mercoledì,Novembre 27 2024

Pd vibonese nella confusione, fra salti a destra e mancati abbandoni

Gianluca Callipo per restare nel partito pone il veto sul nome di Oliverio alle Regionali, mentre i sei consiglieri dem di Vibo respingono le accuse di tradimento dopo il sostegno al centrodestra alle Provinciali

Pd vibonese nella confusione, fra salti a destra e mancati abbandoni

Continuano a far discutere e ad animare il dibattito politico nel Vibonese da un lato le recenti prese di posizione dei sei consiglieri comunali di Vibo del Partito democratico che, alle elezioni provinciali, hanno deciso di sostenere il candidato del centrodestra Salvatore Solano, e dall’altro la scelta del sindaco dem di Pizzo Gianluca Callipo il quale, in nome di un presunto civismo, ha dichiarato il suo sostegno a Mario Occhiuto nella corsa alle elezioni elezioni regionali. Accusati di tradimento, trasformismo e opportunismo, i sei consiglieri comunali di Vibo Valentia del Pd – con in testa il consigliere Giovanni Russo – proveranno oggi a rispondere alle critiche ed agli “attacchi” mossi nei loro confronti dalla dirigenza provinciale del partito e non solo. Lo faranno nel corso di una conferenza stampa convocata per respingere le accuse ed offrire motivazioni politiche che chiamano in causa la gestione del partito e la sua dirigenza a livello provinciale. Partito che, dal canto suo, con il segretario Enzo Insardà ha già investito la Commissione di garanzia la quale dovrà determinarsi sui provvedimenti da assumere dopo i mancati voti dei sei consiglieri comunali alla lista ufficiale del Pd, ed al suo candidato alla presidenza (Antonino Schinella), e dopo l’aperto sostegno al candidato di Forza Italia e del centrodestra Salvatore Solano, sostenuto in primis dal senatore azzurro Giuseppe Mangialavori. Sul banco degli “accusati”, oltre ai sei consiglieri comunali, anche e soprattutto il “modus operandi” dell’ex consigliere comunale Vito Pitaro – fra i fondatori della Sinistra giovanile a Vibo a metà anni ‘90, poi Rifondazione comunista, poi nei Comunisti italiani sino al suo allontanamento, quindi attuale esponente di punta del Pd e nella struttura del consigliere regionale Michele Mirabello sino a poco tempo fa – a cui sono legati alcuni degli eletti dem a “palazzo Luigi Razza” che hanno deciso di dirottare i propri voti alle provinciali verso il centrodestra.                                         Non sono però solo le recenti elezioni provinciali ad animare il dibattito politico nel Vibonese. La fuga dal Pd si gioca infatti tutta in vista delle elezioni regionali del prossimo anno alle quali intende ripresentarsi l’attuale governatore Mario Oliverio che da tempo ha annunciato un’autocandidatura con il Pd, forte del sostegno di alcuni sindaci calabresi. Fra questi non Gianluca Callipo, da dieci anni iscritto al Pd e ad Oliverio contrapposto nelle Primarie del 2014. Una presa di posizione, quella del sindaco di Pizzo a favore invece di Mario Occhiuto, primo cittadino di Cosenza ed espressione di Forza Italia, che anche ieri ha fatto registrare nel Consiglio comunale napitino una dura presa di posizione da parte di Giusy Federico, ex assessore comunale nelle scorse consiliature ma soprattutto ex tesserata del Pd, la quale ha accusato Callipo di aver abbandonato il Partito democratico per saltare sul carro dei potenziali vincitori del centrodestra. Una presa di posizione, quella della Federico, non andata giù al primo cittadino il quale ha tenuto a ribadire di non voler abbandonare il Pd ma anzi di essere pronto a ritornare sui propri passi e sostenere un candidato dem alla presidenza della Regione purchè non sia Mario Oliverio, la cui esperienza politica viene ritenuta fallimentare. Un’ammissione di fallimento da parte del Pd alla guida della giunta regionale, quindi, che difficilmente potrà arrivare dai democratici calabresi, pena la stessa ragione di una loro sopravvivenza politica. Sostegno ad Occhiuto da parte di Callipo, dunque, in nome di un “civismo” che rende un po’ meno amaro il calice dell’appoggio ad un esponente di spicco di Forza Italia, ovvero ad uno schieramento politico opposto al proprio e che dovrebbe esprimere – almeno sulla carta – valori, ideali e, soprattutto, politiche alternative e ben distinte da quelle del centrosinistra. LEGGI ANCHE: Callipo ribatte ad Oliverio: «L’autocandidatura mina la credibilità del Pd»

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