Barriere architettoniche, stretta della Regione: ma al Comune di Vibo mai redatti i Piani
I Peba dovevano essere predisposti sin dal 1987 e i Pau dal 1992. L’assessore Scalamogna ci prova e a marzo ha dato incarico alla dirigente
Stretta sui Comuni da parte della giunta regionale che ha approvato nei giorni scorsi il Piano per l’eliminazione delle barriere architettoniche. La delibera, in particolare, prevede che i comuni calabresi provvedano a inserire nel proprio Piano di Protezione civile i contenuti dei progetti per il superamento delle barriere architettoniche, attraverso l’analisi dei percorsi e la carta delle vie su cui dovranno essere segnalate le barriere architettoniche. I tempi entro i quali fare tutto ciò non sono ancora chiari, ma resta il fatto che si dovrà comunque provvedere a redigere gli strumenti indicati. [Continua in basso]
Tra difficoltà e Piani mai fatti
E il Comune di Vibo Valentia a che punto sta? Davanti al giornalista stringe le spalle Pasquale Scalamogna, assessore comunale all’Urbanistica. Dovranno, infatti, essere definiti proprio dai suoi uffici sia i Peba (Piani di eliminazione delle barriere architettoniche), rivolti al superamento delle barriere in edifici pubblici, privati ad uso pubblico, sia i Pau (Piani di accessibilità urbana) riguardanti l’accessibilità a tutti gli spazi urbani: strade, piazze, parchi, giardini, arredo urbano, parcheggi, trasporto pubblico e altro ancora. Ma i problemi interni non mancano: ad oggi, infatti, non c’è il personale sufficiente a svolgere tale incarico e poi servono molti fondi per portare a termine un lavoro di mappatura che si preannuncia imponente quanto assolutamente necessario oltre che – dopo la decisione della giunta regionale che segue vecchie direttive nazionali – doppiamente obbligatorio. Non solo: a Palazzo Luigi Razza si dovrà partire letteralmente da zero, poiché al Comune di Vibo Valentia tali Piani non hanno mai visto la luce. Nonostante i Peba si sarebbero dovuti fare sin dal lontano 1987 e i Pau dal 1992, nessuna attività di monitoraggio, di progettazione e di pianificazione degli interventi finalizzati al raggiungimento dell’accessibilità degli edifici e dei luoghi urbani è stata mai messa in atto. Nulla di nulla. E, naturalmente, adesso tutto diventa più complicato perché la città si è ingrandita e con essa sono aumentate anche le barriere architettoniche da individuare e d eliminare.
L’impegno dell’assessore
«Guardi, – chiarisce però l’assessore di Palazzo Razza – che noi ci siamo mossi in tempo. In merito, lo scorso anno abbiamo anche approvato una delibera di giunta e a marzo di quest’anno ho dato l’incarico al dirigente di settore Adriana Teti di predisporre il tutto». Tuttavia, a distanza di cinque mesi non si hanno notizie dei suddetti Piani. «Purtroppo – puntualizza ancora Scalamogna -, al momento, non so nulla. Non ho notizie. Il fatto è che per predisporre questi strumenti servono diverse risorse finanziarie. Tenga, inoltre, presente che noi non abbiamo personale interno che possa svolgere questo tipo di lavoro. Quindi l’incarico dovrà essere dato necessariamente all’esterno dell’ente. Spiace, ma è così. La progettazione integrata dei Piani – avverte ancora l’esponente della giunta Limardo – non può, tuttavia, prescindere dall’affidamento dell’incarico a professionisti qualificati e sensibili al tema della disabilità e dal coinvolgimento diretto della cittadinanza, ed, in particolare, di uomini e donne con disabilità». Detto questo, Scalamogna ricorda che «i due Piani non sono mai stati eseguiti, ma, al contrario, si è pensato negli anni di realizzare solo singoli interventi mirati all’abbattimento delle barriere architettoniche, anche in modo sbagliato, non avendo la sensibilità adeguata, un vero interesse riguardo le esigenze, in senso diffuso, degli utilizzatori degli spazi pubblici». Chiude Scalamogna.