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Inchiesta sull’Aterp di Vibo: ancora udienza preliminare a 4 anni dalla chiusura indagini

Interventi oggi da parte degli avvocati di alcuni indagati e poi udienza fissata al 4 febbraio 2022. La richiesta di rinvio a giudizio risale al gennaio 2018

Inchiesta sull’Aterp di Vibo: ancora udienza preliminare a 4 anni dalla chiusura indagini

Procede a passi di lumaca l’udienza preliminare dell’inchiesta che mira a far luce sull’acquisto del palazzo dell’Aterp in via Machiavelli a Vibo Valentia. Sebbene la chiusura delle indagini preliminari da parte della Procura risalga al novembre del 2017 e la richiesta di rinvio a giudizio nei confronti di 16 indagati sia stata avanzata nel gennaio del 2018 e ribadita in aula dal pm il 31 ottobre 2019, ad oggi si è ancora   in udienza preliminare. In data odierna, infatti, dopo la discussione da parte dei difensori di alcuni imputati, il gup Francesca Del Vecchio ha rinviato l’udienza al 4 febbraio 2022. In tale data sono previsti gli interventi di altri difensori e sarà quindi necessaria un’ulteriore udienza per decidere (forse) sul rinvio a giudizio o su eventuali proscioglimenti. Diverse le udienze andate a vuoto negli anni con rinvii abbastanza lunghi: come quella del 10 maggio 2018 saltata per difetti di notifica agli indagati del decreto con la richiesta di rinvio a giudizio e poi quella del 22 novembre 2018 andata a vuoto per lo sciopero delle Camere penali. Quindi il rinvio del 27 giugno 2019 poiché il gup in tale data trattava solo udienze con detenuti, quella del 31 ottobre 2019 con l’intervento in aula del pm, sino all’udienza odierna. Insomma, oltre tre anni di udienza preliminare a Vibo Valentia non sono stati ancora sufficienti per decidere sulla richiesta di rinvio a giudizio avanzata dalla Procura. [Continua in basso]

Domenico Pallaria

In particolare, il processo è stato chiesto dal pm per: Domenico Pallaria, 62 anni, di Curinga, direttore generale della Regione Calabria; Nazzareno Guastalegname, 71 anni, imprenditore di Stefanaconi e proprietario dell’immobile in cui ha sede a Vibo l’Aterp; Antonino Daffinà, 60 anni, di Vibo, ex commissario dell’Aterp di Vibo esponente di Forza Italia; Giuseppe Gentile, 77 anni, di Cosenza, già assessore e consigliere regionale di Forza Italia; Giuseppe Maria Romano, 72 anni, di Tropea, ex direttore generale dell’Aterp, già sindaco di Tropea, attuale consigliere comunale di minoranza a Tropea; Michele Montagnese, 76 anni, di Vibo Valentia, ex sindaco della città capoluogo; Antonino Stagno, 49 anni, imprenditore di San Calogero, socio di Guastalegname nell’acquisto del palazzo poi divenuto sede dell’Aterp; Emilio Minasi, 68 anni, di Cosenza; Luciano De Pascali, 63 anni, di Vibo Valentia; Giuseppe Raffele, 53 anni, di Serra San Bruno, ex direttore tecnico dell’Aterp, ex consigliere provinciale e candidato alla presidenza della Provincia di Vibo nel 2014 con Udc/Ncd (indagato per abuso d’ufficio e turbativa d’asta); Antonio Capristo, 62 anni, di Rossano; Nicola Barbuto, 74 anni, di Vibo (ex revisore dei conti dell’Aterp); Serafino Fiamingo, 45 anni, di Zungri; Giuseppe Pepe, 75 anni, di Vibo (ex revisore dei conti dell’Aterp); Nicola Bosco, 80 anni, di Vibo (ex revisore dei conti dell’Aterp); Vito Caglioti, 80 anni, di Soriano Calabro (ex revisore dei conti dell’Aterp). Nel procedimento sull’Aterp vengono a vario titolo ipotizzati i reati di truffa aggravata, abuso d’ufficio in concorso, falsità ideologica e turbativa d’asta.

L’inchiesta è stata avviata nel 2015 quando la Guardia di finanza – oltre alla documentazione relativa a 32 assunzioni con contratti a progetto – aveva acquisito tutta la documentazione relativa all’acquisto, per la somma di 2 milioni e 800mila euro, della sede in cui sono ubicati gli uffici dell’Aterp di Vibo. L’edificio era stato acquistato dall’Aterp guidata da Antonino Daffinà (in quota Forza Italia) quando già si sarebbe avuta piena consapevolezza, ad avviso degli investigatori, che la legge regionale numero 24 del 2013 avrebbe di lì a poco soppresso l’Aterp di Vibo Valentia ed accorpato tutte le Aterp provinciali in un’unica azienda regionale. I soldi utilizzati per comprare la nuova sede dell’Aterp di Vibo provengono dal fondo ex Gescal (Gestione case per i lavoratori) che doveva invece servire a ben altri scopi. 

PER LE SINGOLE ACCUSE LEGGI QUI: Inchiesta sull’Aterp di Vibo Valentia: chiuse le indagini preliminari per 16 indagati

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