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Strada del Mare chiusa fra Joppolo e Coccorino: una vergogna lunga un anno

Giovanni Capua a nome del comitato ripercorre i paradossi, i ritardi ed il nulla di fatto per rivedere la strada aperta in tempi accettabili

Strada del Mare chiusa fra Joppolo e Coccorino: una vergogna lunga un anno

“Un anno di pena e sacrifici inutili per noi tutti e, purtroppo, come al principio di questa triste storia, nessuno ha più informazioni affidabili. Tavoli tecnici, rotondi, quadrati e rettangolari, ma al momento di certo c’è solo questo vergognoso scaricabarile. La scusante è diventata l’esistenza di fantomatici “rapporti giuridici in essere”, smentita però dai fatti e dalla determinazione del segretario della Provincia n.458 del maggio scorso avente ad oggetto il “Riaccertamento straordinario dei residui, relativi all’adeguamento della strada del mare APQ” con la quale si spiega “di prendere atto delle verifiche di riaccertamento dei residui effettuate dall’Ufficio tecnico viabilità dalle quali risulta che per l’intervento finanziato non vi sono procedure in atto, con relativi rapporti di dare e avere, e pertanto non vi sono obbligazioni giuridicamente vincolanti verso terzi né crediti da riscuotere.” E’ quanto sottolinea in una nota Giovanni Capua, a nome del comitato “Strada del Mare”, che nel tratto fra Joppolo e Coccorino continua a rimanere chiusa a distanza di un anno esatto dalla caduta di un masso. “È opportuno ricordare che le ditte in questione, l’aggiudicataria Vincenzo Restuccia e l’appaltatrice Demoter sono state destinatarie di due distinte interdittive antimafia provenienti da Prefetture diverse, ma non solo. Come si evince dall’ordinanza del gip del Tribunale di Vibo Valentia – sottolinea Capua – i crolli avvenuti durante i lavori della galleria Joppolo-Coccorino sono stati causati da carenze di progettazione, per un’opera appaltata e pagata dalla Provincia di Vibo. Ben tre distinti motivi, quindi, per rescindere qualsiasi tipo di contratto in essere. Siamo però a Vibo e funziona così: è come se un ente statale dovesse riesumare i morti per farsi firmare un pezzo di carta, chiamata “consegna del cantiere”, e non avesse il dovere/potere di riacquisire l’uso di parti del proprio patrimonio. Con l’aggravante di tante persone pronte a fare da megafono a queste pericolose baggianate che, a furia di sentirle dire, rischiano persino di passare per verità. Sono scuse – puntualizza Giovanni Capua – che ormai non hanno alcun fondamento giuridico e persino logico. Gli interventi necessari a riaprire la strada provinciale numero 23 non hanno proprio nulla a che vedere con i cantieri di imbocco della galleria, poiché sono appunto interventi diversi: i vecchi lavori mai terminati erano un ammodernamento, ciò che si dovrebbe fare ora invece è il consolidamento del versante a monte. È triste vedere un territorio che muore, nell’ignavia della politica e nella sfiducia dei cittadini. Siamo dovuti arrivare ad aprile scorso affinché ci fosse un concreto interessamento del Comune di Joppolo e dei cittadini, al seguito del quale ci sono state un paio di passerelle: Mario Oliverio, Michele Mirabello, tecnici della Regione e della Provincia ed anche la Protezione civile. Poi il nulla, che quantifica quanto valiamo noi cittadini della costa più bella della Calabria. Nulla, appunto. Buon anniversario”.    LEGGI ANCHE: La chiusura della “Strada del Mare” fa una nuova “vittima”: un bus pieno di turisti (FOTO)

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