori, mai ultimati, della Tangenziale Est che avrebbe dovuto collegare lo svincolo autostradale di Sant’Onofrio all’area industriale di località “Aeroporto” e si sono interrotti sotto il castello di Vibo ed a ridosso di Stefanaconi. Beneficiano della prescrizione i seguenti imputati: l’ingegnere Francesco Giuseppe Teti, nella sua qualità di dipendente provinciale e tecnico incaricato della redazione dei progetti relativi alla realizzazione della Tangenziale, nonché responsabile del procedimento e funzionario incaricato della procedura di collaudo; Leoluca Greco, geometra della Provincia, assistente di cantiere, direttore dei lavori per la messa in sicurezza della collina sovrastante la strada e autore del certificato di ultimazione dei lavori (2 aprile 2009); Iginio Carmine Lista, geometra che materialmente ha seguito per conto dell’impresa “Lista Appalti” tutti i lavori della Tangenziale; Rocco Foti, rappresentante della società “Consoter” di Messina, impresa esecutrice dei lavori afferenti la messa in sicurezza della collina sovrastante la Tangenziale. Resta in piedi nei loro confronti l’accusa di frana colposa.
Esce invece totalmente dal processo, anche lui beneficiando della prescrizione, l’imprenditore Luigi Ciambrone, titolare di una ditta impegnata nei lavori di segnaletica degli svincoli di Sant’Onofrio e Stefanaconi, al quale venivano contestati i reati di frode nelle pubbliche forniture, falso ideologico ed omissione di collocare “i dispositivi di sicurezza previsti dalla legge per impedire pericoli alle persone in un luogo di pubblico transito”. Ciambrone era difeso dall’avvocato Demetrio Verbaro. Nessuno di tali imputati ha inteso rinunciare al beneficio della prescrizione per puntare magari ad un proscioglimento nel merito delle accuse. In ogni caso, il giudice nel dichiarare l’estinzione dei reati per intervenuta prescrizione ha sottolineato nella sua decisione che non ricorrono nel caso di specie i presupposti per un’assoluzione ai sensi dell’articolo 129 seconda comma del codice di procedura penale, ovvero dagli atti non risulta evidente che il fatto non sussiste o che gli imputati non l’abbiano commesso, circostanza quest’ultima che avrebbe obbligato il giudice ad emettere sentenza assolutoria anche in presenza dell’ormai prescrizione dei reati. Il processo, quindi, proseguirà per il reato di frana colposa contestato a: Francesco Giuseppe Teti, difeso dall’avvocato Giuseppe Di Renzo; Leoluca Greco, difeso dall’avvocato Giovanni Lacaria; Iginio Carmine Lista, assistito dall’avvocato Sergio Rotundo; Rocco Foti, difeso dall’avvocato Salvatore Galluzzo; Maria Giovanna Conocchiella, dipendente della Provincia ed incaricata della redazione dei progetti relativi alla realizzazione della Tangenziale, difesa dall’avvocato Donatella Garrì; l’ingegnere Gianfranco Comito dipendente della Provincia, che risponde in qualità di progettista della Tangenziale ed anche quale responsabile del procedimento dal 3 dicembre 1998 al 19 ottobre 1999, difeso difeso dall’avvocato Bruno Ganino; Ezio Ceravolo, geologo, il quale ha effettuato nel luglio del 2001 lo studio della collina ove insiste la Tangenziale su incarico della società “Lista Srl”, difeso dall’avvocato Pasquale Andrizzi. L’investimento della Tangenziale Est ammonta a sette milioni di euro, ma l’opera non è mai stata ultimata con conseguente pericolo di frane. Il rinvio a giudizio degli imputati risale al 2012. L’inchiesta della Guardia di Finanza era stata coordinata dall’allora pm Santi Cutroneo. LEGGI ANCHE: Tangenziale Est di Vibo, il danno milionario all’esame della Corte dei conti centrale
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