Strada del mare chiusa: tra ritardi, nuove proteste ed ipotesi riapertura
Il presidente della Provincia Solano, dopo l’ennesimo sopralluogo, starebbe valutando la possibilità di revocare l’ordinanza di chiusura mentre l’associazione “Noi per Joppolo” preannuncia un sit-in in Prefettura
L’incertezza sulle sorti della strada provinciale n. 23, cosiddetta “Strada del mare”, chiusa al traffico nel tratto Joppolo-Coccorino da oltre un anno, non lascia dormire sonni tranquilli ai residenti della zona che, com’è noto, a causa del crollo di alcuni massi dal costone sovrastante si sono visti interrompere un collegamento viario di primaria importanza. Le lotte del Comitato civico Strada del mare, l’accelerazione sull’avvio dei lavori per la messa in sicurezza dell’arteria impressa dal ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli, avevano fatto ben sperare in una risoluzione della vicenda prima dell’avvio della stagione estiva, quando, evidentemente, la possibilità di percorrere la strada diventa cruciale anche per il buon andamento delle attività turistiche della zona. L’iter, tuttavia, ha subito una frenata, e si attende ancora la firma della seconda convenzione tra Provincia di Vibo, Anas e Regione Calabria affinché gli interventi possano effettivamente partire. Nei giorni scorsi un nuovo sopralluogo del presidente della Provincia di Vibo, Salvatore Solano, sulla strada “incriminata” e nei pressi della contestata galleria ha inteso verificare, in compagnia di alcuni rappresentanti del Comitato, le attuali condizioni del tratto viario a circa 15 mesi dalla sua chiusura. Secondo quanto si è appreso, lo stesso presidente starebbe valutando la possibilità di revocare l’ordinanza di chiusura e quindi di riaprire al traffico, seppur in forma ridotta (magari attraverso un senso unico alternato), la porzione di strada interdetta alla circolazione. Un’ipotesi, ancora tutta da verificare da parte degli uffici preposti, che darebbe certamente un po’ di respiro ai tanti cittadini esasperati da tale situazione.
Per richiamare ancora una volta l’attenzione su quello che è divenuto anche un caso che mediaticamente ha varcato i confini regionali (si ricorderà l’intervento di Striscia la notizia nei mesi scorsi) un altro comitato, rappresentato dall’associazione “Noi per Joppolo”, preannuncia una manifestazione di protesta pacifica davanti alla Prefettura di Vibo Valentia, in programma per il prossimo 1 aprile. «Proprio a un passo dalla definitiva risoluzione del problema – scrive in una nota Giovanna Rodolico, presidente di Noi per Joppolo -, tutto sembra improvvisamente ripiombato nell’incertezza. Questa vicenda ha tutte le sembianze di un incubo angoscioso – prosegue -, nel quale si cerca disperatamente una via di uscita e, proprio quando la si intravede, sparisce. Ma nei sogni c’è sempre il consolante sollievo del risveglio e questo non è un sogno: è realtà. Triste purtroppo. Triste non per chi la guarda adagiato comodamente sui braccioli di uno scranno, ma per chi questa realtà la vive quotidianamente, anzi la subisce, suo malgrado. Siamo già alle porte dell’estate e i tempi stringono inesorabilmente. E invece di assistere all’inizio dei lavori – incalza -, assistiamo sconcertati a un continuo scarico di responsabilità tra enti che, in una società civile ed efficiente, dovrebbero collaborare per il raggiungimento del bene comune (concetto ormai desueto nel linguaggio politico, ma per noi fondamentale). In questa diatriba inconcludente tutto assume i tratti del ridicolo, di una farsa grottesca, nella quale a rimetterci siamo sempre noi cittadini. Eppure l’assessore Musmanno era stato abbastanza chiaro». [Continua dopo la pubblicità]
L’obiettivo è chiaro e palese: «Abbiamo bisogno che la strada venga aperta per la prossima estate, senza “se” e senza “ma”, ed è già tardi. Per questo il primo aprile chiederemo un incontro con il prefetto». Altrettanto chiaro è il rifiuto dell’opzione “galleria”, tornata in auge recentemente. «I cittadini non la vogliono – spiega Rodolico -. Non la vogliamo perché inutile, anzi dannosa (non dimentichiamo che la nostra strada ha una bellezza panoramica incomparabile che andrebbe valorizzata e non “occultata”). Non la vogliamo perché ritarderebbe notevolmente l’inizio e l’esecuzione dei lavori, non la vogliamo perché sarebbe per noi l’ennesima beffa. Intollerabile». Rodolico parla poi di «una popolazione veramente stremata da questa situazione. Stremata e indignata! Lo siamo tutti. Lo sono i pendolari, lo sono gli studenti, lo sono gli anziani, lo sono i giovani, lo sono soprattutto, come più volte ribadito, gli operatori turistici e gli esercenti commerciali, ormai sull’orlo del collasso, pronti a chiedere un risarcimento dei danni subiti, per le mancate entrate, agli enti responsabili. Vogliamo allertare, perché si sta arrivando al punto in cui non si ha più niente da perdere, e la rabbia si sta incrementando. E il non aver nulla da perdere – conclude -, unito all’indignazione, si sa, sono un triste e pericoloso connubio».
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