A Dasà la prima panchina in Italia per la consapevolezza dell’endometriosi -Video
L'iniziativa promossa dall'associazione “La voce di una è la voce di tutte” nata per aiutare ad ottenere una diagnosi precoce. Sono circa 3 milioni le donne in età fertile ad esserne affette
di Rossella Galati
È stata inaugurata a Dasá, nel Vibonese, la prima panchina gialla in Italia per la sensibilizzazione sull’endometriosi, una patologia femminile infiammatoria cronica molto dolorosa e ancora poco conosciuta. L’iniziativa è promossa dall’associazione nazionale “La voce di una è la voce di tutte” nata per aiutare ad ottenere una diagnosi precoce. Sono circa 3 milioni le donne in età fertile ad esserne affette. Tra queste anche la serrese Carmen Amato, portavoce in Calabria del sodalizio.
La panchina gialla a Dasà
«La diagnosi purtroppo è tardiva, nel mio caso stiamo parlando di 8 anni – ha raccontato la volontaria – io l’ho scoperta quasi in concomitanza con la sala operatoria, come molte di noi. E proprio per evitare i traumi che ci possono essere intono a questa patologia abbiamo deciso di avviare questo progetto che è “sediamoci sul giallo endopank” e consiste nel colorare di giallo una panchina, sistemarla in una piazza o nelle vicinanze di una scuola per cercare di attirare l’attenzione dei passanti e per evitare di creare qualcosa di temporaneo. Vogliamo creare curiosità e far capire effettivamente di cosa stiamo parlando. L’endometriosi si comporta come un vero e proprio tumore che colpisce non solo fisicamente ma anche psicologicamente e al momento non esiste una cura, ecco perchè insieme alla presidente Vania Mento e alla vicepresidente Alessia Stolfi, e alle circa 60 tutor in tutta Italia, vogliamo rompere questo silenzio grazie all’impegno dell’associazione nata ad aprile scorso. Inoltre abbiamo dato vita ad un telefono giallo, attivo dal lunedì al venerdì dalle 17.00 alle 19.00, per dare assistenza a tutte le donne che si trovano a dover fare i conti con questa patologia».
Endometriosi e diagnosi precoce
Al comune dell’entroterra Vibonese dunque il merito di aver colto per primo l’importanza dell’iniziativa destinata ad allargarsi a macchia di leopardo in tutta Italia: «Da uomo delle istituzioni mi sono sentito in dovere di iniziare questo percorso insieme all’associazione – ha spiegato il sindaco Raffaele Scaturchio – per far sì che questa malattia venga conosciuta il più possibile e debellata. All’iniziativa, oltre alla comunità, ha aderito anche la parrocchia con il parroco don Bernardino Comerci».