Vibo Valentia e il “Comune nemico” del cittadino, il record di multe in una città vessata
Ecco com’è stato tracciato un solco profondo tra il Palazzo e la comunità. Quella burocrazia municipale immutata e immutabile, in barba alla ratio della legge anticorruzione: il fallimento non solo colpa di Costa
Si racconta che l’ex prefetto di Oristano, Giuseppe Guetta – uno che il Ministero dell’Interno mandò a risanare il Comune di Giugliano, feudo del clan Mallardo, gente che sta alla camorra come i Mancuso alla ’ndrangheta, insomma mica un commissario così – abbia avuto un sussulto: ohibò, 800.000 euro di multe, mica bruscolini per la città capoluogo della provincia più povera e derelitta d’Italia… A dirla tutta, i colleghi del Quotidiano del Sud, oggi, offrono all’opinione pubblica dati che il commissario Guetta in verità già dovrebbe conoscere, perché contenuti nella relazione attesa dal dirigente comunale e al contempo comandante della Polizia municipale Filippo Nesci (oh, sia chiaro, l’articolo chiarisce bene che la fonte del Quotidiano del Sud è qualcuno degli assessori uscenti, mica il comandante…). Forse quegli 800.000 euro di multe («che saranno destinati a migliorare servizi e viabilità», e in cos’altro sennò…) rivelano un po’ tutto l’atteggiamento assunto dal Comune di Vibo Valentia in questi anni. Premessa: parliamo di multe per infrazioni al codice della strada e, soprattutto, di multe legate alle strisce blu; resta inteso che buona parte di quei soldi finisce nelle casse dell’azienda che gestisce i parcometri e non del Municipio. Altra premessa: se ti becchi una multa, anche se ingiusta, ti conviene pagare e farlo subito; impugnarla, anche se poi avrai ragione, a conti fatti ti costa di più. Insomma, i numeri sulle multe il Comune farebbe bene a tenerli per sé, perché già il cittadino si scontra con «servizi e viabilità» (già, proprio quelli) da terzo mondo e con una fiscalità locale al massimo delle aliquote (ci apprestiamo alla seconda declaratoria di dissesto), ci manca solo che qualcuno, con lo scopo di farsi il gradasso, dia numeri (amaramente veri) che suonano come degli sfottò alla povera gente.
E adesso torniamo al punto di partenza: cosa rivelano questi 800.000 euro di multe? Che ci siamo trovati, specie negli ultimi anni, davanti ad un Comune che fa cassa, e se ne vanta pure, sulle spalle dei cittadini. Ci saranno pure gli automobilisti indisciplinati, ma andate a spiegarlo a quei negozi che, per effetto delle strisce blu, hanno dimezzato il loro già asfittico volume d’affari; andate a spiegarlo a Vibo Marina, che dai parcometri è già stata accoppata d’estate, figurarsi come si presenta ora d’inverno; andate a spiegarlo a quelli che scendono dalla macchina, camminano cento metri per acquistare il tagliando e quando tornano per sistemarlo, sul parabrezza trovano la multa dell’ausiliario (ah già, sappiamo cosa qualcuno sta pensando “Dicono tutti così, che erano andati a comprare il tagliando…”). Un tempo, sotto campagna elettorale, uno degli slogan più in voga era «Un Comune amico». Oggi, invece, siamo arrivati a fare i conti con un “Comune nemico”. Un Comune che vessa, che punisce, talora addirittura vendicativo. Un Comune che in questi anni ha scavato un solco profondo, una trincea, tra il Palazzo e i cittadini. Elio Costa, il sindaco defenestrato, ha le sue colpe: perché non ha rispettato gli impegni assunti con gli elettori in campagna elettorale, perché ha apportato in corsa qualche “aggiunta” inattesa al suo programma di governo (le strisce blu non c’erano…), perché ha commissariato Giunta e assessori ma si è fatto commissariare dai suoi dirigenti. Ma Costa non è il solo e non è certo il principale responsabile di un fallimento politico-amministrativo che ha condotto Vibo Valentia al collasso. I suoi assessori, i consiglieri, che contributo hanno dato? E soprattutto, la burocrazia, dove la mettiamo? Perché è la burocrazia, in fondo, il vero potere che si è cristallizzato in questa città nel corso degli ultimi lustri. [Continua dopo la pubblicità]
Fatto storico: il Comune di Vibo Valentia, ormai da anni, conta su soli due dirigenti, Filippo Nesci (che è anche il comandante della Polizia municipale) e Adriana Teti. Fatto storico: la legge anticorruzione prevede la rotazione di dirigenti e funzionari come misura preventiva in contesti particolarmente a rischio di infiltrazioni e condizionamenti. Ora una domanda: è normale la situazione in cui versa questa città nella quale una diarchia burocratica immutata e immutabile assorbe in sé un potere enorme? Ed è normale che – mentre le amministrazioni arrivano al termine del mandato, cadono in anticipo e vengono rinnovate – certi apparati che assumono un ruolo determinante sulla vita della città restino intoccabili al proprio posto? Guardiamo al futuro, allora. Guardiamo alle prossime elezioni comunali. Guardiamo ad una città che sta morendo, sporca, vuota, spenta, priva di prospettiva. Guardiamo soprattutto agli impegni che dovrà assumere chi si candiderà. Niente prese in giro stavolta. E non si pretenda di cambiare una città senza prima cambiarne il Palazzo e la coscienza.
La replica. In relazione al presente articolo, la San Luca Multiservice, società che gestisce le soste a pagamento a Vibo, tramite il suo legale, dichiara quanto segue: L’articolo nel trattare, con toni fortemente critici, il numero delle “multe per infrazioni al codice della strada e, soprattutto, di multe legate alle strisce blu” elevate nel Comune di Vibo Valentia ha altresì riferito la seguente notizia errata: premesso che si tratta, come detto, di “multe per infrazioni al codice della strada e, soprattutto, di multe legate alle strisce blu”, si afferma che “buona parte di quei soldi finisce nelle casse dell’azienda che gestisce i parcometri e non del Municipio”. Si tratta di circostanza non vera, in quanto nell’art. 9 comma 3 del “Capitolato Speciale d’oneri per l’affidamento in concessione del Servizio di Gestione e Vigilanza delle aree destinate a soste tariffate e zone limitrofe mediante parcometri ed ausiliari del traffico” si stabilisce che “il Comune di Vibo Valentia è beneficiario di tutti i proventi derivanti dalle sanzioni amministrative applicate a seguito degli accertamenti effettuati dagli ausiliari del traffico”.
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