Chiusura strada Candrilli Vibo: durissima l’ordinanza del comandante della Municipale
Già verso fine luglio il sindaco Limardo scriveva al comando affinché si prendessero i provvedimenti necessari a garantire la sicurezza
L’ordinanza predisposta dal comandante della polizia municipale del Comune di Vibo Valentia è solo la mortificante e ultima conferma in ordine di tempo che quella inaugurata lo scorso 8 luglio, nel corso di una vera e propria parata istituzionale, altro non era che una strada altamente pericolosa, piena di insidie e trappole per gli ignari automobilisti. Il responsabile della polizia locale di Palazzo Luigi Razza Michele Bruzzese lo mette nero su bianco nel suo provvedimento di chiusura al transito lungo l’arteria denominata Cancello Rosso-Candrilli – firmato il 13 agosto scorso, ma con decorrenza dal giorno successivo – e consegnato dal presidente del Consorzio di bonifica vibonese Domenico Piccione al Comune di Vibo Valentia, nella persona del sindaco Maria Limardo, nel corso di una conferenza stampa, svoltasi – come è noto – proprio l’8 luglio alla presenza anche di assessori comunali e regionali e parlamentari del territorio. Bruzzese, dunque, scrive: «Al fine di garantire le condizioni minime di sicurezza per il transito veicolare» è necessario «limitare il transito lungo l’arteria stradale ai soli cittadini residenti o proprietari, a vario titolo, dei terreni limitrofi o con un unico accesso dalla medesima strada, vietando il passaggio a tutti gli altri utenti, salvo – scrive il comandante della Municipale nella sua ordinanza – giustificato motivo o eventuali autorizzazioni da rilasciarsi a cura di questo comando di polizia locale». [Continua in basso]
Pesanti rilievi
La mancanza di sicurezza lungo la via in questione – tale da dover decidere per la chiusura pressoché totale del tracciato anche in virtù dei numerosi incidenti registrati nel periodo in cui è rimasta aperta la strada – è stata determinata dal fatto che «l’arteria stradale, che si sviluppa dalla località Cancello Rosso fino all’abitato di Portosalvo (lungo la strada denominata Iclea), in più punti – si legge nel testo dell’ordinanza firmata da Bruzzese – si presenta con forti pendenze, strettoie e curve pericolose, oltre ad avere dimensioni ridotte tali da non garantire, per l’intero tratto, il doppio senso di circolazione». Le condizioni di pericolo, inoltre, sono state considerate talmente alte che hanno convinto il comandante a istituire anche il limite massimo di velocità che non dovrà essere superiore a 20 km orari, «anche al fine di garantire – puntualizza sempre Bruzzese nella sua ordinanza – il controllo del veicolo in caso di incrocio con altri veicoli nel senso opposto di marcia».
La paura del sindaco
Ma c’è di più: l’amministrazione Limardo, infatti, si è accorta che quella inaugurata a inizio luglio non era per nulla affatto una via di accesso sicura. Ecco perché il primo cittadino già il 20 luglio ha preso carta e penna ed ha scritto una nota indirizzandola al comando della polizia locale dell’ente per chiedere esplicitamente di «assumere ogni provvedimento al fine di garantire le condizioni di sicurezza del tratto stradale in questione». Provvedimento, poi, che è giunto il 13 agosto con la definitiva ordinanza firmata dal comandante della polizia locale. [Continua in basso]
Tutti sapevano?
Verrebbe da pensare che, con ogni probabilità, tutti o quasi sapessero dello stato di assoluta precarietà nella quale si trovava il tracciato che, nonostante i lavori di ammodernamento apportati dal Consorzio di bonifica, grazie a finanziamenti regionali – 222mila euro utilizzati per realizzare una condotta irrigua e per ripristinare la carreggiata stradale -, non ha evidentemente mai conseguito i parametri necessari per assicurare un transito sicuro. Eppure è stata inaugurata con tanto di dichiarazioni entusiaste, con addirittura il sindaco che si è detto convinto che «questa connessione veloce con Vibo Marina e la Costa degli dei consentirà di attrarre maggiori afflussi turistici anche nell’ambito di Vibo Capitale del libro». Ma alla fine la realtà dei fatti è stata più forte di ogni altra cosa. E, dunque, prima che si potessero verificare incidenti dalle conseguenze imprevedibili, si è deciso di correre ai ripari, riservando il transito ai soli residenti e proprietari dei fondi agricoli. Ma perché inaugurare un tracciato di cui si conoscevano, probabilmente, le pessime condizioni di sicurezza? La domanda la giriamo ai politici di turno e agli enti coinvolti in quello che ormai può essere definito un autentico quanto disdicevole spettacolo, perché alla fine, rispetto alle consegne ufficiali, alle presentazioni formali e alle frasi di circostanza, ciò che rimane alla collettività – a riflettori spenti – è una lingua di asfalto che taglia la collina che sovrasta le Marinate. Nient’altro.
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