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Filadelfia si tinge di rosa nel mese della prevenzione contro il tumore al seno

La sezione locale di Lilt ha aderito all'iniziativa che vede in tutta Italia monumenti ed edifici illuminati per sensibilizzare le donne e non solo su un tema così importante

Filadelfia si tinge di rosa nel mese della prevenzione contro il tumore al seno
La fontana e il campanile illuminati a Filadelfia - foto M. Gugliotta
Filadelfia

Ottobre è il mese della prevenzione contro il tumore al seno e anche la provincia di Vibo Valentia per l’occasione si tinge di rosa. In tutta Italia, infatti, luci rosa illumineranno per una o più notti monumenti, statue ed edifici a testimoniare che, grazie a un’efficace e corretta prevenzione, il cancro si può e si deve vincere.

La sezione provinciale della Lega italiana per la lotta contro i tumori (Lilt), presieduta da Franco Petrolo, partecipa all’iniziativa: ad essere illuminato sarà il campanile della chiesa di San Michele Arcangelo, costruita nel 1519 sulla base del progetto del noto architetto senese Baldassarre Peruzzi. A Filadelfia, dove è presente la delegazione Lilt coordinata da Tonino Gugliotta, le luci rosa si sono già accese ieri sera sulla fontana e i campanili delle quattro chiese che circondano l’imponente piazza intitolata a monsignor Giovanni Andrea Serrao. Il tutto – fa sapere lo stesso Gugliotta – anche grazie al benestare dell’amministrazione comunale, dei parroci, delle confraternite e grazie alla disponibilità della ditta Francesco Caruso Impianti Elettrici. [Continua in basso]

«Da oltre 10 anni – spiega Gugliotta – la delegazione di Filadelfia si occupa di prevenzione oncologica, informando sui corretti comportamenti e offrendo gli strumenti utili a una diagnosi precoce dei tumori e con l’auspicio di poter riprendere al più presto le campagne di prevenzione che si sono susseguite in questi anni, ottenendo magari la disponibilità di locali adeguati non appena saranno completati i lavori di ristrutturazione del poliambulatorio Asp presente nella nostra cittadina».

Dal canto suo, il presidente nazionale della Lilt Francesco Schittulli ha sottolineato come non esista una eguale possibilità per tutte le cittadine italiane di tutelare adeguatamente la propria salute: «La situazione che viviamo è al limite del paradosso – ha detto – basti pensare che la regione dove ci si ammala di più di tumore al seno è il Friuli ma quella dove si muore di più è la Calabria, ovvero quella con minore incidenza di tutto il Paese: questa mancanza di equità è inaccettabile ed è altrettanto irragionevole che in alcune regioni gli screening di prevenzione vengano offerti a partire dai 45 anni e in altre oltre i 50, per terminare dopo i 69 anni, come se il cancro al seno bussasse alla porta solo in determinati momenti della vita e non si trattasse invece di una malattia severa che ormai colpisce tutte le fasce».

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