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“Rinascita Scott 2”, il presidente della Provincia di Vibo indagato: «Non mi dimetto»

La Dda di Catanzaro guidata dal procuratore Gratteri ha chiesto per lui il rinvio a giudizio per corruzione, scambio elettorale politico mafioso e turbata libertà degli incanti con l'aggravante mafiosa. L'ente guidato da Solano parte civile contro lo stesso presidente

“Rinascita Scott 2”, il presidente della Provincia di Vibo indagato: «Non mi dimetto»
La sede della Provincia e l'ex presidente Salvatore Solano

Piena fiducia nella giustizia e “consapevolezza del proprio operato”. Salvatore Solano, presidente della Provincia di Vibo Valentia – nei cui confronti la Dda di Catanzaro ha avanzato la richiesta di rinvio a giudizio per concorso morale nell’effettuare minacce nei confronti degli elettori, insieme al cugino Giuseppe D’Amico esecutore materiale, corruzione turbata libertà degli incanti (in quest’ultimo caso con l’aggravante mafiosa) – non ci pensa a fare un passo indietro.
Non ci pensa neanche dopo il “pasticcio” della costituzione di parte civile dell’ente da lui presieduto nel procedimento che lo vede fra gli 85 imputati. Nessun passo indietro neanche se l’incarico di affidare al legale della Provincia l’accusa privata anche nei confronti del suo presidente è stata adottata con delibera dell’ufficio di presidenza (ufficio, quindi, dello stesso Solano) e firmata dal vicepresidente Domenico Anello, che fa le veci del presidente. Le contestazioni mosse a Solano sono in concorso con il cugino Giuseppe D’Amico – arrestato -, mentre per la stessa operazione si trova in carcere (con l’accusa di essere un referente dei clan Mancuso, dei Piscopisani ed altre consorterie criminali) anche Antonio D’Amico (fratello di Giuseppe). [Continua in basso]

Salvatore Solano

«Ci sono momenti – scrive il presidente Solano – in cui la cosa più facile sarebbe quella di abbandonare il proprio ruolo e lasciare che il tempo sistemi tutto, facendo affiorare la verità. Di fronte alle accuse che mi sono state mosse dalla Procura di Catanzaro ho interrogato la mia coscienza, l’unica che avrebbe potuto darmi una risposta nelle scelte da assumere. Ho ripercorso la mia vita, fatta di impegno sociale e di tante battaglie per l’affermazione della Giustizia e della legalità. Proprio quegli ideali, che non ho mai abbandonato, mi hanno spinto ad impegnarmi in politica. Per mio carattere ho sfidato l’impossibile, così appariva la situazione della Provincia di Vibo Valentia. Tanto lavoro, tanta dedizione, tanta passione, hanno fatto sì che l’impossibile diventasse possibile.
Nessuno avrebbe scommesso che un Ente senza risorse economiche, senza bilancio approvato dal 2013, con personale ridotto e un solo dirigente, potesse giungere al completo risanamento economico-finanziario. Un iter che si concluderà nei prossimi giorni con l’approvazione del bilancio preventivo 2021/2023. Un risultato, questo venuto dall’intenso lavoro e dalla grande passione e tensione ideale di tutta la squadra. Se lungo questo percorso avessi pensato che una sola delle accuse addebitatemi dalla Procura fosse stata fondata, non avrei atteso nemmeno un minuto per rassegnare le mie dimissioni dal ruolo di presidente della Provincia. Ma sono certo che si farà chiarezza: ho piena fiducia nella Giustizia.

Nicola Gratteri
Il procuratore Nicola Gratteri

Credo nel sistema democratico liberale in cui sono cresciuto come uomo e come politico e nei suoi punti fermi. Per cui ritengo che l’interesse generale sia quello di mantenere gli impegni assunti fino a che la legge mi darà quella fiducia che sta alla base della presunzione di innocenza. Chi crede nella legge e nella democrazia non può esprimere diversamente la propria fede. Ciò che intendo fare per il bene dei cittadini – conclude – è collaborare al massimo affinché i tempi di risposta della giustizia siano brevi. Ai cittadini della provincia di Vibo Valentia darò, pertanto, prova di essere stati amministrati da una persona libera, con un alto senso delle Istituzioni e, soprattutto, onesta».

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