Ripulito il lago dell’Angitola nel Vibonese, in campo FareAmbiente
Un lavoro reso possibile grazie al contributo della Regione Calabria, che ha permesso una serie di interventi nell’area situata tra i Comuni di Maierato e Monterosso Calabro
L’Associazione nazionale FareAmbiente ha ripulito il Lago dell’Angitola, nel Vibonese. Un lavoro, quello realizzato dall’Associazione, reso possibile grazie al contributo della Regione Calabria, che ha permesso una serie di interventi nell’area situata sul versante tirrenico della Calabria, tra i Comuni di Maierato e Monterosso Calabro. Attuate l’asportazione della vegetazione infestante, che ha permesso l’individuazione dei cumuli di rifiuti non immediatamente visibili, la rimozione e la movimentazione e sollevamento dei rifiuti sommersi, oltre che quelli di terra. [Continua in basso]
Cosa è stato fatto
Un lavoro certosino, dunque, che ha restituito al Lago dell’Angitola – che rientra nel Parco Regionale delle Serre e la cui vulnerabilità è alta, essendo un lago artificiale – la sua naturale bellezza oltre che preservare la biodiversità e le specie che ospita, deturpati dai rifiuti che l’avevano reso una sorta di deposito abusivo e che non rendevano facilmente accessibili alcune aree, oltre aumentare la possibilità di incendi. Ma non è solo questo: un altro problema, poi, riscontrato dall’Associazione, è quello delle numerose coltivazioni agricole, spesso abusive, che riversano elevate quantità di prodotti chimici nell’Area del Lago, il cui effetto è facilmente riscontrabile nella particolare composizione in specie del fitoplancton lacustre. Proprio per questo, FareAmbiente, insieme al lavoro di pulizia, ha reso necessario potenziare le azioni di comunicazione per sensibilizzare la comunità locale, affinché il lavoro di recupero dei rifiuti e il contenimento della produzione della stessa siano accompagnati da una costante azione volta alla sensibilizzazione degli attori coinvolti nella produzione del rifiuto (privati cittadini, scuole di ogni ordine e grado, insediamenti industriali e agricoli, etc…).
Soddisfazione è stata espressa da Vincenzo Pepe, presidente nazionale di FareAmbiente e docente di Diritto ambientale presso l’Università degli studi della Campania Luigi Vanvitelli, per il lavoro: «Pulire un territorio da rifiuti abbandonati – ha dichiarato – è solo un momento ma l’attività vera è la prevenzione ovvero l’educazione al rispetto dell’ambiente come valore etico».
L’importanza del sito
L’area del Lago, che comprende il bacino artificiale realizzato nel 1966 con uno sbarramento sul fiume Angitola, e che riceve anche le acque della fiumara Reschia, è un sito di notevole importanza, soprattutto la zona Ramasar, per le notevoli concentrazioni di uccelli acquatici svernanti registrate in anni recenti, oltre che area di sosta per numerose specie acquatiche migratrici. Ed è proprio per la presenza di queste specie, che si è resa necessaria la gestione della variazione delle acque dovuta a bonifica e canalizzazione per il mantenimento delle caratteristiche delle catene trofiche acquatiche della vegetazione di sponda, importante per la nidificazione di numerose specie presenti.
Il bacino artificiale, che occupa gran parte del settore sud-occidentale, si origina dal fiume Angitola, e raccoglie le acque di altri torrenti minori, e presenta una vegetazione forestale di sclerofille, boschi igrofili e aree antropizzate, mentre l’area collinare si caratterizza per la presenza di macchia a Leccio, Corbezzolo, Erica, Mirto e Lentisco. Sono presenti, inoltre, boschi di Sughera (Quercus suber) e, sui versanti più freschi, boschetti decidui a Carpinella (Ostrya carpinifolia) e Nocciolo (Corylus avellana). Lungo il fiume, a valle della diga, la vegetazione ripariale è costituita da boschetti a Salice bianco (Salix alba), Ontano nero (Alnus glutinosa), e Pioppo nero (Populus nigra) e canneti a Cannuccia di palude (Phragmytes australis) e Lisca maggiore (Typha latifolia). Sono presenti rimboschimenti di conifere. Da sottolineare, infine, che il sito appartiene alla regione bioclimatica mediterranea e rientra nella fascia mesomediterranea a regime oceanico stagionale.
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