Mattarella e le contraddizioni della politica vibonese al cospetto anche del capo dello Stato
L’istituto Nautico di Pizzo scelto dal presidente della Repubblica per l’inaugurazione dell’anno scolastico. A pochi chilometri il Comune di Vibo “regala” però delle tende agli alunni per fare lezione, mentre imbarazzo agli occhi del Quirinale potrebbe creare la posizione del presidente della Provincia indagato per scambio elettorale politico-mafioso e corruzione
Rischia di passare alla storia per le evidenti contraddizioni che solo certa politica vibonese sa regalare, la visita del presidente della Repubblica Sergio Mattarella al Nautico di Pizzo per l’inaugurazione dell’anno scolastico. Il capo dello Stato ha scelto per il 2021 una scuola con 60 anni di storia – il Nautico di Pizzo, appunto – per regalare un evento straordinario ad un istituto che negli anni è divenuto una struttura unica a livello regionale e nazionale per lo sviluppo delle risorse umane nei settori della conduzione degli impianti marittimi ma anche della conduzione di un mezzo aereo. Un attestato di stima, dunque, quello del Quirinale al lavoro dei dirigenti e dei docenti del Nautico. [Continua in basso]
A pochissimi chilometri da Pizzo, però, l’amministrazione comunale di Vibo Valentia – capoluogo di provincia – non ha saputo fare di meglio che arrivare all’inaugurazione dell’anno scolastico regalando agli alunni della scuola della frazione Portosalvo, al posto di un edificio decente (dopo aver speso 100mila euro per interventi di ristrutturazione), delle tende e dei gazebo per fare lezione. Una “figuraccia” contro la quale stanno urlando in queste ore i genitori degli alunni e non solo. Una figuraccia che si poteva e doveva evitare e che arriva in concomitanza con la visita del capo dello Stato ed una cerimonia che sarà seguita da tutta Italia in diretta Tv sulla prima rete televisiva nazionale (Raiuno).
Il sindaco di Vibo Valentia Maria Limardo – che è anche presidente della Conferenza dei sindaci del Vibonese – ha difeso con “orgoglio” il proprio operato sottolineando di non avere nulla di cui vergognarsi. Ma da qualunque prospettiva la si guardi tale “storia”, tutto i cittadini vibonesi si sarebbero aspettati (anche i tantissimi che nel maggio del 2019 hanno sostenuto la sua elezione al primo turno) tranne di vedere nel 2021 l’inaugurazione dell’anno scolastico nella frazione Portosalvo – con il concomitante arrivo del presidente della Repubblica al Nautico di Pizzo – nelle tende. [Continua in basso]
Dall’altro lato, invece, è la Provincia di Vibo Valentia – o meglio, il suo presidente ed alcuni consiglieri – a mostrare tutti i limiti di una politica vibonese che non riesce a guardare oltre il proprio piccolissimo orticello e vive in una dimensione tutta sua che sa di arroganza, inadeguatezza e superficialità al tempo stesso. Il capo dello Stato parte dalla scuola per sottolineare l’importanza del rispetto delle regole e alimentare la cultura della legalità, specie in un territorio dove la ‘ndrangheta la fa spesso da padrone inquinando anche la politica. Non è un caso, infatti, che a rappresentare il Comune di Pizzo nel giorno della venuta del presidente della Repubblica non sia un sindaco ma una triade di commissari straordinari per via dello scioglimento degli organi elettivi dell’ente per infiltrazioni mafiose.
A rappresentare l’ente Provincia, invece, sarà il presidente Salvatore Solano sul cui capo (al di là del garantismo sempre dovuto e della sua presenza o meno al cerimoniale) pende una richiesta di rinvio a giudizio avanzata dalla Dda di Catanzaro guidata dal procuratore Nicola Gratteri per i reati di corruzione, scambio elettorale politico-mafioso e turbata libertà degli incanti con l’aggravante mafiosa. Proprio ieri, inoltre, due consiglieri provinciali – Daniele Vasinton e Antonella Grillo – sono usciti allo scoperto dopo un nostro servizio in cui abbiamo sottolineato che la Provincia di Vibo ha deliberato con il suo vicepresidente Domenico Anello la costituzione di parte civile nel procedimento in cui è imputato il presidente Solano. I due consiglieri hanno svelato che Salvatore Solano aveva garantito loro e ad altri consiglieri, ad inizio del mese di agosto, le proprie dimissioni se dopo l’avviso di conclusione indagini la Dda avesse avanzato per lui (per Solano) una richiesta di rinvio a giudizio. Dimissioni però mai arrivate e che finiscono per alimentare polemiche politiche anche nel giorno della visita del capo dello Stato. [Continua in basso]
In tutto questo si attende ancora che dica la sua – sia sulla scuola nelle tende a Portosalvo, sia sull’inchiesta che coinvolge il presidente della Provincia – il rappresentante politico più importante del territorio vibonese: il senatore della Repubblica Giuseppe Mangialavori (coordinatore regionale di Forza Italia) che ha fortemente voluto prima l’amministrazione provinciale targata Salvatore Solano e poi quella comunale di Vibo guidata da Maria Limardo. Su entrambe le questioni al momento si registra il silenzio da parte del senatore, rotto solamente sulla propria bacheca facebook alle ore 11.12 di domenica 19 settembre (quindi a distanza di oltre 24 ore dagli eventi) per esprimere solidarietà al procuratore Nicola Gratteri dopo la notizia (diffusa sabato mattina dagli organi di stampa) di un progetto per attentare alla vita del figlio del magistrato. Non resta che attendere, dunque. E per intanto sperare che la visita del capo dello Stato serva ai cittadini vibonesi in primis per capire quanto sia importante eleggere rappresentanti politici all’altezza del ruolo che vanno a ricoprire.
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