Vibo, è rissa nel Pd. Pugliese attacca Cutrullà: «Non rappresenta il partito»
La dirigente, componente della commissione di garanzia, striglia il consigliere traditore: «Abusa del simbolo e vuole un posto in Giunta con Costa». Poi tira in ballo il segretario di circolo Pacilè: «Inaccettabile il suo silenzio»
«Intervengo non certo per imbastire una difesa di ufficio a favore di qualcuno, ma perché noto ancora una volta che il consigliere comunale Cutrullà, dopo avere abusato del simbolo del Pd, che impropriamente continua ad utilizzare, si lancia in considerazioni politiche per conto terzi, pensando addirittura di poter dettare la linea politica al partito che ha tradito. Quando il consigliere parla addirittura della possibilità di dare vita ad un governo di salute pubblica con Costa, evidentemente si riferisce alla sua “salute personale”, considerato che non ha alcuna legittimazione a parlare in nome e per conto del Pd, e visto che agisce per scopi molto poco nobili». Sono parole dure quelle che Vladimira Pugliese, componente della direzione provinciale e della commissione di garanzia del Pd, utilizza nei confronti di Giuseppe Cutrullà, consigliere a Palazzo Luigi Razza, già protagonista, insieme a cinque colleghi di partito, dello strappo in occasione delle elezioni provinciali che l’ha portato a sostenere lo schieramento avverso sulla base di un accordo politico con Forza Italia. Scelta, ora al vaglio proprio della commissione di garanzia di cui è parte anche Vladimira Pugliese, che potrebbe costare ai “rei” l’espulsione dal Pd. Ciononostante i consiglieri incriminati continuano ad assumere iniziative politiche e a parlare in nome e per conto del partito tradito. Cosa che non va giù, evidentemente, a molti dalle parti di via Argentaria. Dure parole di condanna erano state ancora una volta spese contro i traditori nel corso dell’ultima direzione del Pd, che avrebbe dovuto ragionare sul percorso di avvicinamento al congresso nazionale, da parte del consigliere regionale Michele Mirabello e forte era stato da queste pagine l’atto di accusa di Antonino Schinella, già candidato alla presidenza della Provincia, all’indirizzo del consiglieri vibonesi e del segretario di Federazione Enzo Insardà. Per la Pugliese, oggi, si «fa ancora più forte il sospetto, a dire il vero confermato in questi mesi da fondate indiscrezioni e voci di corridoio, oltre che da evidenti condotte che politicamente vanno in una precisa direzione, che il consigliere, ed i soliti quattro amici al bar, con in testa qualche capocantiere, abbiano la chiara intenzione di conservare la poltrona e stanno magari valutando la possibilità di poter entrare in Giunta a Vibo. Ma l’importante è essere chiari». Lo stesso Cutrullà aveva paventato l’ipotesi di un sostegno “programmatico” a Costa basato sul conseguimento di pochi chiari obiettivi di “pubblico interesse”.
«Preciso – spiega ora Pugliese – che Cutrullà parla pro domo sua e non ha nulla a che spartire col Pd, che anzi prende le distanze da questo modo di fare politica e da questi atteggiamenti finalizzati esclusivamente a coltivare il proprio orticello, quello di Vito Pitaro e quello del senatore Mangialavori, alla cui corte si è consegnato con tutto il suo gruppo consiliare. Dispiace constatare che il consigliere nuovamente cerca di buttarla in rissa, forse perché l’asticella del consiglio comunale è troppo alta per le sue gambe, e poi se non erro, la sua condotta è stata unanimamente condannata sia in due riunioni di circolo, nel corso delle quali tra l’altro non ha aperto bocca, che nella riunione della direzione provinciale. E chiarisco, a questo proposito, che in direzione si è posto un problema di natura politica, e non di procedure. E tra l’altro, in merito alle regole, sproloquia, e scrive delle inesattezze, perché evidentemente non ha mai letto i vari statuti che regolano la vita del Pd». Il riferimento è all’eccezione sollevata dallo stesso Cutrullà in ordine all’avvio del procedimento disciplinare nei suoi confronti e ad un presunto vizio di forma della stessa. «Magari – incalza la dirigente – ritiene che, lanciando attacchi così scomposti, possa in qualche modo distogliere l’attenzione da quello che è il reale e grave problema politico, anche perché, tengo a sottolineare che, le uniche richieste pervenute dai consiglieri comunali di Vibo, ahimè, non hanno mai rivestito carattere politico, ma solo ed esclusivamente personale. Ma la pezza in questo caso, è assai peggiore del buco. In conclusione ritengo necessaria un’immediata presa di posizione del segretario del circolo di Vibo Valentia (Francesco Pacilè, ndr), che non può pensare di poter trascinare questo equivoco gestendo in silenzio una situazione politica inaccettabile, al laccio di consiglieri comunali privi di credibilità e coerenza».
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