Diocesi di Mileto, le prime parole da vescovo di monsignor Attilio Nostro
A presiedere la sacra funzione il vicario del Papa De Donatis. Il nuovo presule: «Ritorno come il figliol prodigo a casa, a quella terra che mi ha generato»
Da oggi 25 settembre monsignor Attilio Nostro è a tutti gli effetti il nuovo vescovo della diocesi di Mileto-Nicotera-Tropea. La sua ordinazione è avvenuta poco fa nella basilica San Giovanni in Laterano di Roma. A presiedere la celebrazione eucaristica, il cardinale vicario di Papa Francesco Angelo De Donatis, affiancato dall’arcivescovo metropolita di Reggio Calabria-Bova Fortunato Morrone, dall’arcivescovo di Camerino-San Severino Marche e vescovo di Fabriano-Matelica Francesco Massara, dal vescovo di Locri-Gerace Francesco Oliva (dal luglio scorso ad oggi amministratore apostolico della diocesi miletese) e da numerosi altri vescovi provenienti da varie regioni d’Italia. «Carissimo don Attilio – ha affermato il cardinale De Donatis nella sua omelia – questa sera c’è la tua comunità madre, la chiesa di Roma, ma anche diversi figli di questa sposa che andrai ad amare e a servire. Dio ha manifestato la sua volontà e ti ha scelto per essere ad immagine di lui buon pastore al servizio del suo popolo. [Continua in basso]
Quando le persone verranno da te stanche o sfiduciate per il male o il malaffare o impaurite, tu non risponderai con parole di circostanza ma ricorderai a ciascuno che è un figlio libero di Dio, profeta e sacerdote. Il Signore ti chiede di avere cura di tutti i piccoli che credono in lui. Devi lottare per impedire che il male come morbo infetti e corrompa le membra elette del corpo di Dio, soprattutto quelle più fragili e indifese. Sei chiamato a difendere i diritti dei poveri. Hai il potere della parola di Dio sulle labbra hai la forza dello spirito che oggi ricevi. Puoi contare su di essa non sulle strategie umane». Il vicario del Papa ha poi invitato monsignor Nostro a conservare «la capacità di commuoverti per la fede sei piccoli, della gente autentica senza doppiezza, dei padri, delle madri e dei nonni. Non pensarti mai come membro di un élite – gli ha intimato – la fede di un vescovo si misura sulla fede dei piccoli, la sua carità si misura da quanto ha il cuore umile e grande, forte e generoso. [Continua in basso]
Il cuore grande del vescovo, del presbiterio, e del popolo di Dio include non esclude. Rifiuta e condanna ogni campanilismo, ogni logica di comportamento da lobby, ogni atteggiamento che non entri nel dinamismo della carità. Sii una “Povera lampada che cerca i cieli”, come hai scritto nel motto che hai scelto per il tuo stemma episcopale. Ti affidiamo alla Madonna della fiducia che ami tanto». La cerimonia è poi proseguita con il suggestivo rito di ordinazione del nuovo vescovo della diocesi di Mileto-Nicotera-Tropea. In conclusione le sue parole. Per nulla banali, anzi. «Saluto la mia amata Palmi, lì è nata la mia vocazione. Questo anello, simbolo del matrimonio con una diocesi che non è mia, ma io sono suo e desidero renderla felice – ha affermato – è frutto degli anelli del matrimonio dei miei genitori. Al centro campeggia la Madonna della fiducia. Desidero però che sappiate che io non considero questo la fine, ma soltanto l’inizio. Gesù in mano non aveva un anello, ma portava il segno dei chiodi e io, appunto, vorrei che queste ferite d’amore si imprimessero anche in me, che ci sia nei prossimi anni anche in me uno spazio perché queste s’imprimano nella mia vita, nel mio cuore. Gesù non portava una mitria ma una corona di spine, segno di una padronanza non degli altri o sugli altri, ma su se stesso. Segno della capacità di disporre della propria vita per rendere felice la vita altrui, è così che vorrei che fosse. Aiutatemi a diventare quel figliol prodigo ritrovato che va incontro al padre misericordioso. Quell’abbraccio del padre è quello del ritorno a casa. E quel ritorno a casa è il ritorno in Calabria, a quella terra che mi ha generato». [Continua in basso]
Monsignor Nostro ha proseguito offrendo la sua prima messa da vescovo all’amico Fabio che sta lottando per la vita. Quindi il ricordo tra le lacrime e gli applausi dei presenti del papà e del fratello defunti. Tra i ringraziamenti, quelli a Papa Francesco, a monsignor Oliva, a monsignor Massara e alle emittenti televisive LaC TV e Telepace «che hanno permesso di seguire la cerimonia a Roma e in Calabria». Alla sacra funzione ha partecipato una folta rappresentanza di clero, fedeli e autorità civili della diocesi, tra cui il sindaco di Mileto Salvatore Fortunato Giordano in fascia tricolore. Prossima tappa sarà adesso l’insediamento del nuovo vescovo nella “sua” cattedrale di Mileto, previsto il 2 ottobre alle 17. A quel punto il presule originario di Palmi entrerà nel pieno delle sue funzioni, a capo della più antica diocesi di rito latino del meridione d’Italia. La celebrazione eucaristica sarà trasmessa in diretta televisiva su LaC TV, canale 19 del digitale terrestre.