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Vibo Valentia, Palazzo Gagliardi-De Riso sempre inagibile: offesa che dura da 24 anni

Di proprietà dell’amministrazione provinciale dal lontano 1997, lo storico edificio è chiuso e senza alcuna destinazione d’uso

Vibo Valentia, Palazzo Gagliardi-De Riso sempre inagibile: offesa che dura da 24 anni
La facciata dello storico Palazzo Gagliardi-De Riso

Di proprietà dell’amministrazione provinciale di Vibo Valentia dal   lontano 1997 che avrebbe dovuto metterlo in sicurezza e renderlo fruibile. Ma a distanza di ben 24 anni il prestigioso immobile continua a rimanere chiuso perché considerato sostanzialmente inagibile. Il che vuol dire che è a rischio crollo. Non solo: al momento, manca anche la sua destinazione d’uso, in pratica dopo oltre un ventennio non si sa ancora che farne, come utilizzarlo.Parliamo dello storico Palazzo Gagliardi-De Riso di corso Umberto I, edificio nobiliare della prima metà dell’800, antica dimora di una delle famiglie più importanti dell’allora Monteleone, con all’interno preziosi arredi ottocenteschi, nonché decori di considerevole valore. Ma stucchi, affreschi e pregevoli carte da parati sono in larga misura scollati dalle pareti e deteriorati per via della presenza di tantissima umidità. Mentre alcuni preziosi quadri (anche questi di proprietà della Provincia) sono stati tolti e trasferiti presso la Pinacoteca di Soriano. Il resto lo fanno i solai traballanti e una struttura oramai fragile che attende di essere messa in sicurezza attraverso interventi massicci di consolidamento e riqualificazione. [Continua in basso]

Dentro la storia

«Alla fine del XVIII secolo, sull’area occupata precedentemente dalla Chiesa dei Santi Marco e Luca – si legge sul sito Identità Vibonesi – sorgeva il primo palazzo Gagliardi, di dimensioni ridotte e che aveva pregevoli pitture del Paparo e del Pagano. Nel 1860 vi soggiornò Giuseppe Garibaldi, come è ricordato da una lapide sull’attuale facciata. L’edificio venne demolito nel XIX secolo per dar posto ad un altro più grande. Fu donato nel 1952-53 all’associazione per il Mezzogiorno per utilizzarlo a scopi culturali e successivamente dall’associazione passò al Comune della città. In passato ha ospitato anche il Museo. Attualmente – come accennato all’inizio – l’edificio è nella disponibilità della Provincia di Vibo Valentia». Poi solo il buio.

Soltanto rappresentanza

Nel corso di questi lunghi anni, Palazzo Gagliardi-De Riso è stato utilizzato dai vertici dell’ente provinciale di contrada Bitonto soltanto come sede di rappresentanza e aperto di rado e solo momentaneamente al pubblico. L’amministrazione Bruni, in particolare, era solita tenere la conferenza stampa di fine anno per tracciare davanti ai giornalisti il bilancio dell’attività svolta, e in rarissime occasioni l’edificio ha ospitato qualche mostra per pochi giorni. Nient’altro. Poi di nuovo portone sbarrato, luci spente, stanze buie, vuote e avvolte dal silenzio. Il Palazzo, in buona sostanza, dal 1997 in avanti è sempre rimasto chiuso, inaccessibile a tutti, perché – come accennato – nel suo complesso l’edificio di corso Umberto I è inagibile. Da oltre venti anni, inoltre, si attende che la Provincia stabilisca una volta per tutte il destino di questo pregevole Palazzo nobiliare. [Continua in basso]

Cosa è stato fatto

Una veduta dall'alto di Palazzo Gagliardi - de Riso
Veduta dall’alto dello storico Palazzo

Dopo 24 anni di proprietà l’unico intervento registrato da parte della Provincia è quello realizzato lo scorso gennaio: nell’ambito della pianificazione degli interventi di recupero e valorizzazione di Palazzo Gagliardi-De Riso, messa in atto proprio dall’ente, sono stati avviati alcuni lavori per il miglioramento sismico del tetto di copertura e per la messa in sicurezza del piano di sottotetto.  L’intervento, finanziato con i fondi del Por Calabria, ha avuto però un costo complessivo di 500mila euro, somma chiaramente insufficiente per mettere in atto un intervento risolutivo di consolidamento. «Si tratta di lavori che mirano alla salvaguardia di uno dei più importanti beni culturali della città – hanno tuttavia sottolineato all’epoca dalla sede di Palazzo ex Enel – interventi pianificati assieme alla Soprintendenza per i beni architettonici e paesaggistici per le province di Vibo Valentia e Reggio Calabria, grazie ai quali, in questa prima fase, verrà preservata la parte inferiore del palazzo, dove – com’è risaputo – sono presenti strutture costituite da volte e archi, caratterizzate da elementi decorativi di alto pregio e di alto valore artistico e architettonico».

Come Palazzo Romei

Due edifici, un unico destino: acquisiti e rimasti poi chiusi alla collettività fino a tramutarsi in delle incompiute. La storia recente di Palazzo Gagliardi-De Riso è molto simile a quella di Palazzo Romei, di cui abbiamo scritto appena dei giorni fa. Entrambi gli antichi immobili del centro storico del capoluogo versano in condizioni di abbandono e degrado e da sempre sono in attesa che l’amministrazione provinciale riesca a reperire i fondi per poter avviare finalmente i lavori di messa in sicurezza e riqualificazione. Di tutti e due i Palazzi poi, al momento, non si sa che farne. In pratica, non si conosce la destinazione d’uso, ma semplicemente perché non esiste. Non c’è. Insomma, i due pregevoli Palazzi nobiliari non potevano trovare un destino peggiore che quello di finire nelle mani di un ente che nel corso del tempo non è riuscito a fare un bel nulla, al fine di ristrutturarli, valorizzarli e renderli finalmente accessibili alla comunità, se non creare ulteriori ritardi, pesanti indecisioni e attese poi rivelatisi completamente inutili. Nessun progetto, nessuna visione, insomma, tanto meno una programmazione che sapesse guardare lontano da parte delle amministrazioni che si sono succedute alla guida di Palazzo ex Enel. Al contrario, dopo che la Provincia è entrata in possesso di questi autentici beni immobiliari, patrimonio storico, architettonico e artistico di una città che fatica a rilanciarsi, l’unica cosa che si è stati capaci di fare è stata quella di dimenticarli, quasi dessero addirittura fastidio. Lasciarli, da ultimo, facile preda dell’indifferenza e di una politica sempre autoreferenziale e totalmente incapace di ammettere ritardi, errori, colpe.

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