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Comune di Vibo e dissesto, il sindaco Limardo: «È lo Stato che ti manda in default»

Reprimenda del primo cittadino in apertura di consiglio, riunito per l’approvazione del Consuntivo 2020. «Questa situazione debitoria noi l’abbiamo ereditata»

Comune di Vibo e dissesto, il sindaco Limardo: «È lo Stato che ti manda in default»
Il sindaco di Vibo Valentia, Maria Limardo

«Con l’approvazione del Conto Consuntivo di oggi possiamo dire che poniamo la parola fine alla partita con la Corte dei Conti. Questo è l’atto finale della nostra interlocuzione con la magistratura contabile, oltre che a rappresentare un obbligo di legge». Lo ha detto questa mattina il sindaco del capoluogo Maria Limardo, aprendo i lavori del consiglio comunale riunito dal presidente Rino Putrino proprio per approvare il documento di gestione contabile relativo all’anno 2020 sul quale poi è stata chiamata a relazionare brevemente l’assessore al ramo Maria Teresa Nardo. Il primo cittadino ha, dunque, difeso ancora una volta in aula l’operato della sua amministrazione, ricostruendo alcuni passaggi ritenuti, a suo dire, fondamentali per comprendere cosa sia accaduto in questi ultimi due anni di gestione finanziaria a Palazzo Ligi Razza. [Continua in basso]

Andare indietro per capire

«Voglio anche ricordare – ha proseguito infatti la Limardo – che la partita tra il Comune di Vibo Valentia con la Corte dei Conti è iniziata con il Piano di riequilibrio finanziario pluriennale, che noi ci siamo trovati già nella delibera del 30 aprile 2019 firmata dall’allora commissario straordinario dell’ente, Guetta. Ad agosto abbiano, pertanto, proceduto a fare approvare dal consiglio comunale il Piano in questione finalizzato a fare evitare al nostro Comune un secondo dissesto: a quella data la quantificazione della massa passiva era risultata di poco oltre 24 milioni. Ci tengo a fare questo passaggio – ha sottolineato con forza il sindaco – poiché, è vero che sono passati due anni dal nostro insediamento qui al Comune, ma questa situazione debitoria noi l’abbiamo ereditata».

Il sindaco ha, poi, ricordato che in una prima fase, «vale a dire  – ha precisato la Limardo – appena noi abbiamo inviato il Piano alla Corte dei Conti, questa arriva a calcolare un debito di oltre 60 milioni, ciò in quanto il disavanzo del gennaio del 2015, era sottostimato, e ci scrive chiedendo approfondimenti.  (a questo punto l’amministrazione del capoluogo ricalcola il debito dell’ente che arriva a 34.599.662 di euro, ndr). In questi due anni il lavoro tutto è stato improntato sul risanamento dell’ente. La nostra è stata una vera e propria operazione verità, mettendo ordine nei conti pubblici dell’ente e lo dice anche la Corte dei Conti nell’ultima sua richiesta. Ci tengo a fare questa sottolineatura perché si deve comprendere che il debito di cui si sta  occupando la Corte non è accumulato da noi».

La gestione «positiva» e la denuncia

Il capo dell’amministrazione ha, quindi, informato il Consiglio che «il Conto Consuntivo chiude senza un disavanzo da ripianare perché la gestione delle finanze nel 2020 è stata positiva. La magistratura contabile ha dunque cristallizzato un debito a cui si deve aggiungere ciò che lascia anche l’Organismo straordinario di liquidazione con la chiusura formale del dissesto finanziario. A noi consegna una massa attiva di 18 milioni di euro, ma questi 18 milioni sono di difficile esigibilità, quasi come se non ci fossero. Non solo: devo aggiungere che all’interno di quello che ci restituisce l’Osl si trovano circa 16 milioni di euro da parte dell’Agenza delle entrate. Ma molte cartelle sono state rottamate. Lo Stato, insomma, ha eliminato dei crediti ma non ha dato nulla ai Comuni. Noi non possiamo affidare milioni di euro da recuperare e poi vederci restituire poche decine di migliaia. È una falla enorme del sistema e come amministrazione paghiamo le conseguenze. Abbiamo deciso, quindi, di interrompere il nostro rapporto e abbiamo deciso di esternalizzare il servizio di riscossione dei tributi. In pratica – ha denunciato in aula il sindaco – è lo Stato che ti manda in default. Da una parte annulla i crediti dell’ente e dall’altra l’Agenzia delle Entrate restituisce partite pagate ma non riversa quelle partite per intero. Noi abbiamo fatto tutto quello che potevamo fare».  

In riferimento al 2015, ribadisco, la Corte ha evidenziato una discrasia nel disavanzo da ripianare, il che ha comportato per noi la necessità di procedere al ricalcolo dall’anno 2015 al 2019. Un lavoro enorme e, nonostante dovessimo consegnare tutto entro la fine di luglio, tant’è che abbiamo richiesto una proroga, ma ancora prima che la Corte dei Conti decidesse, abbiamo preferito accelerare la nostra attività e consegnare il tutto alla magistratura contabile del capoluogo di regione. Oggi – ha detto ancora il sindaco – siamo quindi in attesa della decisione della Corte dei Conti che stabilirà se saremo o meno in grado di ripianare il debito. Stabilirà i destini del nostro comune. Noi comunque abbiamo adottato misure che vanno, da un lato, verso l’aumento delle entrate e, dall’altro, verso l’applicazione della spending review. Altrettanto impegno lo stiamo mettendo per fare venire fuori moltissimi pseudo contribuenti».

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