Inchiesta sull’Accademia Fidia di Stefanaconi, in due lasciano l’obbligo di dimora
Decisione del gip del Tribunale di Vibo Valentia non essendo più attuali le esigenze cautelari
Decisione del gip del Tribunale di Vibo Valentia, Francesca Del Vecchio, per Michele Licata, 77 anni, di Stefanaconi (avvocati Giovanni Vecchio e Francesco Lione), e Michela Licata, 22 anni, di Stefanaconi (difesa dagli avvocati Giovanni Vecchio e Giuseppe Di Renzo). Non essendo più attuali le esigenze cautelari, per entrambi è stata revocata la misura cautelare dell’obbligo di dimora attualmente in atto. Sono coinvolti nell’operazione “Diacono” della Procura di Vibo Valentia che vede tra gli indagati per corruzione anche l’ex direttrice dell’Ufficio scolastico regionale. Anche il pm ha espresso parere favorevole, stante l’imminente chiusura delle indagini.
Associazione a delinquere finalizzata alla produzione di atti falsi e alla corruzione nella pubblica amministrazione, le accuse ipotizzate nei confronti di Michele Licata.
Capi e promotori dell’associazione vengono indicati dall’accusa sia Michele Licata che il figlio Davide Licata, padre e figlio. Michele Licata, inoltre, nella qualità di preside dell’Accademia Fidia, avrebbe avuto pure il compito di sottoscrivere le false attestazioni di frequentazione di corsi e master.
Il reato di autoriciclaggio per aver impiegato e sostituito in varie società il denaro e le utilità provenienti dai delitti (oggetto di annullamento con rinvio ad opera della Cassazione) viene invece contestato a Michele Licata, Davide Licata, Jgor Licata, Dimitri Licata, Michela Licata, Carmine Caratozzolo, Maurizio Piscitelli, Christian Piscitelli e Rossella Marzano.
PER LE ALTRE IPOTESI DI REATO E LE SINGOLE ACCUSE LEGGI QUI: Corruzione con l’Accademia Fidia, dai soldi nelle bottiglie di rhum all’autoriciclaggio
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