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L’analisi | Il ruolo (ritrovato) del 501 Hotel nel rilancio culturale della città

La storica struttura alberghiera ha ripreso a pieno regime le attività, candidandosi a divenire palestra di confronto per una Vibo che vuole cambiare

L’analisi | Il ruolo (ritrovato) del 501 Hotel nel rilancio culturale della città

1 ottobre-31 dicembre 2018: i primi 90 giorni della ripresa dell’attività dell’hotel 501 rappresentano un riavvio, un primo bilancio incoraggiante per la città, per il territorio su cui insiste l’utilizzo della struttura alberghiera, per l’occupazione, l’economia e conseguentemente per chi ha creduto in questa scommessa o sfida che dir si voglia. Vibo Valentia ha già presentato le prime sostanziali risposte all’appello alla mobilitazione per riportare al migliore splendore quello che negli anni ‘70 venne definito il tempio dell’accoglienza, del dibattito sullo sviluppo turistico e socio imprenditoriale, della convegnistica e della promozione dell’immagine della Calabria. Chi ha sempre sostenuto che l’hotel 501 è la porta d’accesso allo sviluppo della Vibo Valentia che cambia, cresce e riconquista postazioni di eccellente privilegio nel sistema del superamento dei disagi e delle difficoltà di un tempo, oggi ne riscontra una concreta conferma. La coraggiosa ripresa dell’attività messa in atto dal Gruppo Sabatino rappresenta un convincente spiraglio verso il più pieno recupero di quel ruolo che negli anni ‘70 portò Vibo Valentia a guadagnarsi la pole position nella complessiva offerta del  turismo e delle attività socio culturali ed economiche. In questi primi tre mesi l’hotel 501 ha potuto dar prova, ove ve ne fosse stato bisogno, del più che positivo ritorno ai successi organizzativi dei meeting socio culturali, della politica, dell’arte, dello spettacolo e dell’associazionismo. L’avanzato progetto del Gruppo Sabatino ha ridato speranze alla città e al territorio e più complessivamente a chi ancora crede che una palestra di eventi come questa concorre verso la realizzazione degli obiettivi più ideali per cercare la “Vibo che vogliamo” e che costituisce il percorso indispensabile per tentare di acquisire nuovi itinerari di sviluppo utili a cambiare l’andamento odierno. L’hotel 501 ha, dunque, tutte le carte in regola, per candidarsi, in questo contesto, a “pensatoio” per il rilancio della città.   

Lo lasciano intendere la grande sensibilità ed intraprendenza, oltre che passione, di enti pubblici e privati, professioni, associazioni e cittadini di ogni condizione che hanno ripreso ad usufruire dei sempre più accoglienti servizi offerti dal Gruppo. Pucci Morazzoni e lo staff continuano a confermare la piena consapevolezza e capacità sugli obiettivi legati alla realizzazione del progetto Sabatino. «Vibo Valentia ha accolto con entusiasmo e ferma condivisione la ripresa del 501 hotel. L’adesione ed il consenso alla nostra idea organizzativa – avverte Franco Sabatino, patron dell’omonimo Gruppo – rappresentano uno stimolo incoraggiante. Ai sacrifici per la riattivazione hanno corrisposto immediatamente giudizi più che positivi. Vibo non poteva rinunciare a questa chiamata d’orgoglio e noi porteremo avanti la scommessa con la nostra passione ed il nostro impegno. Ecco perché ci gratifica l’apprezzamento di tutti: vibonesi e non». L’hotel 501 è più che una speranza per la Vibo che vuole cambiare. E’ evidente che va in questa direzione la spinta innovativa del Gruppo Sabatino e volta a mettere le ali ad un progetto di crescita dei servizi, ideato da Gabriele e Domenico Sabatino che hanno messo anche l’anima per aiutare Vibo Valentia e dintorni a promuovere una nuova idea di sviluppo e renderla fortemente competitiva. «L’iniziativa del Gruppo Sabatino di rendere funzionale ai tempi l’azione dell’hotel 501 sul più complessivo scenario dei rapporti di settore – commenta, tra l’altro, anche Anthony Lo Bianco, presidente dell’Associazione Valentia –  rappresenta un messaggio di fiducia per la piena ripresa della economia e disoccupazione, oltre che socio culturale e ambientale, della città in tutte le sue articolazioni. La struttura è uno strumento di sicuro effetto per chi, come, ad esempio, la nostra associazione, ha bisogno di questi punti di riferimento per concorrere a promuovere una idea che possa permettere alla comunità di recuperare il terreno perduto. Questo vuol dire – aggiunge e conclude Lo Bianco – che alcune conoscenze, saperi e obiettivi possono essere conseguiti avvalendosi di momenti di confronto che oggi è possibile individuare e portare avanti in una struttura che ben si presta alla necessità di ridare speranze ad una città che merita il suo più pieno riscatto».       

 

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